Home Trailer Gigi la legge: trailer della commedia documentario di Alessandro Comodin al cinema dal 9 febbraio

Gigi la legge: trailer della commedia documentario di Alessandro Comodin al cinema dal 9 febbraio

La commedia documentaria “Gigi la legge” di Alessandro Comodin premiata a Locarno 2022 in arrivo nei cinema il 9 febbraio 2023.

8 Febbraio 2023 18:12

Dal 9 febbraio nei cinema d’Italia con Okta Film Gigi la legge, il documentario di Alessandro Comodin (L’estate di Giacomo) già vincitore del Premio speciale della giuria al Festival di Locarno 2022, e attualmente selezionato per concorrere ai David di Donatello come miglior documentario e ai Nastri d’Argento nella categoria “cinema del reale”. La commedia documentaria “Gigi la legge” è stata girata lungo il confine tra Friuli-Venezia Giulia e Veneto, e ha come protagonista lo zio del regista, Pier Luigi Mecchia detto Gigi, un sovversivo e originale vigile di campagna un po’ pirata e un po’ signore, alle prese con un’indagine su una misteriosa serie di suicidi che si consuma in uno strano mondo di provincia, in bilico tra realtà e fantasia.

La candidatura ai David di Donatello per Gigi la legge ci riempie di orgoglio e gioia. Un onore che arriva proprio alla vigilia dell’uscita in sala e ci accompagnerà in un tour che speriamo faccia scoprire al pubblico la stralunata umanità di Gigi – Alessandro Comodin

Gigi la legge – Trama e cast

[Pier Luigi Mecchia]

La trama ufficiale: Gigi fa il vigile in un paese di campagna dove sembra non succedere mai niente. Un giorno, però, una ragazza si suicida, gettandosi sotto un treno. Non è la prima volta. Lì comincia un’indagine su questa misteriosa serie di suicidi che si consuma in uno strano mondo di provincia in bilico tra realtà e fantasia, dove un giardino può anche essere una giungla e un poliziotto avere un cuore sempre pronto ad innamorarsi e a sorridere.

Interpreti: Pier Luigi Mecchia, Ester Vergolini, Annalisa Ferrari, Tomaso Cecotto, Massimo Piazza, Mario Fontanello, Mario Pizzolitto, Ezio Massarutto, Ulisse Buosi, Rebecca Martin.

Gigi la legge – Trailer e video

Gigi la legge – Il tour nelle sale

Giovedì 9 febbraio

Nuovo Cinema Aquila di Roma h 19.00

Saranno presenti il regista Alessandro Comodin e il protagonista Gigi Mecchia, introdotti dal direttore artistico del Festival del

Nuovo Cinema di Pesaro Pedro Armocida

Cinema Troisi di Roma h 20.00

alla presenza del regista Alessandro Comodin e del protagonista Gigi Mecchia, in compagni di Maccio Capatonda

Venerdì 10 febbraio

Cinema Rouge et Noir di Palermo h 20.30

In collaborazione con Sicilia Queer Filmfest, sarà presente il regista Alessandro Comodin

Cinema Moderno di Bolsena (VT) h 17.30

Sarà presente il protagonista Gigi Mecchia

Sabato 11 febbraio

Cinema King di Catania h 20.45

In collaborazione con Sicilia Queer Filmfest, sarà presente il regista Alessandro Comodin

Cinéma Sala Pegasus di Spoleto h 21.00

Sarà presente il protagonista Gigi Mecchia

Domenica 12 febbraio

Bloom Cinema di Mezzago (MI) h 16.30

Sarà presente il protagonista Gigi Mecchia

Cinema Lux di Messina h 20.45

In collaborazione con Sicilia Queer Filmfest, sarà presente il regista Alessandro Comodin

Martedì 14 febbraio

Cinema Conca Verde di Bergamo

Saranno presenti il regista Alessandro Comodin e il protagonista Gigi Mecchia

Giovedì 16 febbraio

Cinema Mignon di Mantova

Saranno presenti il regista Alessandro Comodin e il protagonista Gigi Mecchia

Venerdì 17 febbraio

Cinema Nuovo Eden di Brescia

Saranno presenti il regista Alessandro Comodin e il protagonista Gigi Mecchia

Lunedì 20 febbraio

Cinema Tiberio di Rimini

Saranno presenti il regista Alessandro Comodin e il protagonista Gigi Mecchia

Martedì 21 febbraio

Sala Truffaut di Modena

Saranno presenti il regista Alessandro Comodin e il protagonista Gigi Mecchia

Mercoledì 1 marzo h 21.15

Cinema Nickelodeon di Genova

In collaborazione con Augenblick, Marco Longo introdurrà il regista Alessandro Comodin e il protagonista Gigi Mecchia

Il tour continuerà in altre città di cui seguiranno maggiori informazioni

Note di regia

IL GIARDINO DI GIGI: DOVE NASCONO TUTTE LE STORIE

Per questo film sono tornato nel giardino della mia infanzia, quel luogo magico che è per me l’inizio di tutte le storie. Da quando ero bambino son passati trent’anni e nel frattempo gli alberi, come me, sono cresciuti, gli oggetti di ferro, come i miei capelli, arrugginiti, ma nulla è cambiato veramente perché il custode e guardiano di questo paradiso non è una persona qualsiasi, è Gigi. Gigi è mio zio. Lui ed io abbiamo in comune la sensazione per cui il mondo intero è un giardino, pieno di alberi, densissimo, a volte sconfinato, a volte pieno di reticolati e frontiere, sempre buono ma anche luogo dove le angosce e i desideri prendono vita come in un sogno ad occhi aperti. La storia di “Gigi la legge” viene da questo giardino e a questo giardino ritorna all’infinito perché le piante e gli alberi sono talmente rigogliosi che sconfinano dalla sua testa e prolungano le sue mani. Fuori dal suo giardino, Gigi per gran parte della sua vita è stato un vigile urbano, un semplice e pittoresco rappresentante della legge in questa regione particolarmente periferica. Questo film è prima di tutto il ritratto di Gigi, ed essendo Gigi, che si voglia o no, un vero poliziotto, il film non poteva che prendere la forma di un “poliziesco”. Un poliziesco a misura del suo personaggio principale, sovversivo e originale, sincero e disarmante, simpatico e provocatore. Gigi si interroga e, a modo suo, indaga, si lascia sommergere dalle sue passioni e curiosità contraddittorie e inesplicabili. È così allora che diventa il nostro traghettatore in uniforme, che si lascia guardare sinceramente e senza paura. Attraverso i suoi occhi e sensazioni, noi vediamo e sentiamo il suo pezzo di mondo in forma di vegetale, ed è qui, assieme a lui, che condividiamo i misteri che lo ossessionano, le passioni che lo attraversano e le risate che esplodono senza effetti e senza artifici. Gigi la legge è un pezzo di vita di confine, fatto di alberi che non smettono di crescere, treni che non si fermano, inseguimenti campagnoli, conversazioni divertenti, una storia d’amore sognata e un incubo che non ci lascia dormire. In fin dei conti, però, come il tempo, tutto passa, e piano piano anche gli incubi più brutti poi finiscono per svanire, basta un sorriso o una vecchia canzone. [Alessandro Comodin]

Intervista al regista

[Alessandro Comodin]
Alessandro Comodin è un regista italiano che ha studiato cinema a Bruxelles. Vive a Parigi, ma gli piace girare i suoi film nella regione dove è cresciuto, il Friuli Venezia Giulia, in campagna e in mezzo agli alberi. Ha scritto e diretto tre film per il cinema, ma non è mai stato in grado di definire se siano film di finzione o documentari.

Qual è stato il primo impulso del film?

L’origine “preistorica” del film viene dal giardino di mia nonna, dove giocavo da bambino, nel mio paese. Si tratta del magma, il caos primordiale da cui, per me, vengono tutte le storie. Da quando mia nonna è morta, è Gigi che se ne occupa, lasciando crescere a dismisura gli alberi, come in un disegno animato giapponese. Fin dall’inizio il desiderio di cinema era quello di un film poliziesco, di un’indagine; per forza di cose, dato che il personaggio principale era già Gigi e che all’epoca era ancora poliziotto. Intendiamoci: un film poliziesco di certo, ma un poliziesco di provincia con uno zio indagatore e che parla in friulano. Il film viene, come sempre per me, da una sensazione, da un movimento, che qui prende la forma di un’indagine, di uno spostarsi in un luogo che si rivela soprattutto d’estate, con un calore pesante e umido, dove apparentemente in superficie non succede mai nulla ma, sotto sotto, la terra brulica. Mi ritrovavo dunque con un luogo di partenza assieme ad un personaggio principale forte, ma per svolgere quale indagine? Nel luglio del 2017, durante il servizio, Gigi ritrova il corpo smembrato di una donna che si è buttata sotto un treno. Diversi treni sono passati su questo povero corpo senza che nessuno se ne accorgesse. È proprio in quel momento che mi sono ricordato che nella calma piatta della pianura, succede almeno una volta l’anno che una persona del paese decide di suicidarsi buttandosi sotto un treno, proprio all’altezza del passaggio a livello dietro al cimitero. Nello stesso posto in cui ho perso un amico quando ero adolescente. Ecco allora che l’altro centro del film si è rivelato da sé: si tratta del passaggio a livello attorno al quale Gigi farà la sua indagine, dove la gente del paese si suicida per una ragione oscura, sempre e misteriosamente nello stesso posto. La strada tagliata dalla ferrovia, la via del macello (anticamente vi era un macello), è un posto come un altro eppure, sotto questa patina di banalità, negli ultimi vent’anni si sono suicidate molte persone, richiamando stranamente anche diversi episodi che si sono svolti durante le due guerre mondiali.

Come è arrivato Gigi in questa storia? Chi è nella vita?

Gigi è mio zio, il fratello minore di mia madre. È lo “zione” simpatico, l’adulto con cui, da bambino, fare e dire cavolate, lo zio che mi portava in giro in Vespa. Il tempo è passato, ma il suo lato da ragazzino è rimasto. È nato nel cuore degli anni ’60, in pieno boom economico ma in un contesto completamente rurale che cominciava a subire gli effetti della felicità artificiale della società di consumo con i suoi DDT ed eroina. Gigi è per me uno degli ultimi rappresentanti di quei personaggi di paese, semi-leggende viventi, di cui si raccontano le gesta al bar. Come ogni personaggio che si rispetti, anche Gigi ha il suo soprannome – “Gigi la legge”- che gli è stato affibbiato dai colleghi per prendersi gioco di lui a causa delle sue innumerevoli bravate – che hanno anche finito per costargli l’uniforme. Ora non svolge solo mansioni subalterne, come gli accertamenti di residenza, notifiche di multe ed altri compiti amministrativi. Nonostante tutto, il suo soprannome è diventato il titolo originale del film per contrastare ironicamente pettegolezzi e derisioni e rivelarne soltanto il suo lato leggendario, in una sorta di omaggio a tutte quelle figure, come la sua, per le quali ho un’immensa tenerezza e che occupano il mio personale Olimpo. Con questo film ritorniamo negli stessi luoghi de L’Estate di Giacomo e ci ritroviamo con un personaggio che non ha molto a che vedere con Giacomo: un rapporto al mondo molto singolare, che non si situa nella norma, piuttosto marginale rispetto alla società.

Come sono stati visti in paese il film e le riprese?

Eravamo una troupe piccola, molto discreta, il principio del mio ‘set’ ideale è quello di essere come un piccolo cantiere stradale, di quelli effimeri, quasi invisibile, ma dove tutti gli operai sono vestiti con casacche fluorescenti. Ciò detto, Gigi nella sua automobile, faceva un figurone, e essendo tanto amato quanto detestato, di sicuro ciò ha creato delle gelosie. Fortunatamente Gigi ha preso il film come una rivincita ritrovando l’uniforme che gli era stata tolta che non era niente di meno che la sua identità. Mi sono permesso di ricordargli che doveva divertirsi e che in un film era finalmente libero di dire tutto quello che voleva. Chiamando il suo comandante il “Fagiano”, per esempio, parodia del vero nome di uno dei suoi comandanti storici, il personaggio diventa per Gigi tutti i suoi co-mandanti in una volta, una sorta di feticcio. C’era questo lato “parentesi di libertà” ma mi chiedo come sarà percepito il film quando uscirà: le persone e i fatti sono tutti veri e forse alcune persone si riconosceranno.

Qual è la lingua parlata nel film?

La sceneggiatura è stata scritta prima in francese e poi in italiano ma nella realtà, i friulani, in campagna, e soprattutto le persone di una certa età, parlano solo in friulano, l’italiano solo se devono. È un immenso piacere per me che il film sia in parte parlato nella mia lingua materna. Si tratta di una lingua ancora viva che si mescola in sfumature infinite con l’italiano e a volte il veneto. Il friulano che i personaggi parlano tra loro a volte non è neppure lo stesso, come tra Gigi e Annalisa, per esempio. Il friulano è di una grande ricchezza e quindi difficilissimo da tradurre, a volte impossibile.

Gigi la legge – Foto e poster

 

Foto: Massimo Piccoli