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Venezia 2017, Gatta Cenerentola: Recensione in Anteprima

L’animazione italiana è viva e vegeta come dimostrato dal sorprendente Gatta Cenerentola, dal 14 settembre in sala.

pubblicato 5 Settembre 2017 aggiornato 28 Agosto 2020 02:31

Si può e si deve parlare di autentico miracolo napoletano, dinanzi al sorprendente Gatta Cenerentola di Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri e Dario Sansone. Lungometraggio animato costato appena 1.2 milioni di euro, il film, in sala con Videa dal 14 settembre, è stato presentato nella sezione Orizzonti alla 74esima Mostra del Cinema di Venezia, suscitando così tanto clamore da far ai più rimpiangere il Concorso.

Rilettura noir della favola del XVII secolo di Giambattista Basile, Gatta Cenerentola rianima l’animazione tricolore, negli ultimi anni andata incontro a flebili spasmi di vita, qui esplosi con fragore al Lido. Doppiata da Alessandro Gassmann (Primo Gemito), Massimiliano Gallo (Salvatore Lo Giusto) e Maria Pia Calzone (Angelica Carannante), la pellicola sorge in una Napoli tutta luce e cenere, futuristica e neanche a dirlo attraversata dalla criminalità.

In un simile contesto vive la piccola Cenerentola, cresciuta all’interno di un’enorme nave iper-tecnologica ferma al porto di Napoli da più di 15 anni, causa la morte del suo ricco padre, scienziato nonché armatore ucciso dalla matrigna cattiva e dal suo amante Salvatore Lo Giusto, boss delle scarpe denominato ‘o Re’. Seppellite le speranze di far risorgere la città attraverso la rinascita del porto, con Napoli nel frattempo diventata capitale del riciclaggio, la giovane e silente protagonista dovrà smontare il piano malavitoso di colui che la vuole in sposa, ottenendo giustizia per il proprio sanguinoso passato e ridando forza ai nobili ideali dell’indimenticato papà.

4 anni dopo L’arte della felicità, nel 2013 presentato sempre a Venezia, Alessandro Rak è tornato alla Mostra con un’opera ancor più sorprendente, quanto tecnicamente affascinante. Un progetto adulto, contemporaneo, che incrocia l’animazione francese di Sylvain Chomet con l’anime giapponese, diventando spiazzante incrocio napoletano. Una Gomorra animata e musicata in cui vivono boss camorristici, prostitute e transessuali, un ‘cartone animato’ in cui piovono insulti e allusioni sessuali, con la cocaina che scorre a fiumi mischiandosi al sangue, innocente e non, tra colpi di pistola e coltellate.

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Un gioiello di pura creatività, in parte realizzato grazie ad un software gratuito e registicamente parlando pienamente cinematografico, con suggestioni che guardano a quel teatro in cui prese vita negli anni ’70 l’opera scritta e musicata da Roberto De Simone. Due atti, tra luce e fuliggine, gioia e dolore, speranza e desolazione, musica e parole, in cui i 4 registi oscillano tra passato e presente, realtà e finzione, attraverso fantasmi-ologrammi che galleggiano all’interno della gigantesca nave rivelando ricordi dimenticati, verità taciute.

Un lungometraggio animato che nulla ha da invidiare alle tante produzioni europee spesso da noi agognate, qui finalmente sfidate da un’operazione produttivamente parlando coraggiosa e tecnicamente appagante.

[rating title=”Voto di Federico” value=”7.5″ layout=”left”]

Gatta Cenerentola (Ita, animazione, 2017) di Alessandro Rak, Ivan Cappiello, Marino Guarnieri, Dario Sansone; con le voci di Massimiliano Gallo, Maria Pia Calzone, Alessandro Gassmann, Mariano Rigillo, Renato Carpentieri – Concorso Orizzonti – al cinema dal 14 settembre