Home Curiosità Gabriel Axel è morto: il ricordo di Cineblog

Gabriel Axel è morto: il ricordo di Cineblog

Una carriera durata oltre 50 anni: Cineblog dedica il suo ricordo a Gabriel Axel, Oscar nel 1988 con Il pranzo di Babette.

pubblicato 11 Febbraio 2014 aggiornato 31 Luglio 2020 04:20

All’età di 95 anni è morto Gabriel Axel, nella sua casa alle porte di Copenaghen. Il regista danese era famoso soprattutto per Il pranzo di Babette, film del 1987 con cui nell’anno successivo riuscì a conquistare l’Oscar come miglior film straniero.

Tratta dal romanzo di Karen Blixen, scrittrice nata anch’ella in Danimarca, la pellicola vinse anche un premio BAFTA per la categoria non in lingua inglese, mentre ai Golden Globe riuscì a ottenere “solo” una nomination. In madrepatria vinse ai Bodil e ai Robert award come miglior film danese dell’anno, mentre a Cannes ci fu la menzione speciale della giuria ecumenica. Il pranzo di Babette è inoltre il film preferito di Papa Francesco, secondo quanto da egli stesso dichiarato in passato.

Per quanto riguarda invece la storia, Il pranzo di Babette è ambientato a fine Ottocento, periodo in cui segue la storia di due vecchie sorelle Martina e Philippa, i cui nomi si devono a Martin Lutero e Filippo Melantone. Dopo la morte del loro padre, un pastore protestante, le sorelle hanno il compito di guidare la sua comunità di fedeli, conservando uno stile di vita umile. L’arrivo dell’esule francese Babette, e soprattutto la vincita alla lotteria di quest’ultima, daranno il via a una serie di situazioni tragicomiche.

La filmografia di Axel vede come ultima opera Leïla, del 2001, preceduta negli anni dopo Babette solo da Christian (1989) e Prince of Jutland (1994), insieme al documentario Lumière and Company (1995). Il primo film del regista danese è invece datato 1955, anno di Altid ballade per la televisione. Il debutto al cinema avvenne invece con Dollari dal cielo, del 1958: dopo di esso, anche in Italia sono arrivati Che me lo dai un passaggio? (1971), Diversi modi di essere donna (1977) e Il curato (1980), oltre alle pellicole citate a inizio paragrafo.