Home Recensioni Focus – Niente è come sembra: recensione in anteprima del film con Will Smith

Focus – Niente è come sembra: recensione in anteprima del film con Will Smith

Dopo il passo falso After Earth, da lui stesso riconosciuto, Will Smith tenta il riscatto con Focus – Niente è come sembra. Un Ocean’s di questo tempo, ma con meno, ostentata brillantezza ed uno Smith col freno a mano tirato

pubblicato 4 Marzo 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 17:39

Essere ladri e gentiluomini al tempo stesso oggi risulta quanto mai difficile. Ci prova Will Smith, o meglio, Mellow, nome in codice di Nicky Spurgeon (Will Smith), uno che di mestiere fa il truffatore. Non un semplice baro, uno di quelli che rischia la pelle per poco o nulla; quella di Nick è un’organizzazione ben rodata, che mette a segno colpi ad altissimi livelli. D’altronde, figlio d’arte com’è, con lui è la terza generazione degli Spurgeon a tenere alta la bandiera.

Jess (Margot Robbie) è invece una giovane a tutta prima non troppo ambiziosa, che il mestiere lo conosce poco ma alla quale non manca la voglia d’imparare. Finché non incontra Nick e nel corso di una notte scatta la scintilla: la bella vuole conoscere i trucchi che solo in pochi sanno. E dire che Focus – Niente è come sembra, non parte neanche male: senza tirarla troppo per le lunghe, nel giro di poco ci troviamo catapultati da una New York vista dall’alto alla caotica New Orleans degli eventi sportivi annuali.

Complice soprattutto un montaggio incalzante, assistiamo al tutorial della giovane che è poi anche un espediente per dare modo a noi spettatori di prendere confidenza col mondo di Nick, fatto di ladri professionisti dediti alle più disparate specialità: dall’apparentemente semplice furto di portafogli, allo smercio di collane preziose. Nick e soci commerciano in tutto. Ma a quanto pare il bello viene in quei casi in cui la posta viene alzata vertiginosamente, prendendo di mira un determinato personaggio. Succede al ricco asiatico che assiste al Super Bowl all’interno di un’ala dello stadio super accessoriata, con tanto di roulotte russe, russe, e catering di lusso.

Perché arrivare sin qui, rischiando di descrivere uno dei passaggi chiave del film? Niente paura, non arriviamo sino in fondo. Il punto è che da qui, da questo snodo, che Focus si ingolfa. Dimenticate la scena dei furtarelli per le vie di New Orleans, ritmata e dal mood giusto: dovendo a questo punto inserire una traccia ulteriore, la spavalderia della prima parte comincia a risentirne. Ed è d’altra parte ciò che avviene al protagonista, dato che da quel punto in avanti Focus procede su un doppio binario: Nick, innamorato perso di Jess, cede qualcosa in termini di brillantezza, per cui, oltre al colpo del momento, c’è da concludere quello più importante: conquistare l’oggetto del suo amore.

Ne risulta una parte centrale inutilmente stirata, farcita di glamour nostalgico, per via anche della location, ora Buenos Aires. Un lungo panegirico in cui a farla da padrone è certamente il corteggiamento di Nick, azzardoso e spudorato come vuole il personaggio; di tanto in tanto vanno incuneandosi alcune dinamiche del colpo del momento, che per forza di cose è un gran colpo. Eppure restiamo come distaccati, inermi dinanzi a questo avvicendarsi di momenti a dire il vero non molto interessanti, però dalla confezione impeccabilmente patinata. Qualche contraccolpo, rapido e indolore, viene affidato alla verve di Farhad (Adrian Martinez), il simpatico socio di Nick, che con le sue sboccate uscite a sfondo sessuale gioca facile e a dire il vero qualche sorriso lo strappa pure («suvvia, lo sanno tutti che sei lesbica… il tuo alito puzza sempre di vagina»).

Ci mette parecchio il film per uscire da tale impasse, praticamente alla fine, quando l’immancabile twist coglie effettivamente un po’ di sorpresa (salvo non aver letto in anticipo il cast con relativi personaggi). Ma ce ne vuole; di mezzo tanti foglietti illustrativi, ché non si sa mai lo spettatore si perda. Ed è vero, magari la possibilità ci sarebbe pure, ma alla terza spiegazione, senza nemmeno dare il tempo di elaborare, si finisce con lo sperare sinceramente che il personaggio di Smith tenga la bocca chiusa. Belle macchine e bei vestiti, manco a dirlo, non bastano a colmare; perché nemmeno in tal senso si spinge abbastanza.

È chiaro che si sarebbe trattato di un’altra operazione, a parere di chi scrive non del tutto infondata, ma col senno di poi chissà che puntare di più su questo cavallo non avrebbe giovato, anche a costo di strafare, ché almeno una parte più consistente di pubblico avrebbe guardato con favore all’ostentazione di un lusso a tal punto sfrenato. Sì, anche in un’epoca come questa: soprattutto in un’epoca come questa. Il lusso, dalle automobili alla tecnologia, passando per capi d’abbigliamento e location, è in ogni caso la risposta giusta… o per lo meno, quella alla quale, riserve etiche a parte, si risponde con più favore. Inutile negarcelo.

Insomma, Will Smith ha il suo da fare con una storia à la Ocean’s, solo che qui, squadra di sconosciuti a parte, che fanno presto a scomparire, lui è praticamente solo. E come già ravvisato, se vogliamo, il vizio di Focus – Niente è come sembra sta nel suo ingolfarsi dopo una partenza tutto sommato promettente; salvo poi tentare di riprendersi, se così si può dire, poco prima della conclusione, quando oramai è troppo tardi. E troppo poco. Su questa falsa riga, di recente, un pelo meglio Now You See Me, che all’incirca si atteggia allo stesso modo, solleticando però un po’ meglio. Ma poi, nel secolo XXI, esistono ancora ladri che sono pure gentiluomini?

Voto di Antonio: 5
Voto di Federico: 6

Focus – Niente è come sembra (USA, 2015) di Glenn Ficarra, John Requa. Con Will Smith, Margot Robbie, Rodrigo Santoro, Gerald McRaney, B.D. Wong, Adrian Martinez, Laura Flannery, Stephanie Honore, Griff Furst, Dominic Fumusa, Candice Michele Barley, Don Yesso, Brennan Brown, Joe Chrest, Olga Wilhelmine, Han Soto, Stephanie McIntyre, Kate Adair e David Jensen. Nelle nostre sale da domani, giovedì 5 marzo.