Dove vive Carlo Verdone: la casa dell’attore romano nel cuore della città
Carlo Verdone vive in una dimora dal panorama mozzafiato, fonte di ispirazione per lui. Nel suo cuore rimane la casa d’infanzia

Con Vita da Carlo la serie televisiva che ha esordito su Prime nel 2021 e che ha come protagonista l’amato attore romano, non solo ha ancora di più avvicinato i fan a loro idolo, Carlo Verdone, ma ha fatto nascere la curiosità sulla sua reale o presunta tale casa. Il celebre artista de lo famo strano, vive davvero in quella dimora dove vengono fatte le riprese della fiction?
Ebbene, no. Carlo Verdone è una persona molto riservata e pertanto non ha deciso di mettere in scena la sua vera dimora, dove può vivere in tutta tranquillità e nella privacy assoluta. Tuttavia, è noto il quartiere in cui vive l’attore, che è quello del suo cuore. Ma non l’unico.
Nato a Roma il 17 novembre 1950 Carlo Verdone è un attore, regista e sceneggiatore italiano, tra i più influenti del cinema italiano. La Città Eterna è il suo habitat naturale ed è qui che vive, in un attico nel quartiere Monteverde Vecchio. Proprio la sua riservatezza ha protetto la casa da foto e dalla curiosità dei giornali ed è molto difficile conoscerne gli interni.
La casa del successo e quella del cuore
Nonostante la riservatezza di Carlo Verdone, grazie a qualche intervista o dichiarazioni varie fatte in questi ultimi anni, è possibile delineare un ritratto discreto ma affascinante della sua dimora, che riflette la sua personalità e la sua arte. Si tratta di un quartiere tra più eleganti e panoramici di Roma.
La casa di Carlo Verdone a Monteverde, come già accennato è un attico di prestigio, ma immerso nel verde, con una terrazza che regala una vista impareggiabile su Roma: dal Gianicolo a Ponte Sisto, da Palazzo Farnese alla Sinagoga, fino addirittura alla linea dell’orizzonte sul mare. Questo straordinario affaccio ha spesso ispirato l’attore e regista, gli ha offerto uno sfondo ideale per riflessioni, scritture e momenti di relax.
Tra gli oggetti che decorano la casa, spicca una curiosa presenza: il busto di Nerone, che lo stesso Verdone ha reso celebre condividendo su anni fa su Inastagram un video di esultanza dopo la storica vittoria della Roma sul Barcellona nei quarti di Champions League 2018. La scultura, ironicamente coinvolta nella clip, è diventata uno dei pochi simboli noti dell’arredamento dell’attico, insieme alla passione dell’attore per l’arte, espressa attraverso una collezione selezionata di opere ricercate.
Ma Monteverde, per quanto prestigiosa e confortevole, non potrà mai sostituire nel cuore di Verdone la sua casa d’infanzia, al civico 2 di Via Lungotevere dei Vallati, nel rione Regola. È lì che l’attore è nato e cresciuto, in un grande appartamento di fine Ottocento con un terrazzo che, come lui stesso racconta nel libro autobiografico La casa sopra i portici (Bompiani, 2012), gli ha “regalato i più bei colori alle nostre anime”. Quel luogo è stato teatro di incontri straordinari con figure leggendarie del cinema italiano, come Fellini, Zavattini, Pasolini e Sordi, grazie al lavoro del padre Mario Verdone, noto critico cinematografico.
La vita di Carlo Verdone, il suo passato e la sua quotidianità rivive in chiave ironica e affettuosa, nella serie Vita da Carlo, arrivata nel 2024 alla terza stagione. La casa del protagonista, nella fiction, riflette la vera abitazione di Verdone, pur non essendo reale: il set è stato costruito negli studi Videa a Roma, su progetto dello scenografo Giuliano Pannuti. C’è da dire che l’ambientazione è ispirata proprio a Monteverde Vecchio e che anche la campagna fa parte dell’immaginario domestico di Verdone.
Il tavolo di famiglia
Inoltre la casa di Cantalupo in Sabina, residenza di villeggiatura dell’attore, ha ispirato alcuni interni della serie. L’attore recentemente ha condiviso su Instagram un lungo post, un omaggio intimo e toccante a un oggetto che, nella sua semplicità, racchiude una profonda carica simbolica: il tavolo di famiglia.
Attraverso le sue parole, Verdone non parla solo di un mobile, ma di un vero testimone silenzioso della storia personale e artistica sua e della sua famiglia. Il tavolo rappresenta una linea di continuità affettiva e creativa: è appartenuto alla famiglia materna negli anni Trenta, poi alla famiglia Verdone, ed è stato testimone di generazioni che si sono sedute, hanno mangiato, scritto, pensato, lavorato, vissuto:
“Intorno a lui ci hanno mangiato non solo due famiglie ma tanta gente importante: Rossellini,Fellini, Pasolini, Scola, De Oliveira, Sordi, Leone e tanti, tanti altri.Questo tavolo aiuta la creatività. È stato testimone di troppe vicende e resterà immortale. Lo curero’ finché posso. Poi ci penseranno i miei figli. Resterà sempre così. E sono felice che le sue silenziose vibrazioni mi abbiano aiutato a scrivere in questo grande studio il mio ultimo libro “La Carezza della Memoria”. Se è venuto bene il merito è anche suo. Ne sono convinto.