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Apollo 18: Recensione in Anteprima

Rinviato per ben quattro volte prima di uscire finalmente nei cinema americani, Apollo 18 è andato incontro ad un più che discreto risultato al botteghino. Immeritatamente, perché la pellicola diretta da Gonzalo Lopez-Gallego e prodotta dal russo Timur Bekmambetov finisce per impoverire ancor di più il già inflazionato mondo del genere mokumentary.

pubblicato 2 Gennaio 2012 aggiornato 1 Agosto 2020 05:55

Rinviato per ben quattro volte prima di uscire finalmente nei cinema americani, Apollo 18 è andato incontro ad un più che discreto risultato al botteghino. Tutto questo grazie agli esigui costi di produzione, pari a 5 milioni di dollari, tanto da quintuplicare il budget di partenza arrivando ad incassare circa 25 milioni di dollari in tutto il mondo. Immeritatamente, perché la pellicola diretta da Gonzalo Lopez-Gallego e prodotta dal russo Timur Bekmambetov finisce per ‘picconare’ ancor di più il già inflazionato mondo del genere mokumentary.

Affidandosi a presunti video ufficiali girati nel 1973 dal comandante Nathan Walker, dal tenente colonnello John Grey e dal capitano Benjamin Anderson, solo ora ritrovati, Bekmambetov e Lopez-Gallego provano a tessere le fila di un thriller-spaziale a tinte horror di una lentezza avvilente, riportando in orbita la spedizione Apollo 18.

In realtà mai partita, perché cancellata dalla Nasa dopo il ritorno dell’Apollo 17, ultima missione umana sulla Luna, l’Apollo 18 ideata dallo sceneggiatore Cory Goodman affonda miseramente proprio per colpa del genere cinematografico scelto per realizzarla, talmente abusato, irreale e fastidiosamente schematico da snervare il povero spettatore, sinceramente stanco di dover assistere all’infinita evoluzione del finto documentario, ormai sempre più generatore automatico di sincero odio.

Apollo 18: Recensione in Anteprima

Ufficialmente, l’Apollo 17, lanciata in orbita il 17 dicembre 1972, è stata l’ultima missione umana sulla luna. Se non fosse che un anno dopo, nel dicembre del 1973, tre astronauti americani vengono inviati in missione segreta sulla Luna dal Dipartimento della Difesa. Il loro è l’Apollo 18. Nessuno, neanche le loro famiglie, sa dove sono e cosa stanno facendo. Convinti di esser stati spediti sulla Luna per installare alcuni rilevatori per prevenire eventuali attacchi missilistici da parte dell’URSS, i tre si troverano presto dinanzi ad un’altra ed angosciante realtà. Che ha i contorni alieni e il sapore di morte…

Quello che Timur Bekmambetov e Gonzalo Lopez-Gallego portano al cinema sono i video originali ripresi dai tre astronauti, tra camere a mano, interne ed esterne al modulo lunare, sul rover e sulla navicella Freedom. O almeno i due così vogliono farci credere. Perché di vero, ovviamente, non c’è nulla. E tutto è talmente scontato e palese da trasformare l’intera pellicola in una semplice operazione di stile, registica e non solo, neanche del tutto riuscita.

Perché tralasciando alcuni aspetti tecnici, che vanno dalla splendida sgranatura delle immagini alla fotografia vintage, passando per interessanti dettagli costumistici e scenografici, il film non è altro che un insostenibile polpettone a tinte fantascientifiche di 75 minuti, in cui succede poco, assai lentamente, e senza particolari colpi di scena, tra impronte aliene e suoni sinistri. Pennellati i tre protagonisti, ripresi in quei necessari momenti di intimità solitamente utili a descrivere in pochi minuti passato e presente, il fim non approfondisce a dovere i misteri dello sbarco lunare, rimandando all’infinito quell’attesa esplosione di ‘sorpresa’ che aihnoi finisce per presentarsi in un trionfo di povertà di idee.

Affidandosi alla tecnica del ‘Found Footage’, Bekmambetov e Lopez-Gallego da una parte alimentano interesse, grazie all’innegabile curiosità della trama, che se approfondita e realizzata con altri mezzi avrebbe potuto fare furore, per poi infastidire a causa della pochezza di scrittura che contraddistingue l’intera opera, mai troppo incalzante ne’ avvincente, tanto da diventare soporifera dopo solo pochi minuti. Per poi finire, allo scoccare dell’ora e un quarto, nel totale o quasi disinteresse. E non c’è peggior sorte di questa per una qualsiasi opera filmica…

Voto di Federico: 4

Apollo 18 (Usa, 2011) di Gonzalo Lopez-Gallego; con Warren Christie, Ryan Robbins, Lloyd Owen, Andrew Airlie, Michael Kopsa, Kurt Max Runte ed Ali Liebert – Qui il trailerUscita in sala: al momento sconosciuta