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All Is Lost – Tutto è perduto: le recensioni dagli Usa e dall’Italia

Un’occhiata alle recensioni Americane e Italiane di “All Is Lost – Tutto è perduto” con Robert Redford assoluto protagonista

di carla
pubblicato 11 Febbraio 2014 aggiornato 31 Luglio 2020 04:32

Ieri sera ho visto All Is Lost – Tutto è perduto diretto e scritto da J.C. Chandor con Robert Redford unico protagonista in mezzo all’oceano. Devo ammettere che il ruolo è una bella sfida per l’attore che tiene sulle sue spalle tutto il film, dove pronuncia praticamente solo un paio di battute e dove recita con corpo e sguardo. Dopo aver letto la nostra recensione, ecco arrivare le critiche Americane e Italiane. Voi l’avete visto? Vi è piaciuto? Che voto gli date? Mentre scrivo, su Rotten, la percentuale delle recensioni positive è del 93%. Wow.

Mick LaSalle – San Francisco Chronicle: Anche Robert Redford per 106 minuti può essere un po’ troppo. Voto: 2/4

Joe Williams – St. Louis Post-Dispatch: abbiamo i punti prevedibili – tempeste, squali, navi di passaggio – ma sembra un manufatto unico fatto a mano. Voto: 3/4

Rene Rodriguez – Miami Herald: è un testamento di un grande attore, un pezzo sperimentale di cinema e un po’ di noia. Voto: 2/4

Lisa Kennedy – Denver Post: il film è il trionfo di Robert Redford. Voto: 3.5 / 4

Liam Lacey – Globe and Mail: Il film è rigoroso, serio e ben congegnato, con Robert Redford che tiene lo schermo usando solo le sue economiche reazioni emotive e la presenza fisica. Voto: 3/4

Peter Howell – Toronto Star: Per tutto il suo rigore formale, il film si propone come un’attrazione widescreen multiplex, dove tutti gli occhi sono incollati sul dilemma del protagonista, e dove ogni mente si chiede se lui riuscirà ad ingannare la morte. Voto: 3.5 / 4

Tom Long – Detroit News: Alla fine, anche il tentativo di sopravvivere diventa discutibile. Siamo tutti isolati, tutti noi soccombiamo ad un certo punto. Voto: B +

Richard Roeper – Richard Roeper.com: Robert Redford poteva vincere il primo Oscar come miglior attore della sua grande carriera. Voto: 5/5

James Berardinelli – ReelViews: il film racconta come l’uomo si ribella contro la morte, anche quando ogni speranza è vinta da circostanze avverse. Voto: 3/4

Moira MacDonald – Seattle Times: Chandor e Redford rendono affascinante ogni momento di questo film (nonostante un finale che dividerà il pubblico). Voto: 3.5 / 4

Rafer Guzman – Newsday: Anche all’età di 77 anni, Robert Redford può comandare lo schermo, e lui è il motivo principale per vedere questa storia di uomo-contro-natura. Voto: 3/4

Ann Hornaday – Washington Post: Robert Redford infonde l’avventura con vene ricche di simbolismo e di meta-significato. Voto: 4/4

Ben Sachs – Chicago Reader: è avvincente come una storia di avventura, anche se non raggiunge la profondità a cui si aspira.

Ty Burr – Boston Globe: quasi perfetto: economico, elegante, ed elementare. Voto: 4/4

Randy Myers – San Jose Mercury News: Le reazioni di Robert Redford sono oneste, in sintonia con un uomo di mare. Voto: 3.5 / 4

Dana Stevens – Slate: J. C. Chandor crea un ambiente adeguatamente semplice e trasparente.

Kyle Smith – New York Post: Un’esperienza avvincente… Voto: 3/4

Stephen Whitty – Newark Star-Ledger: Un viaggio affascinante attraverso un vasto oceano, e verso le grandi acque inesplorate del nostro io. Voto: 3.5 / 4

Betsy Sharkey – Los Angeles Times: il film si rivela straordinariamente abile, sorprendentemente intuitivo e profondamente commovente. Voto: 4/5

Claudia Puig – USA Today: Chandor dimostra che gli elementi, combinati con il talento di un attore veterano, sono tutto quello che serve per fare un accattivante thriller al cardiopalma. Voto: 3.5 / 4

AO Scott – New York Times: Un film d’azione, nel senso più profondo e sublime del termine… Voto: : 5/5

Elizabeth Weitzman – New York Daily News: E’ solo un ragazzo. Su una barca. Per 107 minuti. E ognuno di quei minuti è avvincente. Voto: 5/5

Steven Rea – Philadelphia Inquirer: C’è una tensione incredibile in questa prova, e Robert Redford rende la tensione profondamente palpabile. Voto: 4/4

Peter Travers – Rolling Stone: una master class di recitazione. Voto: 3.5 / 4

Justin Chang – Variety: interpretato da un superbo Robert Redford.

David Edelstein – New York Magazine: Robert Redford regala l’interpretazione della sua vita.

David Thomson – The New Republic: incredibile e commovente.

Mary Corliss – TIME Magazine: la chiave di volta per la carriera di un grande star.

Todd McCarthy – Hollywood Reporter: un impressionante one-man show.

Jordan Hoffman – Film.com: Da prua a poppa batte cinema puro.

Maurizio Porro – Il corriere della sera: Storia metafisica che il regista Chandor sorveglia con la pessimistica suspense esistenziale del quotidiano.

Alessandra Levantesi Kezich – La Stampa: (…) Inutile dire che dell’avventura raccontata da Chandor con essenzialità e limpidezza, Robert Redford, con quel suo bel viso di settantasettenne che non teme i segni dell’età e riflette un’esperienza di vita ben spesa, è il fulcro emotivo, l’anima.

Fabio Ferzetti – Il Messaggero: Nello spericolato “All is lost” la metafora è in agguato ma Chandor (…) si limita a suggerirla. Facendo piazza pulita di tutto ciò che fa la potenza di Hollywood per concentrarsi su pochissimi elementi. Il silenzio, la lotta contro gli elementi, la capacità di sfruttare tutto ciò che si ha a disposizione. Un esercizio di rarefazione ad alta potenza simbolica. Prendere o lasciare,.

Alberto Crespi – l’Unità: (…) colpevolmente ignorato dagli Oscar (solo una nomination tecnica per il montaggio sonoro). Noi, nel nostro piccolo ve lo segnaliamo. E’ un’esperienza particolarissima (…) L’unica certezza è che il film è emozionante e che Redford è un attore superbo. Andate a salutarlo, se lo merita.

Massimo Bertarelli – il Giornale: Chissà se il temerario Robert Redford vincerà la sfida al botteghino (…) film senza dialoghi (…) Dopo un’ora e sette minuti lancia un urlo terrificante. Svegliando la platea.

Roberto Nepoti – la Repubblica: (…) lo schermo è occupato dall’inizio alla fine da un unico personaggio, sempre al centro della scena, di cui il pubblico condivide le emozioni e le paure. Per rendere accettabile un film del genere ci vuole, soprattutto, un interprete convincente; e non si vede chi avrebbe potuto esserlo più di Robert Redford, impegnato qui in un autentico testamento cinematografico. (…) Redford conferisce una grande umanità a un personaggio di discendenza hemingwayana, protagonista di un’epica del quotidiano quasi senza tempo (…) Detto ciò, quello di Chandor è quasi un film sperimentale, dal partito preso originale, coraggioso e ammirevole; il che non lo preserva, però, da qualche momento di noia.