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Cannes 2019, The Dead Don’t Die (I morti non muoiono), recensione – gli innocui zombie di Jim Jarmusch

Festival di Cannes 2019: sorprendentemente innocuo e poco incisivo l’ultimo esercizio di genere di Jim Jarmusch, infarcito di un citazionismo meta non sufficiente a tenere in piedi l’intera operazione

pubblicato 15 Maggio 2019 aggiornato 29 Luglio 2020 19:22

Centerville, paesino rurale con pochi abitanti, dove la vita scorre tutta uguale. Già qui c’è un primo accenno, un mettere le mani avanti da parte di Jarmusch, il quale non vuole scompaginare alcunché, riscrivere dei format che si discostino dai canoni. The Dead Don’t Die è una lunga gag, un gioco al quale Jim Jarmusch senza troppa apprensione, anzi. In questo paesino contraddistinto da una noia palpabile, due poliziotti (Bill Murray e Adam Driver) vengono scacciati malamente a colpi di fucile dal pazzo del villaggio (Tom Waits), personaggio che assumerà spessore sul finire, in capo al quale il regista filtra pure quella sorta di morale, di senso se vogliamo, che però va contestualizzato.

Come infatti la location ed il contesto sono quanto di più familiare, è soprattutto rispetto al genere che Jarmusch, contrariamente a quanto fosse lecito suppore, volutamente evita di concedersi alcuna licenza. The Dead Don’t Die poggia pressoché interamente su momenti, di stampo per lo più metacinematografico, singolarmente pure divertenti, ma che col passare del tempo si fanno soverchianti. E lo sono in ragione del fatto che sotto quella coltre di citazioni e rimandi, di sostanzioso c’è davvero poco.

Tanto per cominciare l’idea di base da cavalcare è quella classica, ossia dello zombie movie quale critica alla società dei consumi; critica alla quale lo stesso Jarmusch crede fino a un certo punto, non tanto perché non la condivida, quanto perché sembrano essere le modalità a non convincerlo, proprio perché distanti da un’idea di cinema, la sua, profondamente diversa. Non a caso quando si è cimentato, proprio di recente, con un film a tema vampiri, ne è venuto fuori Solo gli amanti sopravvivono, che è un unicum più che una variante vera e propria.

Di questo suo nuovo tentativo di accostarsi a un genere così strutturato, rigido se vogliamo, non si coglie francamente quel quid che non dico giustifichi (ci mancherebbe), ma che almeno dia consistenza. Appare così evidente l’impegno a non volersi prendere sul serio, che il tutto ne esce come depotenziato, ben meno divertente di quanto forse avrebbe potuto essere. Si sorride alle già menzionate citazioni, e sono tante, più o meno indovinate, come il portachiavi di un incrociatore di Star Wars dato ad Adam Driver, il wild animal appioppato all’Iggy Pop versione zombie, le battute di Driver circa l’essere consapevole che tutto ciò che sta accadendo, l’invasione zombie intendo, faccia parte di una sceneggiatura.

Troppo poco per alzare l’asticella, anche perché, come in parte già accennato, non si riesce davvero ad andare oltre. Anzi, l’impressione è che proprio non si voglia. Qui e lì ci sono momenti spassosi, intuizioni interessanti, come la Smart rossa decappottabile del personaggio di Driver mentre si reca sulla scena di un presunto omicidio o in generale tutto ciò che riguarda il personaggio di Tilda Swinton, che interpreta una strana scozzese.

Ma si tratta appunto di estemporanee iniezioni di ciò che forse avrebbe potuto essere questo The Dead Don’t Die, che anche nel suo partire qua e là per la tangente spinge ma fino a un certo punto. Uno di quei film rispetto a cui cogli non tanto la passione quanto il divertimento di coloro che vi hanno preso parte; peccato non si riesca a contagiare un pubblico che, al contrario, si lascia attraversare da battute basate su riferimenti che a un certo punto sembra addirittura sfocino quasi in un certo groupismo, roba di cui sono certamente colmi i social.

Anche qui, però, dubito si volesse prendere di mira quell’utenza, così come non ci si voleva scagliare più di tanto coi cinefili, qui e lì anch’essi punzecchiati. Con il non auspicabile risultato che il refrain «andrà a finire male», messo in bocca in più occasioni al personaggio di Adam Driver, diviene quasi una profezia. Quasi. Magari fosse finito male; invece, semplicemente, finisce, e noi ce ne siamo a malapena accorti.

[rating title=”Voto di Antonio” value=”5″ layout=”left”]

The Dead Don’t Die (I morti non muoiono, USA, 2019) di Jim Jarmusch. Con Bill Murray, Adam Driver, Tilda Swinton, Chloë Sevigny, Steve Buscemi, Danny Glover, Caleb Landry Jones, Rosie Perez, Iggy Pop, Sara Driver, Rza, Carol Kane, Selena Gomez e Tom Waits. Concorso.

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