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Close: nuove clip ufficiali in italiano del film di Lukas Dhont al cinema

Tutto quello che c’è da sapere su “Close”, opera seconda del regista belga Lukas Dhont (Girl) in lizza per Oscar e Golden Globe al cinema dal 4 gennaio 2023.

4 Gennaio 2023 17:02

Dal 4 gennaio 2023 nei cinema italiani con Lucky Red arriva Close, secondo lungometraggio del regista belga Lukas Dhont (Girl) presentato in concorso al 75º Festival di Cannes, dove ha vinto il Grand Prix Speciale della Giuria.

Close – Trama e cast

La trama ufficiale: Léo e Rémy (Eden Dambrine & Gustav De Waele), 13 anni, sono sempre stati amici, fino a quando un evento impensabile li separa. Léo allora si avvicina a Sophie (Émilie Dequenne), la madre di Rémi, per cercare di capire.

Il cast di “Close” include anche Léa Drucker, Igor van Dessel, Kevin Janssens, Marc Weiss, Léon Bataille, Serine Ayari, Robin Keyaert, Herman van Slambrouck, Iven Deduytschaver, Jeffrey Vanhaeren, Hélène Theunissen, Baptiste Bataille, Pieter Piron, Freya De Corte , Ahlaam Teghadouini, Hervé Guerrisi.

Close – Trailer e video

Nuove clip ufficiali in italiano pubblicate il 4 gennaio 2024

Curiosità sul film

  • Lukas Dhont dirige “Close” da una sua sceneggiatura scritta con Angelo Tijssens, i due hanno scritto precedentemente insieme”Girl”, esordio alla regia di Dhont.
  • Il film è stato designato miglior film straniero dal National Board of Review; ha ricevuto una candidatura al Miglior film in lingua straniera ai Golden Globes 2023 ed è in lizza per un posto nella cinquina della categoria Miglior film internazionale agli Oscar 2023.
  • Il regista Lukas Dhont ha incontrato il suo attore protagonista Eden Dambrine durante un viaggio in treno. Il ragazzo era seduto di fronte a lui e parlava con gli amici, ma Dhont non poteva sentire quello che stava dicendo poiché lui stesso stava ascoltando la musica di Max Richter e poteva vedere solo le sue espressioni facciali. Ha trovato Eden perfetto per il personaggio e si è rivolto a lui chiedendogli se voleva prendere parte a un casting. Eden Lambrine ha detto subito di sì e alla fine gli è stato offerto il ruolo di Leo.
  • Prima di intitolare il film “Close”, il regista e scrittore Lukas Dhont ha considerato il titolo “We Two Boys Together Clinging”, lo stesso titolo di un dipinto di David Hockney che lo ha ispirato. Il titolo provvisorio del film (“We Two Boys Together Clinging”) è a sua volta un verso di Walt Whitman tratto da “Foglie d’erba” (1891-1892).

Lukas Dhont – Note biografiche

Nato a Ghent, in Belgio, nel 1991, si diploma in arti audiovisive alla KASK School of Arts della sua città. I suoi primi cortometraggi, Corps Perdu e L’Infini, fanno il giro dei festival internazionali vincendo numerosi premi e L’Infini viene addirittura candidato all’Oscar. Nel 2016 Dhont è borsista alla Cannes Cinéfondation per il copione di Girl, che sarebbe diventato il suo primo film: non a caso, vi si ritrovano alcuni temi cari al regista, come la danza, l’identità e la trasformazione. La passione per la danza ha spinto Dhont a collaborare regolarmente anche con il ballerino e coreografo Jan Martens, con cui tra gli altri ha firmato a quattro mani la performance The Common People. Presentato in anteprima all’ultimo Festival di Cannes, nella sezione Un Certain Regard, Girl viene osannato da critica e pubblico, ottenendo quattro premi e imponendo il giovanissimo regista tra le voci più promettenti del cinema europeo.

Intervista al regista

Il regista Lukas Dhont racconta come è nata l’idea di raccontare questa storia di amicizia…

Ho esplorato diverse idee, ma ero confuso. Poi un giorno sono andato a visitare la mia vecchia scuola elementare nel paesino dove sono cresciuto. Ho ripensato a quando andavo a scuola a quei tempi, quando era davvero difficile essere il mio vero io, senza filtri. I ragazzi si comportavano in un modo, le ragazze in un altro, e mi sono sempre sentito come se non appartenessi a nessun gruppo. Ero molto inquieto per via delle mie amicizie, specialmente con i ragazzi, perché ero effeminato e mi prendevano molto in giro. Avere un rapporto stretto con un altro ragazzo sembrava confermare le supposizioni che gli altri avevano sulla mia identità sessuale. Una delle mie ex insegnanti, che ora è la preside, è scoppiata in lacrime quando mi ha rivisto. La reunion scolastica è stata particolarmente emozionante, i ricordi di cui abbiamo parlato non erano tutti allegri. Ancora oggi sto facendo i conti con gli anni dolorosi della scuola primaria e secondaria, ma non voglio sembrare troppo drammatico… Quindi ho cercato di descrivere questi sentimenti e di esprimere qualcosa su quel mondo dal mio punto di vista. Ho scritto alcune parole su quella pagina bianca: amicizia, intimità, paura, mascolinità… e da lì è emerso Close. La sceneggiatura ha poi cominciato a prendere forma in seguito alle conversazioni con Angelo Tijssens (il co-sceneggiatore di Girl).

Dhont racconta il casting dei due giovani protagonisti…

Chiamalo destino o fortuna, ma subito dopo aver scritto la prima scena del film ho conosciuto Eden (che interpreta Léo) sul treno che andava da Anversa a Gand. Stava chiacchierando con i suoi amici, e aveva qualcosa di incredibile, una grande espressività. Gli ho parlato e l’ho invitato al provino per la parte. Mi ha riconosciuto perché ha frequentato la stessa scuola di danza di Victor Polster (che interpreta il ruolo principale in Girl). Abbiamo visto molti ragazzi durante il casting. Ne abbiamo selezionati 40 e poi questi hanno fatto un’audizione a coppie. C’erano delle combinazioni sorprendenti, ma quando abbiamo visto Eden e Gustave (che interpreta Rémi) recitare l’uno di fronte all’altro, abbiamo capito che avevano un legame speciale. Sono riusciti a immergersi nell’emozione delle scene e subito dopo ne sono usciti rapidamente. Erano infantili eppure si avvicinavano ai loro ruoli con maturità. È stato un abbinamento fantastico.

Il regista racconta come ha formato le due famiglie del film e perché ha scelto l’ambientazione della campagna e dei campi fioriti…

Vengo da un paesino in mezzo alla campagna, a venti minuti da Gand. Questo è il mondo in cui sono cresciuto. La fattoria in cui si pratica la floricultura è basata su quella che c’era nel mio paese. Per me era importante che i campi di fiori trasmettessero una fragilità che contrasta con il mondo dell’hockey su ghiaccio. La famiglia di Léo lavora in questo ambiente colorato che proietta una particolare nozione di infanzia, ed è un paesaggio che cambia con le stagioni. Quando arriva l’autunno, i fiori vengono recisi, il che è un atto piuttosto violento, e i colori scompaiono. Il cambio di stagione crea anche una netta rottura tra i colori dell’infanzia e i toni terrosi del marrone e del nero. Volevo enfatizzare questi contrasti per trasmettere il processo di lutto di un bambino. Dopo l’inverno, i fiori vengono ripiantati e i colori ritornano, annunciando la speranza e la promessa di una vita che continua. Abbiamo scritto la scena finale molto presto perché fin dall’inizio volevamo usare il colore come espediente estetico. Per quanto riguarda la creazione delle famiglie, tutto è nato da un’unica immagine che avevo in mente sin dall’inizio: una madre e un bambino in macchina, il bambino incapace di esprimere ciò che prova. La scena era ancora piuttosto confusa nella mia mente, ma sapevo che doveva esserci un certo grado di tensione. Ricordo che quando ero giovane guardavo il film horror L’Innocenza del Diavolo, con Macaulay Culkin nei panni di un ragazzo con tendenze psicopatiche. Questo film mi ha ispirato e mi ha dato lo spunto per il personaggio di Sophie, la madre di Rémi, e anche per la madre di Léo, partendo dal presupposto che una delle due è al corrente della loro amicizia, visto che è a casa sua che i due ragazzi si frequentano, mentre c’è più distanza con l’altro ragazzo. Il personaggio del fratello maggiore è davvero significativo per me, in particolare nella seconda parte del film.

Dhont sul titolo del film…

La mia decisione di chiamare il primo film Girl è stata una dichiarazione che sentivo di dover fare. Quanto a Close, era una parola che ricorreva spesso nel libro Deep Secrets: “close friendship 1 “. È una parola inevitabile quando si descrive l’intima relazione tra questi due ragazzi. È questa intimità così iper-scrutata il catalizzatore dei tragici eventi del film. Quando perdiamo qualcuno, cerchiamo l’intimità con la persona che se n’è andata. Veniamo gettati in una sorta di lotta filosofica. La parola evoca altrettanto facilmente l’idea di essere confinati, di indossare una maschera, l’incapacità di essere noi stessi. La prima proposta per il titolo del film – We Two Boys Together Clinging – è il titolo di un dipinto di David Hockney ispirato a una poesia di Walt Whitman, e rappresenta la fratellanza tra due uomini. ‘Clinging’ (‘Aggrapparsi’) è una parola particolarmente espressiva, per via del desiderio di aggrapparsi saldamente a qualcuno.

Close – La colonna sonora

  • Le musiche originali del film sono del compositore Valentin Hadjadj (Karl, Rialto, Sotto le stelle di Parigi, A Bigger World). Hadjadj  e il regista Lukas Dhont hanno collaborato anche per “Girl”, esordio di Dhont.

1. Bliss (Main Theme) (2:22)
2. A Close Friendship (2:18)
3. The Rupture (2:27)
4. Remi’s Concert (4:12)
5. The Red Room (2:12)
6. Dimming (2:45)
7. Remi’s Torments (3:51)
8. Sophie (2:18)
9. Brotherhood (3:35)
10. The Acceptance (4:13)
11. Closer (4:13)

La colonna sonora di “Close” è disponibile su Amazon.