C’è bisogno di leggende per il “nuovo” cinema? Proviamo a riveder le “Stelle in Fiamme”
Dal 12 al 29 luglio su RaiStoria, alle 9.30, e da settembre alle 19, andranno in onda 18 puntate di Stelle in fiamme.
Leggo da più parti articoli e piccoli saggi sul destino del cinema. Di solito questi interventi vengono pubblicati quando i cinema chiudono per riposo estivo e per la grave scarsità di pellicole capaci di chiamare il grande pubblico, malgrado l’offerta di aria condizionata.
Questa volta, però, la situazione sembra aggravarsi, lentamente, senza voci alte, senza proteste. La ragione di questa prudenza è chiara: il timore di danneggiare con il pessimismo il cinema stesso, l’arte, lo spettacolo di cui tutti sentiamo il bisogno (a confronto di televisioni sempre più prive di proposte attraenti).
Non voglio entrare nel tunnel del solito discorso della crisi, vecchio quanto il cinema; né mi sento di unirmi al funerale di un ineluttabile, angoscioso viale del tramonto. Provo a fare una proposta.
Dal 12 al 29 luglio su RaiStoria, alle 9.30, e da settembre alle 19, andranno in onda le 18 puntate di Stelle in fiamme, una serie di docufiction che andò in onda su Rai2 nel 1990 e di tanto è tanto suoi estratti sono stati recuperati per repliche sempre di successo.
Di che si tratta? Si tratta di dieci storie del grande cinema e, come suona il sottotitolo, anche di storie di gente comune (gli spettatori). Documenti e ricostruzioni. Compaiono brevi fiction in cui sono inseriti i sosia dei divi ch sono i protagonisti di “Stelle in fiamme”.
Quali sono le storie? Eccole: Judy Garland-Vincent Minnelli (titolo della puntata “L’amore musical”); Ingrid Bergman-Roberto Rossellini (“Miraggio d’amore”); Linda Christian-Tyrone Power (“Amore mondano”); Humphrey Bogart-Lauren Bacall (“Amare un duro”); Rita Hayworth–Orson Welles (“Amare un genio”); Simone Signoret-Yves Montand (“Amore monello”); Liz Taylor-Richard Burton (“Un amore selvaggio”); James Dean- Anna Maria Pierangeli (“Un amore sovversivo”); Brigitte Bardot- Roger Vadim (“Un amore felino”); Marlyn Monroe-Joe di Maggio- Arthur Miller (“Amare una dea”).
Non ho bisogno di dire che i divi e le loro storie sono rappresentative di una stagione del cinema che vive ancora nei ricordi di chi ebbe modo di vedere i film in cu comparvero, ma anche di chi, tra i giovani, li ha recuperati sulle televisioni, nei cineclub, negli studi.
E’ una dimensione vasta di vicende dalla “polvere” agli “altari” e poi di nuovo talvolta nella “polvere”. Avventure meravigliose anche quando erano, e sono ancora ironiche, brillanti, ma anche drammatiche.
Ed ecco il punto: era un cinema molto forte e suggestivo che riusciva a mettere in risalto appassionante donne e uomini bellissimi, bravi, capaci di suggerire emozioni e di mostrare modelli di comportamento.
Rivedere queste storie può essere utile. Quel cinema animava sentimenti e reazioni che sembrano in sordina oggi come oggi. Non lo si può rifare ma il suo spirito, le sue caratteristiche sono ancora esemplari.
Dimenticavo. A realizzare il ciclo “Stelle in fiamme” sono stato io. Fu una bella avventura far rivivere quelle “avventure meravigliose”. Ebbe molto successo. Sarà un test? Non so.So solo che il pubblico di giovani o giovanissimi cerca spesso quel che non c’è e poco. Andare a lezione in una viale senza tramonti può essere utile, mi pare indiscutibile.
Nella foto TMNews: Elizabeth Taylor