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Venezia 2016: La ragazza del mondo di Marco Danieli, recensione in anteprima

Marco Danieli fa il suo esordio alla regia con La ragazza del Mondo, a Venezia nella sezione Giornate degli Autori.

pubblicato 7 Settembre 2016 aggiornato 30 Luglio 2020 06:03

Un titolo da debuttanti La ragazza del mondo di Marco Danieli, esordio del regista tivolese e di non pochi ragazzi usciti dal Centro Sperimentale di Cinematografia, tutti sbarcati alla 73esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia nella sezione Giornate degli Autori. Il mondo della ragazza del titolo, ai più sconosciuto, è inizialmente quello dei testimoni di Geova, così ortodossi dal punto di vista religioso e chiusi nei confronti di chi non vi appartiene.

Un mondo fatto di rigore e testi sacri, di obbedienza, castità e regole ferree. Il mondo di una 19enne con la passione per la matematica che non può andare all’università perché ‘costretta’ dalla propria congregazione a fare proselitismo. Non c’è tempo per i libri, in questo mondo di testimoni che non accettano storie sentimentali con persone dell’altro sesso che non appartengano al loro credo. Ed è qui che la vita di Giulia cambia improvvisamente direzione. Perché sulla sua strada incontra Libero, appena uscito di galera causa spaccio. Un uomo verace, di borgata, che non crede in Dio ma che anzi deride la sua fede, eppure tra i due scatta l’inevitabile attrazione. Nasce così una purissima storia d’amore che porterà Giulia lontana dalla propria famiglia e da quella che fino a quel momento era stata la sua esistenza. Cacciata dai propri simili, la ragazza scopre di poter avere un altro destino, e soprattutto di poterlo incredibilmente indirizzare a proprio piacimento.

Un racconto di formazione che prende vita da una storia d’amore, quello co-sceneggiato e diretto da Marco Danieli, immersosi in una realtà estremamente chiacchierata e limitante come quella dei testimoni di Geova. Giulia, per 18 anni cittadina di questo universo orgogliosamente severo nel difendere le proprie tradizioni, diventa donna nel momento stesso in cui incontra Libero, ai suoi occhi apparente emblema di salvezza e di libertà.

Danieli, che segue con la macchina a mano i suoi protagonisti, fa inizialmente crescere Sara Serraiocco con dovuta lentezza. Perché non si può smettere di essere testimoni di Geova dal giorno alla notte. Una maturazione interiore che prende forza minuto dopo minuto, evolvendosi ulteriormente dinanzi alle mancanze dell’amato Libero, di nome e non di fatto visti i continui inciampi nel mondo criminale. Eppure è proprio grazie a lui se Giulia stravolge la propria quotidianeità, abbandonando casa, i genitori, l’adorata sorella e tutti gli altri testimoni che hanno sempre rappresentato il suo mondo. Una ribellione frutto di quell’amore che con il tempo svanisce, cambia faccia, forma e direzione.

Un cinema del ‘reale’, quello rappresentato dal regista, con una luce naturalistica e una recitazione che nel caso dell’ottimo Michele Riondino si fa verace e travolgente, trascinando il film verso un finale coraggioso e spiazzante. Niente stucchevole happy ending per Danieli, registicamente parlando esageratamente piatto e onestamente troppo affrettato nel costruire questa sfaccettata crescita interiore della pacatissima e dolce Serraiocco, ma La ragazza del mondo convince, anche se tutt’altro che perfetto, grazie a questa inedita e conclusiva lettura sentimentale che per una volta vede l’amore come puro e semplice catalizzatore del cambiamento e non come banale punto d’arrivo.

[rating title=”Voto di Federico” value=”6″ layout=”left”]

La Ragazza del Mondo (Ita, drammatico, 2016) di Marco Danieli; con Sara Serraiocco, Michele Riondino, Marco Leonardi, Stefania Montorsi, Pippo Delbono, Lucia Mascino – sezione: giornate degli autori – distribuzione Bolero.