Flow – Un mondo da salvare: recensione del film d’animazione premio Oscar ora disponibile in streaming
Tutto quello che c’è da sapere sul film d’animazione lettone premio Oscar di Gints Zilbalodis disponibile in streaming su CGtv.it e sulle principali piattaforme tra cui Prime Video, Apple Tv+, Google Tv, Youtube, Timvision, Infinity, Chili e Rakuten TV

E’ disponibile in streaming su CGtv.it e sulle principali piattaforme tra cui Prime Video, Apple Tv+, Google Tv, Youtube, Timvision, Infinity, Chili e Rakuten TV l’acclamato film d’animazione Flow – Un mondo da salvare, la pellicola lettone che ha fatto incetta di premi nel mondo tra cui un Oscar al Miglior film d’animazione.
Flow – Trama e trailer
In un mondo in cui gli esseri umani sembrano essere scomparsi, l’arrivo di un’inondazione costringe un gatto a mettersi in salvo su una barca, insieme a un variopinto gruppo di animali. Tra paesaggi di abbagliante bellezza e pericoli imprevisti, il viaggio farà capire a tutti che l’unione è la loro vera forza.
Penso che l’animazione possa andare più in profondità nel subconscio degli spettatori di quanto riesca a fare un film ripreso dal vivo. L’animazione non è influenzata da barriere culturali o linguistiche, può essere molto più universale e primordiale – Gints Zilbalodis
Flow – La recensione del film
Eccoci qui a parlare a bocce ferme di una delle grandi sorprese degli Oscar 2025, la pellicola d’animazione indipendente di produzione lettone Flow – Un mondo da salvare, lungometraggio che dopo aver girato il mondo e fatto incetta di premi, ha concluso la sua corsa con un Oscar al miglior film d’animazione battendo favoriti del calibro di Il robot selvaggio e il sequel Inside Out 2 di Disney-Pixar.
“Flow” è un piccolo gioiello realizzato nientemeno che con un software “open source” da qui il suo peculiarissimo stile visivo e sorpresa nella sorpresa il regista Gints Zilbalodis, al suo secondo lungometraggi animato dopo Away uscito sei anni or sono. Il Zilbalodis ha deciso di non includere dialoghi e di non antropomorfizzare gli animali, lasciando che siano i suoni campionati della natura e degli animali stessi, intervallati dalla soave colonna sonora composta dallo stesso Zilbalodis con Rihards Zaļupe, a scandire il ritmo di un viaggio tutto vissuto dal punto di vista di un gruppo di animali che, come nella fiaba “I musicanti di Brema” dei fratelli Grimm, s’incontrano e intraprendono un viaggio insieme, ma nel caso di “Flow” senza una meta prestabilita.
Un gatto, un labrador, un capibara, un lemure e un serpentario ferito ad un’ala per salvarsi dall’ennesima inondazione viaggiano a bordo di una barca a vela e ci mostrano un mondo semi-sommerso che non presenta più essere umani se non attraverso le testimonianze di rovine e manufatti. Questo misterioso mondo dai tratti indistinguibili, in cui si percepisce un mix di elementi alieni e arcaici, è mostrato nella sua nuova veste di ecosistema in qualche modo tornato nelle mani di Madre natura e degli animali che ora lo popolano.
La forza di “Flow” è il suo manifestare una narrazione quasi “zen”, in cui si miscelano elementi di fruizione tipici del documentario naturalistico ad elementi come il viaggio avventuroso, l’esplorazione e l’interazione di personaggi che proprio grazie alla condivisione del viaggio instaurano connessioni e dinamiche. In “Flow” tutto scorre nella massima naturalezza, l’occhio dello spettatore è catturato da questo racconto cinematografico anomalo nobilitato da un’animazione che si sposa perfettamente con l’ambientazione in cui è calato, diventandone un tutt’uno sorprendentemente realistico, seppur nella sua essenza cromatica di stampo quasi pittorico.
“Flow” sin dai primi minuti conquista senza sforzo alcuno occhi e cuore, mentre ci accompagna per mano in una narrazione fieramente “alternativa” che ha rievocato in noi una recente esperienza videoludica avuta con un videogame dal titolo “Stray” di BlueTwelve Studio & Annapurna Interactive. Trattasi di un’avventura fantascientifica in cui abbiamo impersonato un gatto randagio intento ad esplorare una misteriosa città sotterranea popolata da robot, un titolo anch’esso diventato un’esperienza unica e in questo caso anche interattiva, esperienza che ci ha lasciato qualcosa, proprio come il coraggioso film di Gints Zilbalodis.
Curiosità
- Il film è una co-produzione Lettonia/Francia/Belgio.
- Il regista Gints Zilbalodis oltre alla regia ha curato la sceneggiatura (con Matīss Kaža), la fotografia il montaggio, la direzione artistica e la musica (in collaborazione con Rihards Zalupe). La Direzione dell’animazione è di Léo Silly-Pélissier, il Suono di Gurwal Coïc-Gallas,
- Il team è stato molto irremovibile nel far sì che tutte le “voci” fossero realizzate da animali veri, quindi hanno registrato animali veri per il film. Per ottenere il suono del capibara, l’ingegnere del suono ha dovuto recarsi in uno zoo e solleticare i capibara. Tuttavia, i veri suoni del capibara non corrispondevano alla personalità che avrebbe avuto il personaggio del capibara, quindi hanno utilizzato un cucciolo di cammello per quest’ultimo.
- L’intero film è stato creato e renderizzato solo utilizzando il software gratuito e open source “Blender”.
- Poiché il budget del film era così limitato, non ci sono scene eliminate dal film. Ogni scena prodotta è nel montaggio finale del film.
- Il disegno di “Cat” dall’interno della casa è stato disegnato dal regista Gints Zilbalodis. È stata l’unica concept art che abbia mai realizzato per il film, poiché tutto il resto è stato modellato direttamente in Blender per risparmiare tempo.
- Un giorno, quando era solo con il suo gatto, Coïc-Gallas ha trovato un vecchio microfono e ha deciso di seguirla con esso, registrando così con successo tutti i suoni per il personaggio principale del film.
- L’animale domestico del sound designer Gurwal Coïc-Gallas è stato utilizzato per i suoni prodotti dal personaggio principale Cat: una gatta arancione femmina di nome Miut. Tuttavia, il processo di registrazione non è stato facile: è rimasta muta per quasi due mesi quando ha visto il microfono, rendendo più difficile per il sound designer registrare i suoi suoni.
- In una sessione di domande e risposte per il New Zealand International Film Festival, il regista ha affermato che gli animali venivano sempre chiamati solo con la loro specie, “Cat”, “Retriever”, ecc. Gli animali non sono mai stati nominati.
- Durante l’intero film non vengono pronunciate parole, solo i rispettivi suoni degli animali.
- Presentazione ufficiale della Lettonia per la categoria “Miglior lungometraggio internazionale” della 97a edizione degli Academy Awards del 2025.
- Il primo film indipendente a vincere l’Oscar per il miglior film d’animazione.
- Il settimo film non prodotto da Disney o DreamWorks a vincere l’Oscar per il miglior film d’animazione, dopo La città incantata (2001), Happy Feet (2006), Rango (2011), Spider-Man: Un nuovo universo (2018), Pinocchio (2022) e Il ragazzo e l’airone (2023).
- Flow è stato selezionato per la prima nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes del 2024. È stato anche proiettato all’Annecy International Animation Film Festival del 2024 un mese dopo, dove ha vinto il premio della giuria, il premio del pubblico, il premio della Gan Foundation per la distribuzione e il Premio per la migliore musica originale, tutti nella categoria Lungometraggio. Il film ha vinto anche 1 Golden Globe (miglior Film d’animazione), 1 European Film Award (Miglior film d’animazione), 1 Premio César (Miglior Animazione), 1 Lumière Award (Miglior Film animato) e 1 Independent Spirti Award (Miglior Film Internazionale).
- Gli animali mostrati provengono da un’ampia varietà di luoghi della vita reale. Poiché il film non è ambientato nel nostro tempo, o forse nemmeno nel nostro mondo, si presume che ciò sia intenzionale. L’uccello segretario o Serpentario proviene dalla savana africana: il lemure dalla coda ad anelli dal Madagascar; il capibara dal Sud America; e persino alcuni cervi axis maculati dall’India.
- Questo è il terzo film d’animazione non in lingua inglese a vincere l’Oscar per il miglior film d’animazione dopo La città incantata (2001) (2001) e Il ragazzo e l’airone (2023) (2023).
- Gli uccelli presenti sono (leggermente imprecisi) serpentari. I serpentari (Uccello segretario) sono così insoliti che hanno una loro famiglia tassonomica, ma sono strettamente imparentati con falchi pescatori, nibbi, falchi e aquile.
- L’ambientazione del finale del film è stata ispirata dalla foresta di Fanal nell’isola di Madeira.
- Se guardi il film oltre i titoli di coda, vediamo che la creatura balena sopravvive. Si ipotizza se l’acqua salga e scenda a cicli. In una delle primissime scene del gatto, puoi vedere brevemente una barca su un albero. Questo è un sottile indizio che, sì, l’acqua va e viene e che la balena è viva.
- Il film è prodotto da Matīss Kaža, Gints Zilbalodis, Ron Dyens e Gregory Zalcman. Una produzione Dream Well Studio (Lettonia), Sacrebleu Productions (Francia) e Take Five (Belgio).
- A causa della popolarità del film in Lettonia, a Riga è stata installata una statua del gatto di Flow. Inizialmente è stata installata all’esterno del Monumento alla Libertà, e si prevede che verrà spostato nella Piazza del Municipio nell’aprile 2025. Zilbalodis è stato onorato come “Cittadino di Riga dell’anno” nel 2024.
- Grazie al successo di Flow, l’industria cinematografica lettone ha visto un aumento degli investimenti. Zilbalodis ha affermato che gli era stato chiesto di creare un sequel di Flow, ma ha scelto di non realizzarne uno, concentrandosi invece su un progetto diverso stavolta con dialoghi.
Gints Zilbaldolis – Note biografiche
Nato nel 1994, Gints Zilbalodis è un regista e animatore lettone. Il suo lungometraggio d’esordio, Away, che ha realizzato interamente da solo, ha vinto il Best Feature Film Contrechamp Award ad Annecy ed è stato selezionato in più di novanta festival nel mondo, venendo distribuito in diciotto territori. La sua passione per il cinema inizia in tenera età, tra la scoperta dei classici del passato e la realizzazione di diversi cortometraggi: prima di “Away” ne ha realizzati ben sette con varie tecniche, tra cui animazione a mano e 3D. “Flow – Un mondo da salvare” è il suo secondo lungometraggio.
Intervista con il regista
Il regista Gints Zilbalodis racconta il percorso che lo ha portato a realizzare “Flow”:
Ho fatto animazione, tutti i tipi di animazione. Ho iniziato a fare animazione disegnata a mano, 2D, digitale. Ma dopo aver realizzato alcuni cortometraggi, ho capito che non sono bravo a disegnare e sono passato al 3D perché potevo modellare le cose e muovere la macchina da presa. E così all’inizio ho usato Maya, che all’epoca veniva insegnato nella nostra scuola.
Dopo aver terminato il mio primo lungometraggio Away, ho deciso di passare a Blender nel 2019, principalmente per EEVEE. Ho iniziato a usare la versione beta 2.8 o addirittura alpha. Ci è voluto un po’ per imparare alcune cose, ma in realtà è stato abbastanza semplice. Molti degli animatori di Flow hanno impiegato meno di una settimana per passare a Blender…ho sperimentato brevemente alcuni motori di gioco, ma almeno all’epoca era davvero difficile capire un flusso di lavoro per realizzare film con essi. E Blender era l’ideale: aveva tutti gli strumenti di cui avevo bisogno.
Zilbalodis parla della cronologia di produzione del progetto…
L’intero progetto ha richiesto circa cinque anni e mezzo. Il primo anno, ho scritto la sceneggiatura, ho imparato a usare Blender e ho cercato finanziamenti come Dream Well Studio. Era il 2019.
Nel 2020, abbiamo ottenuto dei finanziamenti e mi sono trasferito in uno spazio di studio di co-working con altri artisti e sviluppatori che usavano Blender. È lì che ho incontrato Mārtiņš Upītis e Konstantīns Višņevskis.
Mārtiņš è stata una delle prime persone a cui mi sono rivolta, non specificamente per la simulazione dell’acqua, ma solo per vedere come avrebbe potuto contribuire. Tuttavia, è diventato subito chiaro che aveva una profonda competenza in materia di acqua, a differenza di chiunque altro.
Siamo stati fortunati che, nelle prime fasi, ero solo io, quindi la pandemia non ci ha influenzato molto. Quando siamo passati alla piena produzione nel 2023, le cose si erano stabilizzate.
Ho creato un breve episodio pilota per Flow, lungo circa un minuto e mezzo, in cui ho esaminato l’intero flusso di lavoro. Era tecnicamente basilare, ma è stato utile per testare il processo. Ciò ha portato al nostro primo teaser, che non ho mai mostrato pubblicamente. In seguito, ne abbiamo realizzato un altro, completamente nuovo, che abbiamo utilizzato per il pitching.
Nel 2021, abbiamo iniziato ad assumere concept artist e a creare il team. Abbiamo coinvolto rigger e sviluppatori per creare script personalizzati che hanno contribuito a semplificare il flusso di lavoro mentre lavoravo all’animatic.
Lo studio lettone era relativamente piccolo, stava tutto in una stanza. In totale, avevamo circa 15-20 persone, ma in qualsiasi momento, di solito c’erano solo tre o cinque persone che lavoravano, poiché team diversi gestivano la pre-produzione e la post-produzione.
Zilbalodis racconta come ha imparato ad utilizzare Blender?
Ho imparato molto online, ma è stato fantastico avere qualcuno con più esperienza accanto a me (Konstantīns). Ha fatto un sacco di rigging ed era molto più tecnico di me, quindi potevo chiedergli consiglio. A volte, avevo bisogno di qualcosa di specifico nell’animatic, come il cervo che si muoveva a spirale, e lui scriveva uno script per automatizzarlo. Questo è stato prima di Geometry Nodes.
Non so scrivere script da solo, quindi avere qualcuno in studio che mi aiutasse è stato inestimabile. Ma l’apprendimento non finisce mai. Ho ancora la sensazione che ci sia così tanto che non so su Blender o su qualsiasi altra cosa. E con questi lunghi progetti, a volte dimentichi cose che hai imparato cinque anni fa.
Flow è stato realizzato interamente con Blender e renderizzato con EEVEE. Ogni frame ha impiegato circa 0,5-10 secondi per essere renderizzato in 4k. Non abbiamo utilizzato una renderfarm. Il rendering finale è stato eseguito sul mio PC. Non c’è stato alcun compositing, tutti i colori sono stati modificati e regolati tramite shader.
Le considerazioni finali del regista:
Non ho mai lavorato in un grande studio, quindi non so esattamente come funzionano. Ma penso che se stai lavorando a un progetto indipendente più piccolo, non dovresti provare a copiare ciò che fanno i grandi studi. Invece, dovresti sviluppare un flusso di lavoro che si adatti meglio a te e al tuo team più piccolo.
Nel nostro caso, non ci siamo affidati molto alla concept art. Abbiamo modellato i personaggi direttamente in 3D e trovato modi per saltare determinati passaggi. Molti di noi hanno indossato più cappelli, cercando di capire come semplificare le attività piuttosto che avere reparti separati per ogni cosa.
Per me, è anche più facile gestire la macchina da presa e l’illuminazione contemporaneamente piuttosto che trattarle come fasi separate. Avere un team più piccolo ha reso il processo più flessibile ed efficiente.
Quando ho sviluppato il mio primo lungometraggio, ho strutturato la storia attorno a elementi che erano relativamente facili da animare. Ho evitato grandi folle ed effetti complessi perché, alla fine, la maggior parte degli spettatori non pensa a quanto sia stato difficile creare qualcosa. Penso che sia prezioso per i registi collaborare con gli sviluppatori di strumenti fin dall’inizio per capire quali cose sono difficili e quali sono facili. Questo può effettivamente stimolare idee creative piuttosto che sembrare una limitazione.
La narrazione offre infinite possibilità, ma a volte i vincoli possono essere utili. Ad esempio, decidere di usare solo quattro personaggi e una manciata di location può portare a scelte creative più forti. Alcuni dei miei film preferiti adottano questo approccio. Non hanno bisogno di una portata epica per essere potenti.
Detto questo, penso che un certo livello di ingenuità sia necessario quando si inizia un progetto. Se avessi saputo quanto sarebbe stato difficile, forse non avrei mai iniziato. Ma poiché non ho compreso appieno le sfide future, mi sono semplicemente tuffato e ho capito le cose strada facendo.
[Trovate l’intervista completa sul sito ufficiale di Blender]
Flow – La colonna sonora del film
- Le musiche originali del film sono state composte a quattro mani dal regista Gints Zilbalodis (Away) e dal compositore Rihards Zalupe (Il re vichingo).
“Per me creare la musica è probabilmente la parte più divertente ed emozionante dell’intero processo di realizzazione di un film”, afferma il regista e co-compositore Gints Zilbalodis. “Con Flow ho iniziato a lavorare sulla musica mentre stavo ancora sviluppando la sceneggiatura, il che mi ha aiutato non solo a comprendere il ritmo e il tono del film, ma mi ha anche dato idee su come si sarebbe evoluta la storia. Avere la musica così presto mi ha anche permesso di usarla per montare il film invece di usare musica temporanea da altri film, il che ha reso la musica davvero integrata nel nucleo del film. Dopo aver terminato il montaggio del film, ho capito di aver raggiunto i limiti delle mie capacità musicali, quindi abbiamo deciso di chiedere a Rihards Zaļupe di salire a bordo e aiutarci a finire la colonna sonora. Rihards ha preso gli schizzi che avevo fatto e li ha portati a un livello molto più alto. Ha aiutato la colonna sonora a sembrare più coesa nel suo insieme e ha aggiunto molte sfumature e specificità alle emozioni. Per me è stato un momento davvero speciale quando ho potuto sentire Rihards dirigere l’orchestra che ha eseguito la musica che aveva iniziato la sua vita sul mio laptop, e ora era davvero tornata in vita in un modo così incredibile”.
Il co-compositore Rihards Zalupe aggiunge sulla loro collaborazione: “Gints aveva creato degli schizzi piuttosto minimalisti, che mi piacevano molto perché presentavano molte percussioni e un’ampia gamma di strumenti elettronici. Tuttavia, al culmine del film, Gints ha realizzato anche un tema musicale molto lirico e melodico. Ho trovato molto necessario estenderlo per l’intera estensione del film. Ho pensato che avrei potuto migliorarlo aggiungendo un tono musicale meditativo, che sembrava vitale per il film stesso. E ho pensato che fosse molto necessario perché, insieme, creavano una connessione meravigliosa, come yin e yang o più e meno, senza la quale questi personaggi recitanti non sarebbero stati in grado di sopravvivere. Il risultato più meraviglioso è stato che Gints, con la sua musica minimalista e ritmata, aveva già stabilito un tono per ogni scena, completando meravigliosamente la direzione ritmica di ogni scena del film. Questo mio compito, lavorare con melodie e temi melodici, aggiungere questi toni meditativi, nonché orchestrare tutti gli strumenti dal vivo e l’intero arrangiamento musicale, si completavano a vicenda in modo straordinario”.
1. Home (2:04)
2. Dog Chase (1:34)
3. Panic (0:59)
4. Flood (5:24)
5. Capybara (0:48)
6. Unexpected Visitor (0:32)
7. Lemur (2:07)
8. Bananas (1:27)
9. Deer Cyclone (1:13)
10. Windmill Island (2:11)
11. Birds (3:45)
12. Outcast (2:26)
13. Showing Off (0:59)
14. Abandoned City (2:24)
15. Splash (1:38)
16. Fishing (3:05)
17. Storm (2:03)
18. Flow Away (4:33)
19. Forest Emerging (1:55)
20. Amphitheater (1:51)
21. Following (3:36)
22. Reflection (3:29)
23. Acceptance (2:43)
La colonna sonora di “Flaw – Un mondo da salvare” è disponibile QUI.