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Torino 2012 – Smettere di fumare fumando: recensione in anteprima del film di Gipi (Concorso)

Gipi alle prese con le sigarette: da 40 a 0. In 10 giorni smetterà: cosa c’è di meglio che riprendere questo percorso? Leggi la recensione di Smettere di fumare fumando, in concorso al 30 TFF.

pubblicato 25 Novembre 2012 aggiornato 31 Luglio 2020 20:04

Una delle opere a sorpresa del concorso di Torino, Smettere di fumare fumando è innanzitutto un esperimento innegabilmente curioso. Gianni Pacinotti, meglio conosciuto da tutti come Gipi, arriva dalla sua prima esperienza cinematografica, L’ultimo terrestre, visto in concorso alla Mostra di Venezia 2011. Un’opera a suo modo fragile e acerba, ma senz’altro molto più curiosa della media nazionale. Lo stesso si potrebbe dire di Smettere di fumare fumando, “filmino” indie e ultra-low budget.

40 sigarette al giorno. E’ questa la media di Gipi, che improvvisamente decide di smettere di fumare. Da due pacchetti a zero sigarette: si può fare? Certo che sì, solo che le conseguenze possono essere “folli”. Cosa c’è di meglio per un neo-regista alle prese con la sua opera seconda che tentare di registrare proprio questo percorso? Si prendono due piccioni con una fava: si crea un film sperimentale e si guadagna in salute! Certo, in entrambi i casi tuttavia si tratta di sfide enormi…

Gipi, quindi, ha vinto le sue due sfide? Lui dice di aver smesso definitivamente di fumare, anche se si sarebbe acceso una sigaretta molto volentieri durante il Q&A successivo alla proiezione ufficiale della pellicola a Torino. La sfida sul versante cinematografico è invece vinta a metà. Gipi ha sicuramente una personalità forte, tipicamente toscana, quindi già irresistibile nel suo essere dichiaratamente una macchietta intelligente e sboccata. Può però questo bastare per reggere un film?


Giorno 1. “Non devo pensare”. Gipi fuma da quando ha 14 anni. Oggi ne ha 48. “Devo pensare alle cose che mi piacciono”: chi fuma può capire benissimo cosa l’uomo stia provando già nel suo primissimo giorno di un percorso tortuoso come questo. Di certo non trova appoggio nella madre, che anzi vorrebbe che il figlio continuasse a fumare: se una cosa lo fa stare bene, e se smettere di fumare lo fa soffrire così tanto e lo rende insofferente e antipatico, perché dovrebbe farla finita? Non fa una piega.

Ma Gipi va avanti, e continua a riprendere tutto quello che può e vuole. Lo fa con un telefonino e (immaginiamo) qualche videocamerina, con un risultato estetico assolutamente grezzo e poverissimo. L’audio è spesso di livello infimo, e quando uscirà in sala il film dovrà per forza essere sottotitolato. Ma qui l’estetica non frega niente a nessuno: il progetto e l’idea contano molto di più delle “belle immagini” e dell'”audio pulito”, per forza di cose. Perché si tratta di un diario intimo, ricchissimo di flussi di coscienza e primissimi piani in grandangolo.

Pensieri in libertà, parolacce, frasi acide e cattive, istinti omicidi. Viene da chiedersi ad un certo punto quanto ci sia di vero nel film e quanto sia costruito perfettamente per l’economia del film. Quindi si potrebbe dubitare della sincerità dell’operazione. Ma non è questo il punto. Il fatto è che Smettere di fumare fumando è un film di 68 minuti, a cui però si toglierebbe volentieri una mezz’oretta, trasformandolo così in un lungo sketch sperimentale da Youtube. Un lavoro che si nutre di cinema, certo, ma che troverebbe proprio sul canale on line una collocazione ideale.

Non mancano affatto le trovate e le chicche, anzi. Ci sono un orsetto luminoso dell’Ikea, una fantomatica Wolvessyster che parla di rapimenti alieni (esiste davvero, e viene direttamente da Youtube, non a caso), un cartello autostradale che suggerisce all’autore di fumare e gli dice che ha “il pene sottile” (una fissa che Gipi si mette in testa per non pensare alle sigarette). Si ride spesso durante la pellicola, tanto quanto durante la seconda parte si pensa sia lunga e ripetitiva. Abbastanza sfiancante, in questo senso, tutta la sequenza del “ritorno” alla prima casa del regista.

Gipi pare molto consapevole del tipo di operazione che sta conducendo, e mette le mani avanti con la critica. Usa anche due personaggi fuori campo per prevedere come gli stessi critici leggeranno il film: e li fa fuori, letteralmente, a suon di pallottole (e non solo). I giorni 9 e 10, nei quali il regista indossa delle assurde maschere da ippopotamo, non sono mica citazioni “alla David Lynch” (vedi Rabbits), ma di Bud Spencer. Ovvio, no? Ma non basta essere consapevoli dell’umiltà dell’operazione per far funzionare tutto il progetto. Che resta curioso, appunto, ma piccolo e fragile.

Voto di Gabriele: 6

Smettere di fumare fumando (Italia 2012, documentario 68′) di Gianni Pacinotti (Gipi); con Gianni Pacinotti (Gipi), Federico Penco, Michele Penco, Meri Davini, Loretta Garzella, Annalisa Pacinotti, Grega Davini – Qui il trailerProssimamente in sala grazie a Fandango.

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