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Stasera in tv: “Benvenuti a casa mia” su Rai 3

Rai 3 stasera propone “Benvenuti a casa mia”, commedia del 2017 di Philippe de Chauveron con Christian Clavier, Ary Abittan e Elsa Zylberstein.

28 Luglio 2021 10:49

Cast e personaggi

Christian Clavier: Jean-Étienne Fougerole
Ary Abittan: Babik
Elsa Zylberstein: Daphné Fougerole
Cyril Lecomte: Erwan Berruto
Nanou Garcia: Isabelle Cheroy
Oscar Berthe: Lionel Fougerole
Armen Georgian: Ravi
Marc Arnaud: Clément Barzach
Mirela Nicolau: Simza
Sofiia Manousha: Fidélia Martinez
Ioana Visalon: Somerta
Marian Samu: Piti
Anaïs Dopinescu: Renata
Nikita Dragomir: Lulughia
Raisa Mihai: Fernanda

Doppiatori italiani

Giancarlo Magalli: Jean-Étienne Fougerole
Stefano Andrea Macchi: Babik
Francesca Fiorentini: Daphné Fougerole
Pasquale Anselmo: Erwan Berruto
Laura Boccanera: Isabelle Cheroy
Riccardo Suarez: Lionel Fougerole
Paolo Macedonio: Ravi
Fabrizio Picconi: Clément Barzach
Guendalina Ward: Fidélia Martinez
Roberta Gasparetti: Somerta
Federico Bebi: Piti
Sara Labidi: Lulughia

La trama

Jean-Etienne Fougerole (Christian Clavier) è una figura di spicco della scena letteraria e mediatica francese. E’ uno scrittore intellettuale, sposato con una ricca ereditiera che vive totalmente distaccata dalla realtà. Durante un dibattito televisivo nel quale Fougerole promuove il suo nuovo romanzo, intitolato ‘Benvenuti a Casa Mia’, lo scrittore invita i ricchi e i benestanti ad accogliere nelle loro case i più bisognosi. Ma a un certo punto, il suo avversario lo sfida a mettere in pratica quello che suggerisce ai suoi lettori. In evidente imbarazzo, Fougerole accetta la sfida per non perdere la faccia. Ma quella stessa sera qualcuno bussa alla porta della sua sontuosa abitazione a Marnes-la Coquette…Da quel momento in poi le convinzioni della famiglia Fougerole saranno messe a dura prova!

Curiosità

  • Il film è diretto dal regista francese Philippe de Chauveron che ha diretto Christian Clavier anche in Non sposate le mie figlie! e Non sposate le mie figlie 2.
  • La sceneggiatura del film è stata scritta dal regista Philippe de Chauveron in collaborazione con Guy Laurent (Non sposate le mie figlie!) e Marc de Chauveron (Dream Team).
  • Le musiche originali del film sono del compositore francese Hervé Rakotofiringa (F.B.I., Marseille, Alla ricerca di Teddy).
  • La colonna sonora include il brano “Les p’tites Femmes de Pigalle” interpretato da Ary Abittan & Elsa Zylberstein.

Intervista al regista Philippe de Chauveron

Da Les Parasites a Non Sposate le Mie Figlie, fino ad arrivare a Benvenuti a Casa Mia, il suo cinema sembra girare attorno all’idea del confronto tra degli elementi, dei luoghi e delle persone che apparentemente non hanno molto in comune.

Sì, è vero, però in questo determinato frangente non ho inventato nulla! Tanto per citare un esempio, è una tema che ritroviamo anche in Francis Veber, ma anche in un certo tipo di cinem meno orientato alla commedia. Far coesistere elementi che non hanno nulla in comune provoca inevitabilmente delle scintille, delle tensioni, dei guizzi; ovvero tutto ciò che da ricchezza al cinema… Comunque, se devo essere sincero, non sono ossessionato da questo genere di cose quando scrivo. Direi che mi viene tutto in modo spontaneo e naturale.

Com’è nata L’idea di “Benvenuti a Casa Mia”?

Prima di tutto voglio dire che non è stata un’idea mia ma di Guy Laurent e di mio fratello, Marc de Chauveron. Tutto è partito da un dibattito televisivo che hanno visto in Tv loro due. Spesso, durante questo tipo di trasmissioni, i partecipanti arrivano a dire qualsiasi cosa, e a onor del vero, spesso sono anche sinceri. Perciò, Guy e Marc hanno immaginato che un ospite di una di queste trasmissioni arrivasse a dare il suo indirizzo in diretta per salvare la faccia. In quel periodo stavo lavorando al film Débarquement immédiat, vennero subito a parlarmen e l’idea mi divertì molto. Ne parlarono anche con Christian Clavier e anche lui rimase colpito, e per lui fu chiaro sin dal principio che avrei dovuto dirigere io il film.

Quand’è che ha preso la decisione di dirigere il film?

Ho seguito da vicino l’evoluzione della sceneggiatura e del progetto e ho dato il mio contributo, anche se solo marginalmente; l’essenziale era già tutto lì: la trama, i personaggi, i dialoghi…La base era già molto solida: le disavventure di un intellettuale di sinistra obbligato ad accogliere dei Rom in casa sua.

Parliamo del soggetto. In “Non Sposate le Mie Figlie” descriveva l’ambiente cattolico di destra; le è venuta voglia di attaccare anche la sinistra?

Non è stata una scelta consapevole ma trovavo divertente che un tipo come il protagonista di questo film, un filosofo impegnato, si ritrovasse messo alle strette dalle sue stesse convinzioni. E poi, in effetti, dopo aver descritto la provincia borghese di destra ci piaceva l’idea di ridere anche di un borghese parigino di sinistra.

Intervista a Christian Clavier

“Benvenuti a Casa Mia” è il suo secondo film assieme a Philippe de Chauveron, dopo “Non Sposate le Mie Figlie”. Aveva previsto di tornare a lavorare con lui così presto, o è stata soprattutto la sceneggiatura che l’ha spinta a lavorare di nuovo con lui?

Ciò che mi ha spinto è stata prima di tutto la storia, scritta da Guy Laurent, il quale aveva scritto anche il soggetto di Non Sposate le Mie figlie. Sono molto sensibile alle idee degli sceneggiatori, essendolo anch’io. Guy mi parlò di questo soggetto che aveva in mente: l’incontro tra un intellettuale di sinistra e alcune persone che si trovano in grave difficoltà. E così ho avuto subito l’opportunità di fare un altro film molto divertente con Philippe, che era anche lui coinvolto nel progetto perché suo fratello Marc ha scritto la sceneggiatura di Benvenuti a Casa Mia. In seguito, ciò che mi ha convinto a prendere parte al progetto è stato il tema del film: il fatto di prendere di petto i cliché di questi rifugiati che arrivano e che non vengono accolti come si dovrebbe, e le posizioni di coloro che hanno una vita agiata e danno lezioni morali a tutti gli altri! Mi divertiva l’idea di dar vita a uno di questi intellettuali di sinistra che rimane intrappolato dai suoi stessi buoni sentimenti, ed è costretto a vivere in prima persona la situazione contro la quale si scaglia.

Questo personaggio è Jean-Etienne Fougerole: un individuo spesso irritante, a tratti ridicolo, ma tutto sommato salvabile.

Esatto, come succedeva anche in Non Sposate le Mie Figlie, con il personaggio di Verneuil, il notaio protagonista del film. Anche questa pellicola getta uno sguardo abbastanza benevolo sul personaggio di Fougerole. E’ un uomo che si ritrova intrappolato dalle sue stesse convinzioni. Ma in fondo risulta simpatico. Lui e sua moglie accettano di accogliere i Rom in casa loro e anche loro figlio rimane coinvolto in questa situazione. La loro è una famigli molto ricca, vivono in una casa stupenda, ed io interpreto un tipo di personaggio a metà tra Gonzague Saint-Bris [scrittore e giornalista francese] e Bernard-Henri Levy [filosofo, giornalista e saggista francese]; in fondo, entrambi questi due protagonisti hanno un cuore d’oro. Inoltre il film ci fa scoprire l’esistenza di una comunità e di una cultura verso cui tutti abbiamo dei pregiudizi. Alla fine, gli eventi li guideranno tutti verso qualcosa d molto più piacevole di quanto non avrebbero mai pensato. Si tratta di uno dei tanti temi sociali che riguardano la nostra società; non credo che esistano delle buone commedie senza di essi.

Uno degli intenti del film è anche quello di dire le cose come stanno e di affrontare delle tematiche che possono infastidire. Per esempio, Daniéle Thompson [sceneggiatrice e regista francese] dice spesso che oggi giorno non si potrebbe più fare un film come Le Folli Avventure di Rabbi Jacob. “Benvenuti a Casa Mia” evoca la condizione dei Rom in maniera molto franca, anche se è solo un espediente comico.

Comprendo bene cosa intende dire Danièle. La nostra grande fortuna con Non Sposate le Mie Figlie è che abbiamo potuto parlare altrettanto apertamente del matrimonio misto restando allo stesso tempo estremamente positivi; credo sia esattamente la stessa cosa qui con il tema dell’accoglienza di queste popolazioni, che alcuni nostri compatrioti non hanno assolutamente voglia di vedere sul nostro territorio. Nel momento in cui si agisce con benevolenza si può fare come i protagonisti del film, ci si può prendere gioco dei cliché e di certi atteggiamenti, non importa cosa possano dire o pensare i benpensanti.

Jean-Etienne Fougerole, il personaggio che lei interpreta, assomiglia molto a un certo filosofo col quale ha in comune le iniziali del nome [Bernard-Henri Levy].

Sarebbe riduttivo limitarlo solo a questo e non credo che la cosa interessi a nessuno. Fougerole è prima di tutto un uomo che non fa altro che pensare all’apparenza, al modo in cui comunica. Non sappiamo più se è un pensatore, uno scrittore o una creatura mediatica. Fa parte di quella casta di persone che sono molto privilegiate e per le quali e per le quali il look è molto più importante di ciò che dicono. E’ questo che ci diverte di lui, come il titolo del suo ultimo libro ‘Benvenuti a Casa Mia’, che è anche il titolo del film.