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Daniele Vicari torna al cinema con Limbo, tratto dal romanzo di Melania Mazzucco

Archiviata l’esperienza Diaz, Daniele Vicari torna sul set con Limbo, romanzo di guerra firmato Melania Mazzucco

pubblicato 11 Ottobre 2012 aggiornato 31 Luglio 2020 21:19

Tra i film più sottovalutati della stagione, Diaz – Non pulire questo sangue ha incassato solo 2 milioni di euro sul territorio italiano. Venduto in tutto il mondo, lo splendido film di Daniele Vicari è stato battuto in volata nella corsa agli Oscar da Cesare deve Morire dei fratelli Taviani, ma lui, il regista, è pronto a tornare sul set dopo l’esperienza documentaristica de La Nave Dolce con la trasposizione cinematografica di Limbo, ultimo romanzo di Melania Mazzucco uscito nel 2012 e pubblicato da Einaudi.

Il film, ancora senza titolo, verrà scritto dallo stesso Vicari con Laura Paolucci e sarà prodotto da Fandango di Domenico Procacci.

“Nel libro di Melania Mazzucco, ho trovato per la prima volta in termini narrativi una rappresentazione efficace e coinvolgente della guerra in Afganistan attraverso la storia di una donna soldato, convintamente arruolata negli alpini, e che sperimenta sulla propria pelle tutta la drammaticità di una guerra tutt’altro che conclusa e davvero terribile ancorché rimossa dalla coscienza collettiva. Eppure quella in Afganistan come quella in Iraq, sono guerre che segnano profondamente la nostra generazione. Grazie al racconto che ne fa Melania possiamo cominciare a farci i conti”.

Queste le parole del regista, per un romanzo di guerra che racconta questa storia:

La vigilia di Natale, Manuela Paris torna a casa, in una cittadina sul mare vicino Roma. Non ha ancora ventotto anni. È assente da tempo, da quando è andata via ­ ancora ragazza ­ per fare il soldato. In fuga da un’adolescenza sbandata, dalle frustrazioni di una madre che cerca attraverso di lei il proprio riscatto e dalle lacerazioni della sua famiglia. Con rabbia, determinazione e sacrificio, Manuela si è faticosamente costruita la vita che sognava, fino a diventare sottufficiale dell’esercito e comandante di plotone in una base avanzata del deserto afghano, responsabile della vita e della morte di trenta uomini. Ma il sanguinoso attentato in cui è rimasta gravemente ferita la costringe a una guerra molto diversa e non meno insidiosa: contro i ricordi, il disinganno e il dolore, ma anche contro il ruolo stereotipato di donna e vittima che la società tenta di imporle. L’incontro con il misterioso ospite dell’Hotel Bellavista, Mattia Rubino, un uomo apparentemente senza passato e, come lei, sospeso in un suo personale limbo di attesa e speranza, è l’occasione per fare i conti con la sua storia. E per scoprire che vale sempre la pena vivere ­ perché nessuno, nemmeno lei, è ciò che sembra. Cronaca, affresco e diario, storia d’amore e di perdita, di morte e resistenza, spiazzante e catartico, “Limbo” si interroga anche, e ci interroga, su cosa significhi, oggi, essere italiani.