Da “Flow – U mondo da salvare” a “Garfield – Il film”: una Top 15 film con gatti da cinema
In occasione della disponibilità in streaming del film premio Oscar “Flow – Un mondo da salvare”, Cineblog vi propone una speciale classifica con 15 gatti apparsi al cinema.

Flow – Un mondo da salvare, l’acclamata pellicola lettone che ha vinto gli Oscar 2025 come miglior film d’animazione, è ora disponibile in streaming e cogliamo l’occasione dopo averla recensita per proporvi una delle nostre speciali classifiche con 15 film che come “Flow” hanno per protagonisti gatti o i gatti ad un certo punto entrano a far parte della narrazione in varie modalità.
Partendo proprio dall’adorabile gattino di “Flow”, a seguire trovate 15 gatti che abbiamo selezionato da altrettante pellicole che oltre all’animazione spaziano tra i generi includendo commedia, dramma, horror e fantascienza.
1. Flow – Un mondo da salvare (2024)
In un mondo in cui gli esseri umani sembrano essere scomparsi, l’arrivo di un’inondazione costringe un gatto a mettersi in salvo su una barca, insieme a un variopinto gruppo di animali che include un cane, un capibara, un lemure e un uccello Serpentario. Tra paesaggi di abbagliante bellezza e pericoli imprevisti, il viaggio farà capire a tutti che l’unione è la loro vera forza.
- Il disegno del “Gatto” dall’interno della casa è stato disegnato dal regista Gints Zilbalodis. È stata l’unica concept art che abbia mai realizzato per il film, poiché tutto il resto è stato modellato direttamente con il software Blender per risparmiare tempo.
- Un giorno, quando era solo con il suo gatto, una gatta arancione femmina di nome Miut, il sound designer Gurwal Coïc-Gallas ha trovato un vecchio microfono e ha deciso di seguirla con esso, registrando così con successo tutti i suoni per il personaggio principale del film. L’animale domestico di Coïc-Gallas è stato utilizzato per i suoni prodotti dal personaggio principale “Gatto”, tuttavia il processo di registrazione non è stato facile poiché Miut è rimasta muta per quasi due mesi quando ha visto il microfono, rendendo più difficile per il sound designer registrare i suoi suoni.
2. Il padrino (1972)
La scena iniziale del film, lo studio in penombra e il Don Vito Corelone di Marlon Brando abbigliato con uno smoking che accarezza il gatto mentre sciorina favori in occasione del matrimonio di sua figlia è un momento iconico della storia del cinema sconfinato nell’immaginario pop.
- Il gatto tenuto in braccio da Brando era un randagio trovato dall’attore in un lotto della Paramount e non era originariamente richiesto dal copione.
3. Gli aristogatti (1970)
Sullo sfondo di una Parigi di inizio novecento seguiamo le vicissitudini del randagio Romeo, la bella gatta Duchessa e i suoi gattini che eredi di una fortuna finiscono nel mirino di un avido e losco maggiordomo che li fa sparire per godersi da solo l’eredità in ballo.
- L’animazione di questo gioiello ha visto coinvolti per un ultimo progetto cinematografico Walt Disney stesso e il suo team di nove animatori storici, meglio noti come Nine Old Men, artisti dietro ai più amati classici dello studio.
4. Alien (1979)
Sigourney Weaver dopo essere scampata allo Xenomorfo, ad un tentativo di omicidio dell’ufficiale scientifico Ash (Ian Holm) rivelatosi un androide e aver visto l’intero equipaggio predato dal letale parassita alieno che ha infestato la Nostromo, innesca l’autodistruzione e si rifugia nella navicella di salvataggio. Una volta dentro scopre che all’appello manca il suo gatto Jones. Così in barba ad ogni istinto di sopravvivenza torna nel nido del mostro e recupera il suo amico a quattro zampe, una scelta tanto coraggiosa quanto rischiosa che avrà delle conseguenze…
- Il primo giorno in cui girò una scena con il gatto Jonesy, la pelle di Sigourney Weaver iniziò a reagire male. Inorridita, la giovane attrice pensò subito che potesse essere allergica ai gatti e che sarebbe stato più facile per la produzione sostituirla, invece di cercare altri quattro gatti identici. Come si è scoperto, Weaver stava invece reagendo alla glicerina spruzzata sulla sua pelle per farla sembrare accaldata e sudata.
- Un’immagine di Jonesy, il gatto di bordo, ancora cucciolo è visibile su un terminale del computer della Nostromo.
5. Il gatto con gli stivali (2011)
Il moderno Gatto con gli stivali è diventato una figura legata a doppio filo con l’orco Shrek nell’omonimo franchise di Dreamworks Animation. Il gatto in questione doppiato magnificamente nell’edizione italiana da Antonio Banderas dopo quattro film da “non protagonista” nel 2011 debutta in solitaria in un prequel e spin-off dove incontrerà e si scontrerà con due vecchie conoscenze: Kitty “Zampe di Velluto” e l’uovo Humpty Alexander Dumpty.
- Nonostante il successo del film e i 555 milioni di dollari d’incasso da un budget di 130 milioni ci vorranno ben undici anni prima di poter vedere un sequel, Il gatto con gli stivali 2 – L’ultimo desiderio, in cui Gatto ritrova Kitty Zampe di Velluto, un altro successo da 485 milioni di dollari d’incasso.
6. A 007, dalla Russia con amore (1963)
Prima di Don Vito Corleone nel classico “Il padrino”, c’è stato il villain Ernst Stavro Blofeld dei film di James Bond a mostrarsi in A 007, dalla Russia con amore mentre accarezza un gatto che tiene i grembo, un bellissimo persiano bianco.
Ancora senza un volto e interpretato dall’attore britannico Anthony Dawson dal busto in giù anche nel successivo Agente 007 – Thunderball (Operazione tuono), il personaggio sarà svelato in Agente 007 – Si vive solo due volte con il volto di Donald Pleasence e successivamente lo vedremo impersonato da Telly Savalas (Agente 007 – Al servizio segreto di Sua Maestà), Charles Gray (Agente 007 – Una cascata di diamanti), John Hollis (Solo per i tuoi occhi), Max von Sydow (Mai dire mai) e dal premio Oscar Christoph Waltz contrapposto al Bond di Daniel Craig nei recenti Spectre e No Time to Die.
7. Un gatto a Parigi (2010)
Dino è un gatto parigino che vive una doppia vita. Di giorno abita con la piccola Zoe come compagno fedele, mentre di notte esce dalla finestra mentre la bimba dorme per andare a trovare Nico, un ladruncolo dal cuore buono che vive di espedienti e che saltella agilmente sui doccioni di Notre-Dame, penetrando negli appartamenti altrui in cerca di preziosi e facile refurtiva.
- Il film diretto da Jean-Loup Felicioli & Alain Gagnol è interamente disegnato a mano e realizzato con tecniche d’animazione classiche ispirate a stili che vanno dall’impressionismo, all’espressionismo fino al cinema noir americano.
- In un’intervista il co-regista Alain Gagnol ha parlato dell’importanza di una tecnica di animazione disegnata a mano per il film: “L’animazione è fatta a mano, su carta, con gomme e matite. Temo che siamo una specie di dinosauri dei film d’animazione. L’animazione disegnata a mano è una specie di tradizione alla Folimage. Usiamo i computer per i test di linea, il processo di colorazione, il montaggio, ecc. Ma, fino ad ora, abbiamo continuato a disegnare su carta. Anche le luci sui personaggi sono disegnate a mano, il che richiede molto tempo e lavoro da parte del team di colorazione. È anche una scelta artistica. Amiamo molto la sensibilità del lavoro manuale. Ci piacciono anche alcuni dei difetti, finché possiamo sentire che c’è qualcuno dietro il disegno sullo schermo. La vita non è perfetta, a differenza dei computer.”
8. L’occhio del gatto (1985)
L’occhio del gatto un’antologia horror del 1985 diretta da Lewis Teague (Il gioiello del Nilo) che torna ad adattare per lo schermo Stephen King dopo aver diretto il film Cujo del 1983. Il film è basato su due storie di Stephen King, due racconti della raccolta A volte ritornano (Quitters, Inc. e Il cornicione) e un soggetto originale scritto appositamente per il film. I tre episodi sono collegati dalla presenza di un gatto, che si muove sullo sfondo nei primi due, e diventa protagonista nell’ultima storia dal titolo “Il Generale” che vede il gatto adottato da una ragazzina minacciata da un malefico troll pronto a rubarle il respiro.
- Da segnalare che contro i desideri del regista Lewis Teague, lo studio ha tagliato un prologo, considerato “troppo sciocco”, che spiegava le motivazioni del gatto. Di conseguenza, molti spettatori sono rimasti confusi dal collegamento tra le tre storie.
- Il regista Lewis Teague ha raccontato che nell’episodio “Quitters Inc” (quando il gatto viene colpito mentre è in piedi sul pavimento elettrificato) il gatto in realtà salta in giro selvaggiamente perché l’addestratore dell’animale (nascosto sotto il pavimento) gli soffiava aria compressa per sorprenderlo. In realtà il gatto non viene colpito in alcun modo.
- Da notare che la musica di Alan Silvestri, qui al suo primo e unico horror, realizzata interamente al sintetizzatore, ha una notevole somiglianza con la sua colonna sonora per Ritorno al futuro uscito quello stesso anno.
9. Garfield – Il film (2004)
Il gatto soriano arancione, pigro, ghiotto (soprattutto di lasagne) e indisponente, protagonista dell’omonimo fumetto di Jim Davis, debutta al cinema nel 2004 in Garfield – Il film, lungometraggio realizzato in un mix di live-action e CG, quest’ultima utilizzata per creare/animare il protagonista.
- La commedia diretta da Peter Hewitt vede Bill Murray doppiare Garfield in originale mentre Fiorello ha prestato la voce al gatto protagonista nell’edizione italiana.
- Il film con un incasso di ben 200 milioni di dollari nel mondo (da un budget di 50 milioni) ha fruito di un sequel Garfield 2 uscito nel 2006 con una storia liberamente ispirata al romanzo “Il principe e il povero” di Mark Twain, mentre il titolo originale, Garfield: A Tail of Two Kitties, è una parodia di “Racconto di due città” di Charles Dickens.
- Bill Murray non particolarmente entusiasta del film originale, tanto che lo citerà/irriderà in un cameo di Benvenuti a Zombieland, tornerà anche per il sequel, idem per Fiorello che per il primo film aveva vinto un Nastro d’argento per il Miglior doppiaggio maschile. Gli incassi del sequel si fermeranno a 140 milioni di dollari da un budget di 60 milioni e la critica sarà ancor più feroce rispetto all’originale.
10. Il gatto nero – Due occhi diabolici (1990)
Due icone horror del calibro di George A. Romero (La notte dei mori viventi) e Dario Argento (Profondo Rosso) fanno squadra per un film a episodi che vuole omaggiare Edgar Allan Poe. Romero adatta e aggiorna il racconto breve del 1845 “Fatti nella vita del signor Valdemar” con protagonista Adrienne Barbeau (Fog, Creepshow, 1997: Fuga da New York), mentre Argento porta sullo schermo il celeberrimo racconto del 1843 “Il gatto nero”, uno dei più adattati tratti di Poe, dirigendo Harvey Keitel nei panni di Roderick Usher, fotografo di cronaca nera morbosamente attratto da immagini di violenza e di morte che si ritrova alle prese con la presenza di una gatta nera che segnerà la sua discesa nella follia e nell’assassinio.
- Il regista Dario Argento aveva originariamente pianificato uno show via cavo basato sulle opere di Edgar Allan Poe. George A. Romero aveva accettato di dirigere l’episodio pilota “Fatti nella vita del signor Valdemar”, Michele Soavi (Dellamorte Dellamore) era stato ingaggiato per “La maschera della morte rossa” (che era stata la scelta originale di Romero) e Richard Stanley (Hardware – Metallo letale) era in lizza per “Il barile di Amontillado” (Michael Gambon era stato scelto per il ruolo di Fortunato e Jonathan Pryce per quello di Montressor). Il progetto si è poi trasformato per iniziativa di Dario Argento in un’antologia horror che avrebbe coinvolto lo stesso Argento e altri tre registi: George A. Romero, John Carpenter e Wes Craven. Carpenter e Craven in ultimo si sono tirati indietro, così Argento e Romero hanno deciso di affrontare il progetto come una storia in due parti, ognuno dirigendo separatamente il proprio adattamento.
11. Kiki – Consegne a domicilio (1989)
Questo gioiellino di stampo fantasy diretto da Hayao Miyazaki, prodotto dallo Studio Ghibli e tratto dall’omonimo romanzo di Eiko Kadono vede la tredicenne Kiki, una giovane strega simpatica e un po’ maldestra, lasciare casa e partire alla ricerca di una città in cui svolgere un anno di apprendistato, così da dimostrarsi capace di rendersi indipendente. In compagnia dell’inseparabile gatto nero parlante Jiji, a cavallo della scopa di sua madre corredata con la radiolina di suo padre, Kiki arriva nella grande città di Koriko, che bagnata dal mare e sovrastata da una splendida torre con l’orologio, rappresenta per lei la città dei sogni.
- Verso la fine del film il gatto Jiji non parla più (almeno con parole umane) a Kiki perché sono entrambi cresciuti, non perché lei ha perso i suoi poteri. Il libro originale spiega che una strega e un gatto nero crescono insieme, ed è per questo che possono “parlarsi” (nota che la mamma di Kiki non parla mai direttamente con Jiji). Possono parlarsi a causa della loro stretta relazione piuttosto che per la magia in sé. Miyazaki ha reso Jiji incapace di parlare con Kiki anche dopo che lei ha riacquistato i suoi poteri per mostrare che Kiki è cresciuta e non ne ha più bisogno, ma nella versione in lingua inglese del film curata da Disney, alla fine Jiji parla di nuovo cambiando così le intenzioni della versione originale.
12. Cimitero vivente (1989)
In questo riuscito adattamento della regista Mary Lambert del racconto Pet Sematary di Stephen King, che ha curato personalmente la sceneggiatura, sarà proprio Church, il gatto della famiglia Creed travolto da un camion di passaggio, ad essere sepolto e a risorgere dal cimitero degli animali al centro della trama. Il ritorno dalla morte di Church e il suo inquietate cambiamento darà il via ad un incubo che culminerà con la resurrezione di un malvagio bambino zombie, interpretato da Miko Hughes che all’epoca aveva due anni.
- Poiché i gatti sono difficili da addestrare, la troupe ha finito per usare sette gatti British Shorthair blu, e ognuno di loro è stato addestrato a compiere una singola azione specifica davanti alla macchina da presa. Tra questi c’erano un “saltatore”, un “brontolone” e un “coccolone”.
- La storia è stata ispirata da eventi realmente vissuti da Stephen King, accaduti mentre viveva a Orington, nel Maine, con la sua famiglia. King ha ricordato che mentre viveva lì, il gatto di sua figlia è stato ucciso in autostrada. Gran parte dello sfogo emotivo di Ellie Creed è stato preso direttamente dalla figlia addolorata di King. Lo scrittore ha anche ricordato che una volta, il suo figlio più giovane era quasi finito sulla strada mentre un camion sfrecciava, proprio come fa Gage nel film. Il personaggio di Judd Crandall era basato sull’anziano vicino che viveva dall’altra parte della strada rispetto a King. Inoltre, c’era un vero cimitero per animali nei boschi dietro la casa di King, che è diventato la base per quello del romanzo.
- Il film ha fruito di un deludente sequel, il Cimitero vivente 2 di Mary Lambert con Edward Furlong e Clancy Brown; un pessimo reboot, il Pet Sematary del 2019 con Jason Clarke e John Lithgow e un ancor più mediocre prequel, il Pet Sematary: Bloodlines del 2023 con Pam Grier e David Duchovny.
13. Hocus Pocus (1993)
Una delle prime vittime della stregoneria delle tre sorelle Winifred, Mary e Sarah Sanderson è Thackery Binx che finisce tramutato in un gatto nero immortale, mentre cerca di salvare la sorella Emily dalle grinfie delle tre megere, intente a succhiarle la linfa vitale come elisir di eterna giovinezza. Le tre vengono poi bruciate sul rogo, ma torneranno trecento anni dopo, nella notte di Halloween per proseguire le loro malefatte, ma Thackery è pronto a sfidarle con l’aiuto di tre coraggiosi adolescenti e uno zombie che in un remoto passato ha avuto una “tumultuosa” storia con Winifred che lo ha avvelenato.
- L’azienda Rhythm and Hues, che ha creato in CGI il gatto Thackery Binx, ha fatto di tutto per assicurarsi che i suoi lineamenti facciali fossero quelli di un gatto vero. Lo studio però lo ha trovato troppo realistico, in particolare le zanne e i denti, e ha pensato che potesse essere troppo spaventoso e sinistro. Per farlo apparire più amichevole, Rhythm and Hues ha reso le sue zanne più piccole e meno appuntite.
- A causa della lunghezza del film e della varietà di scene con azioni eseguite da Binx, sul set di “Hocus Pocus” sono stati utilizzati diversi gatti. Humane Hollywood ha riferito che la troupe ha scelto quale gatto utilizzare in ogni scena in base alle abilità e alla personalità dell’animale. Tuttavia, le scene d’azione con gli animali hanno richiesto addestramento e creatività. Secondo Humane Hollywood, “Quando i bambini incontrano Binx per la prima volta nella casa delle streghe, Binx sorprende Max saltandogli addosso e Max cade. Per realizzare questa scena, un addestratore ha liberato il gatto, mentre un secondo addestratore lo ha chiamato tramite un cicalino nascosto nei vestiti dell’attore”. Per alcune scene, sono stati utilizzati degli animatronic al posto di un gatto vero.
14. A spasso con Bob (2016)
A spasso con Bob (A Street Cat Named Bob) di Roger Spottiswoode è tratto dal romanzo autobiografico omonimo di James Bowen del 2010 e vede nel cast Luke Treadaway, Ruta Gedmintas, Joanne Froggatt, Anthony Head e, nel ruolo di se stesso, il gatto Bob. La trama segue James Bowen (Luke Treadaway) un senzatetto ed ex eroinomane, che vive per le strade di Londra. Dopo un incidente legato alla droga, la sua assistente sociale Val lo porta in un appartamento popolare e gli prescrive del metadone nel tentativo di aiutarlo. La prima notte nel suo appartamento, James scopre un gatto che fruga nel suo cibo. Supponendo che il gatto sia scappato da chissà dove, James cerca di restituirlo ai suoi veri proprietari.
- I realizzatori hanno scelto diversi gatti per interpretare Bob, ma alla fine Bob ha interpretato se stesso per la maggior parte del film.
- In una scena Luke Treadaway (James Bowen) viene visto mentre fa mangiare a Bob dei Dairy Lea Dunkers. Questo era il cibo preferito del gatto Bob durante la produzione.
- Epilogo prima dei titoli di coda: “‘A Street Cat Named Bob’ è stato pubblicato nel 2012 ed è diventato un bestseller immediato. Il suo successo ha permesso a James di smettere di suonare per strada e vendere “The Big Issue”. È stato anche in grado di lasciare il suo alloggio di sostegno e acquistare una casa. Oggi James e Bob rimangono migliori amici inseparabili e lavorano insieme per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle associazioni benefiche per i senzatetto e gli animali… Bob è ancora da qualche parte sulle spalle di James”.
- “The Big Issue” è un giornale di strada edito in otto nazioni, scritto da giornalisti professionisti e venduto da persone senza fissa dimora. Fondato da John Bird e Gordon Roddick nel settembre 1991, è una delle maggiori società cooperative di interesse collettivo nel Regno Unito. La sua ragione d’essere è offrire ai senzatetto l’opportunità di guadagnare un salario legittimo e aiutarli nel contempo a reintegrarli nella società. È anche il giornale di strada più diffuso al mondo.
- Purtroppo il gatto Bob è mancato il 15 giugno 2020 dopo essere stato investito da un’auto.
15. Matrix (1999)
Chiudiamo la nostra lista di gatti cinematografici con Matrix e in particolare con il gatto nero che durante una scena in cui il team di combattenti contro le macchine s’infiltrano in Matrix, Neo si accorge di aver appena avuto deja-vu che coinvolge aappunto un gatto nero. Neo vede due volte lo stesso gatto nero e Trinity gli spiega “Un deja-vu è un errore di Matrix, succede quando cambiano qualcosa”. E’ segno che Matrix é stata modificata. Precisamente sono state eliminate tutte le finestre e le porte di ingresso del palazzo, ed é stata tagliata la ‘hardline’, la linea fissa di comunicazione. ma nel ‘ricaricare’ la nuova versIone del palazzo, matrix ha avuto un glitch (un comportamento anomalo del software),appunto ha posizionato il gatto dove stava prima che avvenisse la modifica, e quindi Neo lo rivede scrollarsi di dosso l’ acqua e riprendere a camminare.