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Allied – Un’ombra nascosta: recensione in anteprima del film di Robert Zemeckis

Il mancato affiatamento tra Brad Pitt e Marion Cotillard non fa che acuire l’impressione di un film, Allied, che non ha granché da dire né sulla loro storia d’amore che sulla Storia in generale

pubblicato 21 Dicembre 2016 aggiornato 30 Luglio 2020 03:07

Marocco, 1942. Un ufficiale canadese al servizio di Sua Maestà paracadutato su un deserto, aspetta di essere prelevato. Caldo torrido, scorci estremamente suggestivi, finalmente il veicolo arriva ed il soldato sale a bordo; qui gli viene consegnata una strana carpetta, forse una valigia, con all’interno l’occorrente minimo per ogni spia che si rispetti: «incontrerai una donna vestita di viola». Trattasi di Marianne Beausejour (Marion Cotillard), spia francese nonché contatto dell’avvenente québécois, che ora ha finalmente ha un nome: Max Vatan (Brad Pitt).

Con Allied Robert Zemeckis intende forse rinverdire i fasti della Hollywood che fu, ma se fu e più non è un motivo dovrà pur esserci. Oltremodo pulito, senza sbavature, Zemeckis però non riesce ugualmente a rinunciare al suo grande amore per la computer grafica, il cui abuso non incide soltanto nelle scene più “spettacolari”, informando bensì buona parte della fotografia, laccata più del dovuto. La superficie glamour prende quasi subito il sopravvento, praticamente con la medesima velocità con cui s’instaura la traccia romantica su cui il film poggia, ovvero il rapporto tra Max e Marianne.

La scarsa alchimia tra Pitt e la Cotillard gioca senz’altro un ruolo, quantunque è più agevole ipotizzare che i freni inibitori, la scintilla che non scatta per l’intero film siano dovuti ad una sceneggiatura troppo ripiegata su un classico che sa di insipido. Considerazione che fa male a chi scrive per primo, perché dietro lo script c’è Steven Knight, un veterano insomma, a sua volta probabilmente limitato da un progetto che è quello che è, cioè un revival di vecchi film ad ambientazione storica che girano attorno ad una love story. Certa semplicità, quasi ingenuità verrebbe da dire, ha fatto il proprio tempo, ma soprattutto lascia il tempo che trova alla luce di altre idee di segno totalmente opposto: si pensi all’immissione nella storia della sorella di Max, che convive tranquillamente con l’amante donna, deriva anacronistica del tutto gratuita.

Anche nella sua vocazione allo spionaggio purtroppo Allied non riesce a tenere il passo con il mistero la cui risoluzione, da un certo punto in avanti, diventa centrale. Una svolta che eppure ha il suo perché, vanificato però da una ricerca che non appassiona, o che forse arriva semplicemente quando oramai la buon vecchia sospensione d’incredulità è svanita e siamo già altrove. Temo che per tutto ciò comunque si debba tornare alla sceneggiatura di Knight, così pallida e priva di alcuna verve, in cui non ci si prende un rischio che sia uno, e a qualunque livello. Neanche nelle fasi più concitate, nel suo essere pure, tra le altre cose, war movie, Allied riesce a regalarci almeno una scena all’altezza purtroppo.

In uno dei passaggi chiave emerge allora la scena più emblematica, quella che meglio contempla in sé la portata di Allied. Marianne è in procinto di dare alla luce una bambina sotto le bombe dei nazisti, i cieli della notte illuminati da fuochi pirotecnici, la donna è costretta a partorire all’aperto; devastata dalle doglie del parto, che però la Cotillard finge palesemente, eccola tirare a sé il suo uomo e, guardandolo dritto negli occhi: «Questa sono veramente io, nuda come Dio mi ha fatto». Non c’è modo migliore probabilmente per riassumere le velleità di Allied, che incarna peraltro il concetto di flop, ossia di opera che poteva ed entro una certa qual misura doveva essere migliore di quanto in realtà non sia.

[rating title=”Voto di Antonio” value=”5″ layout=”left”]

Allied – Un’ombra nascosta (Allied, USA, 2016) di Robert Zemeckis. Con Brad Pitt, Marion Cotillard, Jared Harris, Lizzy Caplan, Daniel Betts, Matthew Goode, Angelique Joan, Jason Matthewson, Iain Batchelor, Peter Meyer, Raphael Acloque, Sally Messham e Raphael Deprez. Nelle nostre sale da giovedì 12 gennaio 2017.