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Cannes 2016, Loving: recensione del film di Jeff Nichols in Concorso

Festival di Cannes 2016: con Loving Jeff Nichols torna in territorio “amico”. La vicenda che ha ribaltato le sorti dei matrimoni interrazziali viene qui proposta con una riverenza assoluta al soggetto, vizio e virtù di un’opera che prende sorprendentemente meno di quanto fosse lecito supporre

pubblicato 16 Maggio 2016 aggiornato 28 Agosto 2020 11:20

Richard e Mildred Loving sono una coppia che decide di sposarsi nella Virginia di fine anni ’50. Nessun problema, se non fosse che lui è bianco e lei è nera, in un’epoca in cui i matrimoni interrazziali non erano nemmeno concepibili. Tocca un tema estremamente delicato l’ultimo Jeff Nichols, che decide di raccontare questa storia poiché il caso Loving funse da apripista, passando addirittura dalla Corte Suprema: da allora persone di etnie o colori diversi hanno visto riconosciuto tale diritto.

Oltre che delicato, perciò, anche forte, nonché implicitamente attuale, facendo leva sulla discriminazione che è termine più e più volte rievocato in quest’epoca di ulteriori battaglie per i diritti. Ciò che colpisce è l’eccesso di riverenza con la quale Jeff Nichols avvicina questa storia, un atteggiamento dimesso a tal punto dal farsi soverchiare dalla storia.

E no che non ci provi, Nichols. Sia sulla scrittura che sulla regia viene esercitato un controllo esagerato, che finisce con l’asfissiare il racconto. Loving è uno di quei film talmente giusti, corretti, ai quali non potresti dire alcunché; e, si badi bene, non mi riferisco alla tematica, qui maneggiata fuor di retorica (trappola in cui cadono film come Selma, per restare in tema). Il vizio, se vogliamo, è esattamente quello opposto, dettato dall’intenzione, a priori condivisibile, di focalizzarsi sull’ordinarietà di questi personaggi.

Ed è questo il punto, ossia l’arrendevolezza all’innegabile forza della vicenda, causa di uno sviluppo così interlocutorio. Non ci si prende praticamente alcun rischio, sapendo che ad un soggetto del genere basta integrare poche scene vagamente intense e per il resto non immischiarsi più di tanto; a tutto beneficio, peraltro, di qui due/tre passaggi che colpiscono. In tal senso Nichols dimostra di sapere il fatto suo, certo, ma riuscire a superare lo scoglio del suo andamento non è affare per molti.

Non si resta indifferenti a Joel Edgerton ma soprattutto a Ruth Negga, la cui dolcezza è tutto. Malgrado da Loving ci si aspetti una partenza che non arriva mai, non si può glissare sull’impatto della sua Mildred, ché se lacrime sono state, lo si deve in larga misura proprio a lei. Sì, anche se a spendersi è per forza di cose il marito, che con le risibili forze di cui è dotato cerca di fronteggiarne delle altre che gli sono di gran lunga superiori. Eppure ci prova, non smette, perché di quella donna è davvero innamorato, tanto che il rapporto coi figli passa quasi in secondo piano, quasi ci fosse la necessità di rimarcare questa totale dedizione dettata dal senso di responsabilità non solo verso la sua sposa ma anche verso la sua famiglia, che vede Richard come una sorta di rapitore di Mildred.

Il seppur difettoso Midnight Special, per esempio, denota già una maggiore propensione ad assumersi qualche rischio, ineludibile quanto si vuole ma che, al di là del risultato, resta apprezzabile di per sé. E data la vicinanza dei due film, è come se il regista di Take Shelter si fosse messo a giocare su due tavoli: da un lato il film da major, lasciandosi però una porta aperta dall’altra parte, quella che dà su un ambiente più affine ai lidi che ha sempre bazzicato (e questo è Loving). Nichols riesce dribblare buona parte dei possibili ostacoli: temi come razzismo, famiglia, onore, umanità sono tutti modulati a bassa frequenza, per una scelta precisa. Ma pur riconoscendo i meriti della sua sensibilità, si resta più distaccati del previsto. Cosa che non è avvenuta con Mud, che è opera più fragile rispetto a Loving ma che, al netto di tutte le sue imperfezioni, s’industria con maggiore intensità a riscaldarci. Intanto qui a Cannes s’invocano già i prossimi Oscar. Non ne dubitiamo.

[rating title=”Voto di Antonio” value=”5″ layout=”left”]
[rating title=”Voto di Gabriele” value=”5″ layout=”left”]

Loving (USA, 2016) di Jeff Nichols. Con Michael Shannon, Joel Edgerton, Marton Csokas, Ruth Negga, Alano Miller, Nick Kroll, Jon Bass, Bill Camp, David Jensen, Quinn McPherson, Michael Abbott Jr., Sharon Blackwood, Terri Abney, Christopher Mann, Coley Campany, Smith Harrison, Chris Greene e James Matthew Poole.

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