Home Animazione Frozen 2, la recensione: spettacolare sequel che abbatte muri costruendo ponti tra i popoli

Frozen 2, la recensione: spettacolare sequel che abbatte muri costruendo ponti tra i popoli

Elsa e Anna tra passato, presente e futuro in Frozen 2.

pubblicato 14 Novembre 2019 aggiornato 29 Luglio 2020 15:40

Sei anni fa Chris Buck e Jennifer Lee davano vita al vero grande classico contemporaneo Disney, Frozen – Il regno di ghiaccio, in poco tempo diventato fenomeno cinematografico, musicale, teatrale, semplicemente di costume. Vinti due Oscar (miglior film d’animazione e miglior canzone), un Golden Globe, 2 Grammy e 5 Annie Award, Frozen è ancora oggi il film di animazione con i maggiori incassi della storia del cinema, inflazione esclusa, pari a 1,274,219,009 dollari (se non si considera lungometraggio animato il remake de Il Re Leone), ai quali bisognerebbe aggiungere i miliardi guadagnati con l’infinito merchandising, che da sei anni vede bimbe e bimbi di tutto il mondo impazzire per i personaggi liberamente ispirati alla fiaba di Hans Christian Andersen.

Sei anni dopo, Chris Buck e Jennifer Lee, affiancati dai compositori Kristen Anderson-Lopez e Robert Lopez, hanno osato ritornare ad Arendelle per il più atteso e rischioso dei sequel animati dell’ultimo lustro, al pari di Toy Story 4. D’altronde tanto c’era ancora da dire nei confronti delle due sorelle protagoniste, anche partendo da una sola domanda. Perché Elsa è nata con dei poteri magici?

Un quesito semplice ma efficace, perché completamente snobbato nel 2013, che porterà la regina Elsa, la sorella Anna, Kristoff, il pupazzo di neve Olaf e la renna Sven fino ai confini del regno, in una foresta magica, incantanta, che tace segreti e verità a lungo sottovalutate. Un viaggio degli eroi pieno di pericoli, con Elsa costretta ad aggrapparsi a quei poteri che pensava troppo forti, per essere gestiti, e che invece dovranno bastare per riuscire a salvare la sua Arendelle.

E’ un sequel più cupo dell’originale, questo Frozen II che scava nel passato di Elsa e Anna per scoprire cosa si nasconda dietro i poteri della Regina di Ghiaccio. Attraverso gli immancabili flashback i registi Lee e Buck conducono lo spettatore verso quel passato solo accennato nel primo capitolo, a quei genitori poi morti in mare, abbracciando tradizioni e storia norvegese, tra popoli della foresta, aurore boreali e canti. Il coming-of-age coinvolge inevitabilmente tutti i protagonisti. Perché se Elsa va a caccia delle sue origini, Anna farà di tutto per proteggerla dai pericoli che inconteranno sulla loro strada, mentre l’impacciato Kristoff si farà in quattro per chiederle la mano (occhio al ‘suo’ brano, che abbatte decenni di cliché sentimentali al cinema) e il simpatico Olaf, maturato e acquisite inattese proprietà di linguaggio, inizierà a porsi domande sull’esistenza. Sua e di chi lo circonda.

Essendo un musical animato, e con l’obbligo di non far rimpiangere quanto fatto nel 2013 dalla fenomenale colonna sonora originale, Il Segreto di Arendelle punta inevitabilmente e ancora una volta sulla parte cantata e musicale, con 7 brani inediti trainati dalla splendida “Into the Unknown” (già suo il premio Oscar). Come nel 2013 con “Let It Go”, quando Elsa canta “Into the Unknown” Frozen 2 decolla, grazie ad una potenza visiva che esplode magicamente sul grande schermo, senza mai più abbandonarlo. Da quell’esatto momento Jennifer Lee e Chris Buck si sono letteralmente scatenati in una rappresentazione animata travolgente e sbalorditiva, per realismo e inventiva. Mai in un lungometraggio animato si erano viste scene acquatiche tanto verosimili (impressionante la sequenza tra le onde), con Elsa chiamata a combattere un mare in tempesta in sella ad un meraviglioso cavallo d’acqua (la criniera trasuda gocce), mentre giganti di pietra inseguono Anna e l’allegro Olaf, ancora una volta esilarante giullare di corte.

L’azione non manca, in Frozen II, così come i tanti, troppi ‘spiegoni’ che lungo i 100 minuti di pellicola provano a snodare tutti quei fili volutamente aggrovigliati dagli sceneggiatori, costantemente in bilico tra tradizione e ambizione, nel guardare ad una mitologia più stratificata. Il rapporto tra le due sorelle è chiaramente ancora una volta centrale, così come nel primo capitolo, mentre Elsa, regina di ghiaccio che non punta all’amore e alla dolce metà (nessuna compagna per lei, come chiesto sui social tramite l’hastag #GiveElsaAGirlfriend) si fa supereroina, insuperabile donna dai superpoteri.

Dinanzi a questa famiglia assai poco tradizionale, in cui amicizia, amore e fedeltà trionfano, Frozen II dipinge i lineamenti di un mondo che deve farsi ecologista e troppo spesso sull’orlo della guerra, perché accecato dall’odio nei confronti di chi è considerato diverso. Un mondo da salvare abbattendo muri/dighe, tendendo una mano, abbracciando, dialogando, dando semplicemente vita a ponti fondati sul rispetto reciproco, sulla possibile convivenza, sulla fratellanza tra i popoli.

[rating title=”Voto di Federico” value=”7″ layout=”left”]

Frozen II – Il Segreto di Arendelle (Usa, animazione, 2019) di Jennifer Lee, Chris Buck; con Serena Autieri, Serena Rossi, Enrico Brignano, Paolo De Santis, Idina Menzel, Kristen Bell, Josh Gad, Jonathan Groff, Alan Tudyk – uscita mercoledì 27 novembre 2019.

Animazione