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Box Office Story: con Avatar torna il “re del mondo” James Cameron

L’uomo dei record. Venerdì nei cinema americani uscirà il film più atteso dell’anno, quello più costoso di sempre e chiacchierato dell’ultimo quinquennio, Avatar. A dirigerlo lui, il “re del mondo” James Cameron, oggi protagonista della nostra Box Office Story! Cameron esordisce in sala nel lontano 1981, con Piraña paura, film horror che vedeva il nostro

pubblicato 16 Dicembre 2009 aggiornato 2 Agosto 2020 07:02



L’uomo dei record. Venerdì nei cinema americani uscirà il film più atteso dell’anno, quello più costoso di sempre e chiacchierato dell’ultimo quinquennio, Avatar. A dirigerlo lui, il “re del mondo” James Cameron, oggi protagonista della nostra Box Office Story! Cameron esordisce in sala nel lontano 1981, con Piraña paura, film horror che vedeva il nostro Giannetto De Rossi occuparsi degli effetti speciali. Ma è il 1984 a portare il nome di Cameron sulla bocca di tutti. Terminator conquista il mondo. Costato 6 milioni e mezzo di dollari, il film ne incassa 78 worldwide, trasformando Arnold Schwarzenegger (che recita solo diciassette battute) in una celebrità.

Passati due anni, James torna in sala con Aliens – Scontro finale. La responsabilità è enorme. 7 anni dopo il capolavoro di Ridley Scott torna Ellen Ripley, con 131,060,248 dollari incassati in tutto il mondo. Nel 1989 scocca l’ora di Abyss. La realizzazione del film fu estremamente travagliata , tanto da protrarsi per circa due anni ad un costo, mai confermato ufficialmente, di diverse decine di milioni di dollari (chi dice 47 milioni di dollari, chi 70). La pellicola impegnò a tal punto l’instancabile Cameron da far fallire il suo matrimonio, circa il 40% delle riprese venne effettuato in acqua, per un risultato, dal punto di vista del botteghino, assai deludente. I fan di Terminator ed Alien si attendevano altro, tanto che alla fine arrivarono ‘solo’ 90 milioni di dollari worldwide, insieme ad un Oscar per gli effetti speciali.

Passati altri due anni, nel 1991, Cameron torna al suo primo successo, ovvero Terminator. Terminator 2: Judgment Day diventa immediatamente il film più costoso di sempre, con 94 milioni di dollari spesi per la sua realizzazione (di cui 17 solo per gli effetti speciali), incassandone in tutto il mondo ben 519,843,345. 4 Oscar arrivano a premiare la pellicola, che rivoluzione il mondo della CGI. Con il 1994 il regista si ‘diverte’ con il cinema spionistico, tornando a dirigere il ‘suo’ Arnold Schwarzenegger in True Lies. Abbattuto un’altra volta il muro del ‘film più costoso di sempre’, 115 milioni di dollari in questo caso, il film inaugura l’era degli “effetti normali” (premiati tra l’altro con l’Oscar), cioè effetti digitali che servono per creare immagini del tutto realistiche, indistinguibili dalle riprese reali. Dal box office, di dollari, ne arrivano 378,882,411, sempre worldwide. Nulla in confronto a quello che accadrà 3 anni dopo con il film dei record, Titanic.

200 milioni di dollari di budget più altri 85 per il lancio pubblicitario, 11 premi Oscar (record), 4 Golden Globe, il set più grande mai realizzato nella storia del cinema, con la ricostruzione del molo della White Star Line di Southampton, un piano sequenza di 30 secondi dal costo di un milione di dollari, 16 milioni di metri quadrati di costa lungo la spiaggia di Rosarito in Messico acquistati dalla 20th Century Fox per ricostruire a grandezza naturale (scala 1:1) il 90% del Titanic, 6 mesi di riprese, una post produzione infinita, un’uscita posticipata, fino al 19 dicembre 1997, giorno in cui la pellicola esce nei cinema americani. Dal botteghino arrivano solo ’solo’ 28,638,131 al primo weekend di programmazione. Molti già parlano di flop, di fine annunciata per il regista di Terminator, pazzo nel partorire un progetto così caro, ma la clamorosa e storica corsa del Titanic è appena iniziata. La pellicola incassa ben 35 milioni di dollari al 2° weekend di programmazione, 33 al terzo, 28 al quarto, 36 al quinto, 25 al sesto, 27 al settimo, 23 all’ottavo, 32 al nono, 21 al decimo, 19 all’undicesimo, 17 al dodicesimo, al tredicesimo e al quattordicesimo, 15 al quindicesimo, 11 al sedicesimo, cominciando a scendere sotto i 10 milioni di dollari solo al diciassettesimo weekend di programmazione, ovvero dopo ben 4 mesi e mezzo, per un totale di 15 weekend consecutivi passati al 1° posto della chart e 26 nelle prime 10 posizioni.

Una corsa mostruosa, costante, durata la bellezza di 41 settimane, in un crescendo rossiniano d’incassi, di passaparola e di critiche positive, conclusasi con il totale casalingo di 600,681,921 dollari, diventati 1,842,879,955 in tutto il mondo. In Italia il film esce il 16 gennaio del 1998, restando in programmazione per 6 mesi ed incassando la bellezza di 81 miliardi di lire. Il 23 marzo del 1998, alla 70ª edizione della cerimonia di premiazione degli Oscar, Cameron grida in mondo visione “sono il Re del mondo“, dall’alto delle sue 11 statuette, record dei record (insieme a Ben-Hur e al Signore degli Anelli – Il Ritorno del Re). 11 premi su 14 nomination.

Passati 12 anni, Cameron è ora pronto a tornare, per stupire ancora una volta. L’idea per Avatar nasce nel 1995. L’anno dopo Cameron stima che per realizzare i suoi sogni mentali servirebbero 400 milioni di dollari. Troppi anche per lui, e soprattutto per l’epoca. 10 anni dopo, grazie ai Pirati dei Caraibi e a King Kong, si convince che il momento giusto per partorire Avatar è arrivato. Il budget iniziale del film è di 230 milioni di dollari, più 150 milioni per promozione e marketing. L’uscita iniziale è prevista per il 2008. Slitta alla fine del 2009. Il budget è lievitato. C’è chi dice 300 milioni di dollari, chi 400, chi addirittura 500. Un’altra volta Cameron fa suo il record del ‘film più costoso della storia’, da riscrivere, un’altra volta. In casa Fox sono terrorizzati, in tanti parlano di flop annunciato, di rivoluzione inesistente. Frasi già ascoltate, proclami sentiti e risentiti, previsioni già vecchie. A meno che Avatar non deluca davvero, riscrivendo la storia personale di un regista che, con appena 7 film alle spalle, ha contribuito a costruire la Hollywood che oggi conosciamo, amiamo e critichiamo.