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Venezia 2018, 22 Luglio: Recensione del film di Paul Greengrass

77 morti in poche ore. Il massacro compiuto dall’estremista di destra Anders Breivik è diventato lungometraggio grazie al regista di Jason Bourne.

pubblicato 5 Settembre 2018 aggiornato 27 Agosto 2020 16:53

A tre giorni dalla consegna del Leone d’Oro la 75esima Mostra del Cinema di Venezia si gioca il 3º e ultimo titolo Netflix in Concorso, dopo gli acclamati Roma di Cuaron e The Ballad of Buster Scruggs dei Coen. Si tratta di 22 July, ritorno dietro la macchina da presa del 63enne Paul Greengrass, di nuovo tra noi due anni dopo Jason Bourne con un progetto che ha riportato in vita la strage del 22 luglio 2011, quando un estremista di destra uccise 77 persone.

8 di queste colpite a morte da un’autobomba a Oslo, prima di compiere un massacro sull’isola Utøya, quando 69 ragazzi caddero sotto i suoi colpi. 8 mesi dopo Utøya 22 Juli del norvegese Erik Poppe, presentato in Concorso a Berlino e girato con un’unico pianosequenza in grado di riprendere la strage in tutta la sua interezza, il cinema è tornato ad interessarsi del più grave atto di sangue della storia norvegese prendendo a piene mani dal romanzo “One of Us” di Åsne Seierstad, strutturato sui racconti di un superstite.

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Il 22 luglio del 2011 Anders Behring Breivik, trentaduenne di estrema destra, parcheggiò prima un’auto piena di esplosivo davanti al palazzo che ospitava il primo ministro norvegese (8 morti e oltre 200 feriti), per poi presentarsi dopo circa 2 ore sull’isola di Utoya vestito da poliziotto e uccidere 69 ragazzi tra i 14 e i 20 anni, ospiti di un campus organizzato dalla sezione giovanile del Partito Laburista Norvegese. 110, in questo caso, i feriti.

Senza troppi fronzoli Greengrass si concentra immediatamente sul duplice attentato, tra Oslo e Utoya, completando in mezz’ora la carneficina compiuta da Breivik, interpretato da un inquietante Anders Danielsen Lie. Nei successivi 110 minuti il regista di United 93, Green Zone e Captain Phillips segue il processo nei confronti dell’estremista di destra e il difficile recupero psico-fisico di un sopravvissuto alla sparatoria, cedendo alla facile commozione.

Il rapporto tra Jonas Strand Gravli, miracolosamente scampato alla morte anche se colpito da 5 proiettili, e la sua famiglia diventa centrale, così come la relazione a distanza tra il giovane e il suo carnefice, che continua a tormentarlo tra sogni e realtà per lunghi e complessi mesi. Breivik, nel frattempo, manipola media e avvocati con sconcertante serenità, affondando nella sua totale solitudine dopo aver cullato l’ipotesi di un’illogica ‘vittoria’ nei confronti di quella società multiculturale da lui detestata.

Il regista britannico, qui anche sceneggiatore, debutta su Netflix con una didascalica pellicola che spazia tra follia e ragione, civiltà democratica e diritti universali, politica sociale e giustizia, morte e resurrezione, speranza, odio, paura e resistenza. Un progetto sbilanciato e visivamente molto poco ispirato (e assai televisivo), quello diretto da Grengrass, fortemente esplicito nel mettere in scena la strage e forzatamente emozionale nel mostrare la gestione del dolore e della rabbia da parte dei sopravvissuti, ‘capitanati’ dal bravo Jonas Strand Gravli.

Discutibili flashback sonori e visivi, con tanto di rallenty, riempiono i ricordi del ragazzo, mentre il passato dell’attentatore, esplicitato nel best-seller di Åsne Seierstad, rimane solo sullo sfondo. Purtroppo. Il contesto da cui Breivik proviene, la famiglia in cui è cresciuto e la strada che ha poi portato il 32enne a compiere una carneficina semplicemente inspiegabile sono superficialmente indagati, con Greengrass più stimolato da altro, dalla guarigione e riconciliazione di un Paese. Probabilmente più appetibile, empaticamente parlando, ma anche meno interessante e cinematograficamente già visto.

[rating title=”Voto di Federico” value=”4.5″ layout=”left”]
[rating title=”Voto di Antonio” value=”4″ layout=”left”]

22 July (Norvegia, Islanda, drammatico) di Paul Greengrass; con Valeria Bruni Tedeschi, Pierre Arditi, Valeria Golino, Noémie Lvovsky, Yolande Moreau, Laurent Stocker, Riccardo Scamarcio, Bruno Raffaelli, Marisa Borini, Oumy Bruni Garrel, Vincent Perez, Stefano Cassetti, Xavier Beauvois – dal 10 ottobre su Netflix.