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Crank o crack?

Crank (Crank, Gran Bretagna / USA, 2006) di Mark Neveldine e Brian Taylor; con Jason Statham, Amy Smart, Jose Pablo Cantillo, Efren Ramirez, Dwight Yoakam.Recensione schizofrenica per film schizofrenico. Pensiero numero 1: Crank è talmente stupido da far irritare ad ogni sequenza. Pensiero numero 2: Crank è volutamente stupido da farsi volere bene. Pensiero numero

13 Agosto 2007 03:02

Crank (Crank, Gran Bretagna / USA, 2006) di Mark Neveldine e Brian Taylor; con Jason Statham, Amy Smart, Jose Pablo Cantillo, Efren Ramirez, Dwight Yoakam.

Recensione schizofrenica per film schizofrenico. Pensiero numero 1: Crank è talmente stupido da far irritare ad ogni sequenza. Pensiero numero 2: Crank è volutamente stupido da farsi volere bene. Pensiero numero 3: Crank non è così stupido come potrebbe sembrare. Guardando il film, sembra di essere in puro periodo exploitation, e Tarantino ne godrebbe (e anche il trailer -impagabile- della pellicola ricorda i fake-trailer di Grindhouse).

Inizia il film e si parte in quarta: il povero Chev Chelios è costretto a non stare per un attimo fermo altrimenti il siero cinese iniettatogli dal nemico durante il sonno lo ucciderebbe. Ed ecco che il nostro s’incazza come una iena, combatte contro un gruppo di neri, guida come se fosse in un videogame alla Vice City entrando con l’auto addirittura dentro un centro commerciale, amputa mani e dita, si scopa la fidanzata in mezzo ad una folla di cinesi, poi mentre ancora guida -e contemporaneamente si fa fare un lavoretto orale sempre dalla ragazza- spara ai nemici che gli corrono dietro. In definitiva: ottanta minuti (scarsi) di puro delirio e follia.

Gli esordienti Brian Taylor e Mark Neveldine (che a questo punto non vedo l’ora di rivedere dietro la macchina da presa per un nuovo progetto!) ficcano nel calderone di tutto: split screen che manco De Palma, rallenti ed accelerazioni, inquadrature puramente a caso, cambi di fotografia, una colonna sonora che va dal metallaro alla pubblicità per biscotti. Il risultato? Sincero divertimento lungo tutta la durata del film. Che fra l’altro è chiaramente e volutamente esagerato, grottesco e drogato, comico e assurdo.

Che dire di Jason Statham? La parte del protagonista è assolutamente sua, lui, manzo assoluto, è almeno il 70% del film: se fosse stato nominato per qualche premio, qui si starebbe stappando lo spumante. Chicche notevoli, sparse qua e là fra le tante: un uccellino che scoppia dopo che gli hanno sparato senza volere, alcune ragazze rinchiuse dentro palle di vetro, il nostro che si prende una scarica elettrica che manco un cavallo e rimbalza all’indietro restando vivo. Ma soprattutto il finale, che racchiude tutto il “Crank-pensiero”. Si astengano i classicisti.

Voto Gabriele: 6