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Hachiko – Il tuo migliore amico: Recensione in Anteprima

Hachiko – Il tuo migliore amico (Hachiko: A Dog’s Story, Usa, 2008) di Lasse Hallström; con Richard Gere, Joan Allen, Cary-Hiroyuki Tagawa, Sarah Roemer, Jason Alexander, Erick Avari, Davenia McFadden, Robbie Sublett, Tora Hallstrom, Gary Roscoe, Denece Ryland, Roy Souza, Michael Kelly, Vincent J. Earnshaw, Luke Allard, Joanne Fanara, Rob Degnan, Robert Capron, Donna Sorbello,

pubblicato 26 Dicembre 2009 aggiornato 2 Agosto 2020 09:24

Hachiko – Il tuo migliore amico (Hachiko: A Dog’s Story, Usa, 2008) di Lasse Hallström; con Richard Gere, Joan Allen, Cary-Hiroyuki Tagawa, Sarah Roemer, Jason Alexander, Erick Avari, Davenia McFadden, Robbie Sublett, Tora Hallstrom, Gary Roscoe, Denece Ryland, Roy Souza, Michael Kelly, Vincent J. Earnshaw, Luke Allard, Joanne Fanara, Rob Degnan, Robert Capron, Donna Sorbello, Bates Wilder, Forest, Gloria Crist, Kevin DeCoste

24 anni dopo La mia vita a quattro zampe, che gli fruttò due candidature all’Oscar, come Miglior Regista e per la Migliore Sceneggiatura, lo svedese Lasse Hallström torna a toccare con mano una storia canina, emozionando. Presentato al Festival Internazionale del Film di Roma, Hachiko – Il tuo migliore amico è meno melenso, scontato, fastidioso e ‘cinofilo’ di quanto si possa pensare.

La storia, vera e diventata leggenda, del cane che attese alla stazione dei treni il proprio padroncino, morto d’infarto, per oltre 10 anni, in Giappone è talmente famosa da essersi trasformata in statua celebrativa. Lasse Hallström, in questo remake made in Hollywood, colpisce al cuore dosando bene le emozioni e trasformando il magnifico Hachiko, cane di razza Akita, nell’assoluto protagonista. Tanto che anche Richard Gere deve togliersi il cappello, inchinarsi e farsi da parte…

Lo spavento c’era ed era assolutamente giustificato. Dopo il disastroso Casanova, Lasse Hallström era chiamato a risollevarsi, cercando di tornare ai vecchi successi, di critica e di pubblico, come Chocolat, Le regole della casa del sidro, Buon compleanno Mr. Grape e Qualcosa di cui… sparlare. Ebbene, probabilmente ci voleva una leggenda giapponese per riuscire nell’impresa, visto che il regista svedese con Hachiko ammalia e conquista, arrivando direttamente al cuore dello spettatore.

La commovente storia si ispira a fatti realmente accaduti. Nel 1924 un cane di razza Akita, di nome Hachiko, viene acquistato e portato a Tokyo da Hidesamuroh Ueno, professore universitario (nel film interpretato da Richard Gere). Tra i due si instaura un’alchimia incredibile, quasi magica, tanto che il cane attende Ueno tornare dal lavoro, alla stazione dei treni, tutti i giorni alla stessa ora. Per un anno intero, Hachiko l’accompagna e lo attende in stazione, fino a quando un infarto improvviso stronca la vita a Hidesamuroh. Dopo la sua morte Hachiko viene dato via, ma scappa regolarmente per tornare alla stazione dei treni, aspettando il suo ritorno, sempre alla stessa ora, sempre nello stesso punto. Ogni giorno, per 10 anni.

Melodramma allo stato puro, il film ruota attorno all’incredibile rapporto che nasce tra Richard Gere e Hachiko, portato in sala da diversi fantastici cani di razza Akita. Lasse Hallström si interessa a loro e solo a loro, lasciando sullo sfondo tutti gli altri personaggi, che nel corso degli anni rimarranno sorpresi dall’incredibile fedeltà del cane. Una volta morto Gere, proprio Hachiko diventa il protagonista assoluto, con il proprio dolore costantemente rappresentato da lunghi silenzi e dolci sguardi avvolti di tristezza. Il regista avvolge Hachiko con un’invisibile coperta di compassione, regalando allo spettatore momenti di fortissimo impatto emotivo, amplificati da una fredda e piccola cittadina e da melanconici colori autunnali.

Richard Gere, finalmente in ripresa dopo l’osceno Come un Uragano, è chiamato al difficile compito di dover fare la ‘spalla’ ad un cane, riuscendoci però appieno. Per i cinofili più puri un film imperdibile, se non addirittura pericoloso, perchè portatore di depressione acuta, mentre per tutti gli altri un film emozionante, fortemente drammatico, capace di sottolineare l’incredibile rapporto di amicizia, amore e fedeltà tra l’uomo e il suo migliore amico, anche dopo la morte.

Uscita in sala: 30 dicembre
Voto Federico:7

Festival di Venezia