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Borat: il fenomeno che divide anche l’Italia

Borat – Studio culturale sull’America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan (Borat: Cultural Learnings of America for Make Benefit Glorious Nation of Kazakhs, USA, 2006) di Larry Charles; con Sacha Baron Cohen, Ken Davitian, Luenell, Pamela Anderson.Il fenomeno Borat è arrivato anche in Italia, e divide e fa discutere. Il mockumentary (falso documentario) con

6 Marzo 2007 13:27

Borat – Studio culturale sull’America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan (Borat: Cultural Learnings of America for Make Benefit Glorious Nation of Kazakhs, USA, 2006) di Larry Charles; con Sacha Baron Cohen, Ken Davitian, Luenell, Pamela Anderson.

Il fenomeno Borat è arrivato anche in Italia, e divide e fa discutere. Il mockumentary (falso documentario) con Sacha Baron Cohen nei panni del giornalista kazako parte proprio in Kazakistan per approdare ben presto negli USA, dove ci sarà modo di deridere usi e costumi dell’America perbene e tirare fuori i pregiudizi della “più grande nazione del mondo”. A dir la verità Borat non è certo l’opera più geniale ed irriverente degli ultimi anni; è di sicuro interessante e di sicuro sta facendo anche giustamente discutere, ma non è tutto oro quel che luccica.

Tra vere candid camera e siparietti molto divertenti (comunque siamo dalle parti di uno Scary Movie per comicità delle gag), ci si pone innanzitutto una domanda: quanta differenza c’è fra le candid camera ai danni degli americani e le situazioni create apposta per la pellicola (vedi l’esilarante lotta con il ciccione Ken Davitian)? E’ realmente tutto vero? In realtà il dubbio non è così malizioso, viste alcune inquadrature a volte troppo perfette per far credere che le “vittime” non notino nulla, e viene da pensare che più di una candid sia stata in precedenza concordata. Ma detto questo, prendendo per vere tutte le candid camera, il film risulta divertente. Non esilarante (anche se, ribadisco, alcune sequenze colpiscono davvero nel segno, tra divertimento e volgarità), ma vista la durata chi è ben predisposto si accontenta.

I puritani si troveranno a storcere il naso durante tutta la visione: film razzista, misogino, antisemita e chi più ne ha più ne metta. Ma non è così, visto anche chi è Sacha Baron Cohen (innanzitutto non il primo stupido preso per strada, e poi ebreo…). L’intento è di far ridere e pensare con i pregiudizi che stanno proprio nell’anima della società americana, per poi finire in un finale che ribalta la situazione (e qui si ha la conferma che il film non si lega agli aggettivi prima citati, assolutamente). Ma più che una scoperta, visto lo slogan “Scopri la vera America”, una conferma. Borat non scopre nulla di nuovo, non ci dice di più, e calpesta terre già ben battute in modo alla fine non così originale.

La vera America, si spera, già la conosciamo. Certo, chi ancora ha le fettone di prosciutto sugli occhi scoprirà un mondo e, apriti cielo, magari avrà ben modo di pensare. Ma per gli altri c’è solo un film da prendere o lasciare, con cui divertirsi o con cui irritarsi.

Voto Gabriele: 6
Voto Carla: 7-8