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Venezia 2018, The Sisters Brothers: Recensione del film di Jacques Audiard

Scroscianti applausi all’anteprima veneziana di The Sisters Brothers, nuovo film di Jacques Audiard.

pubblicato 2 Settembre 2018 aggiornato 27 Agosto 2020 16:59

Tre anni dopo la Palma d’Oro vinta al Festival di Cannes con Dheepan, il 66enne Jacques Audiard è finalmente tornato con un atipico western trainato da un cast hollywoodiano: Joaquin Phoenix, John C. Reilly, Jake Gyllenhaal e Riz Ahmed.

The Sisters Brothers il titolo del film del regista francese, per la prima volta in Concorso a Venezia grazie all’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Patrick deWitt. Siamo nell’Oregon del 1851, terra selvaggia e ostile ormai prossima al cambiamento, a quella modernità che lentamente si fa strada tra la polvere e i cavalli. Charlie ed Eli Sisters sono due sicari del temibile Commodoro, potente signore che richiede ‘lavoretti’ ai suoi prediletti.

I due fratelli di sangue, che rientrano in questa ristretta cerchia, partono così alla ricerca di un chimico tramutatosi in cercatore d’oro, da torturare affinché riveli la magica ‘formula’. Ma quel che sembrava un semplice incarico si trasformerà presto in un iniziatico viaggio, in un’odissea fatta di strani incontri e scontri a fuoco, di amicizia e fratellanza.

Una fiaba western, quella diretta e sceneggiata da Audiard, accolta da scroscianti applausi all’anteprima stampa. Un titolo dal genere quasi indecifrabile perché in grado di spaziare con sapienza, gestendo con maestria tonalità assai differenti. A tratti ‘buddy movie’, grazie a due fratelli così agli antipodi, The Sisters Brothers fa tornare a galla un mondo di pura violenza, sporco e cattivo, in cui questi due uomini seminano morte, sorrisi e distruzione per motivi assai differenti.

Per puro piacere perché brutale scavezzacollo (Joaquin Phoenix), e per affetto nei confronti del fratello minore da proteggere dalla sua stessa sete di sangue, in quanto desideroso di mettere famiglia e godersi la propria esistenza (John C. Reilly). Un’alchimia inimmaginabile, quella tra i due attori, concretizzatasi grazie soprattutto allo straordinario lavoro di un Reilly dalla fascinosa dolcezza, bonario volto in una landa infinita di criminali da strapazzo. Fratello minore in testa. Il suo Eli, gigante dai lineamenti gentili, è un pistolero che agogna la pensione, affezionato al proprio cavallo, ossessionato da una storia d’amore mai del tutto dimenticata e talmente a modo e gentile da lasciare senza fiato persino le prostitute, in fuga dalle sue braccia perché poco abituate a simile bontà. Di tutt’altra pasta il fratello Charlie, barbaro alcolizzato che sogna lo scettro del potente ‘padrone’, da detronizzare a suon di fucilate.

Musicato dal premio Oscar Alexandre Desplat e con i costumi della nostra Milena Canonero, The Sisters Brothers aggiorna il mito della frontiera cinematografica americana, qui ormai prossima al cambiamento, umano, sociale e metropolitano. Spazzolini e dentifricio sono arrivati negli empori, mentre negli alberghi ha trovato spazio l’acqua corrente. Il sogno di una società equa e giusta cavalca con sempre maggiore insistenza tra saloon e fiumi setacciati dai cercatori d’oro, mentre la caccia all’uomo dei nostri due fratelli viene complicata da un 3° sicario, interpretato da Jake Gyllenhaal, che cede al fascino del mutamento e tradisce il temuto Commodoro, pronto a tutto pur di avere la formula del chimico Hermann Kermit Warm, che ha i lineamenti di Riz Ahmed.

Audiard, che ha ricreato l’America del XIX° secolo tra Spagna e Romania, svecchia l’abusato genere western seguendo canoni inattesi, tra speranza e abbandono, nostalgici ricordi e malinconiche realtà, lasciando ad un magnifico C. Reilly, qui anche produttore esecutivo, il compito di guidare questi due fratelli in terre private di carità e amore. Tecnicamente impeccabile, The Sisters Brothers ha il raro pregio di infondere umanità attraverso i suoi protagonisti, decollando grazie ad un finale sorprendentemente emozionale, tutto centrato sul ritrovo di un abbraccio, sull’appagamento di un sorriso, sulla dimenticata bellezza della felicità.

[rating title=”Voto di Federico” value=”8″ layout=”left”]

The Sisters Brothers (Western, Francia, Belgio, Romania, Spagna, 2018) di Jacques Audiard; con Joaquin Phoenix, John C. Reilly, Jake Gyllenhaal, Riz Ahmed