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Heart of the Sea – Le origini di Moby Dick: le recensioni straniere e italiane

Il film di Ron Howard sotto la lente dei critici

di carla
pubblicato 9 Dicembre 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 10:34

E’ nelle nostre sale il film d’avventura Heart of the sea – Le origini di Moby Dick diretto da Ron Howard e interpretato da Chris Hemsworth, Cillian Murphy, Charlotte Riley, Michelle Fairley, Paul Anderson, Brendan Gleeson, Ben Whishaw, Benjamin Walker, Tom Holland, Jordi Mollà, Joseph Mawle. Dopo la nostra recensione, ecco i pareri dei critici Stranieri e Italiani. Su RottenTomatoes, mentre scrivo, il film ha raccolto il 64% di voti positivi.

Tim Martain – The Mercury: con la regia di Ron Howard il film è un’avventura epica molto piacevole. Voto: 3.5 / 5

Luke Buckmaster – Crikey: A livello puramente tecnico questo è il peggior film di Hollywood di recente memoria.

Sergio López Aguirre – Cine Premiere: Un dramma intenso. Voto: 3.5 / 4

Mikel Zorrilla – Blog de ​​cine: Non è un brutto film, ma aveva molto più potenziale.

Helen OHara – Daily Telegraph: La storia di Ron Howard è troppo radicale. I personaggi sono semplici schizzi, e non sembrano mai reali. Voto: 3/5

Stefan Pape – HeyUGuys: Un racconto ben ritmato. Voto: 4/5

Leigh Paatsch – Herald Sun (Australia): Dopo due ore tristi, Heart of the Sea colpisce la terraferma e crolla in uno stato di completo esaurimento. Voto: 2/5

Andrew L. Urban – Urban Cinefile: Il magistrale regista Ron Howard conduce la sua squadra in una sinfonica opera che racconta anche un terribile dramma del mare con tanti aspetti dell’esperienza umana.

Louise Keller – Urbano Cinefile: Soddisfa per lo più a livello intellettuale, anche se mi sarebbe piaciuto essere emotivamente spazzato in mare, metaforicamente parlando.

Matt Maytum – Total Film: Moby Dick di Melville è stato adattato per il grande schermo un gazillione di volte, quindi complimenti a Ron Howard per un approccio leggermente diverso, anche se non corrisponde mai del tutto alla epica ricerca di Achab. Voto: 3/5

Matthew Pejkovic – Matt Movie Reviews: Un film avvincente dal punto di vista visivo e sonoro, ma poco in termini di cuore e di spirito. Voto: 3/5

Maurizio Porro – Il corriere della sera: Molto bravo, per nulla imbarazzato con la sua penna d’oca, inchiostro, calligrafia corsivo gotica, Ben Wishaw, nei panni di Melville, che sigla miseria e nobiltà ci un’avventura che il film mostra nel suo farsi e disfarsi dalla leggenda.

Alessandra Levantesi Kezich – La Stampa: Heart of the Sea rientra nei canoni hollywoodiani del genere inserendo la storia dentro una tradizionale cornice e con un tradizionale epilogo; e tuttavia il tono si alza, assumendo un coinvolgente accento romanzesco nelle bellissime scene marinare. La tempesta in cui incappa l’Essex ridisegna sullo schermo i visionari dipinti di Turner, i cetacei saltano fra le onde possenti, mentre la leggendaria balena assume un metafisico spessore, quasi a esprimere lo sdegno divino davanti all’arroganza e avidità umana. E, al centro di un ottimo cast, Hemsworth si conferma convincente epico eroe, anche senza il martello di Thor.

Massimo Bertarelli – il Giornale: Ovvio che mezzo secolo e passa dopo Howard e soci abbiano buon gioco nel surclassare il celebre predecessore negli effetti speciali. Ma, ahiloro, soltanto in quello. Anche perché il nuovo protagonista nel ruolo del primo ufficiale della baleniera Essex, il marcantonio australiano Chris Hemsworth, pur se assai migliorato dal trogloditico personaggio di Thor (2011), non ha la stesura di Gregory Peck, identica altezza (un metro e novanta) a parte.

Roberto Nepoti – la Repubblica: Heart of the sea è corrusco e solenne, brutale e sanguigno; contiene scene impressionanti (gli attacchi alla nave e alle barche di salvataggio, ma anche l’estrazione dell’olio di balena) e include episodi di cannibalismo: è più per adulti, insomma, che per famiglie. Dopo un avvio lento, il clou arriva verso la metà con l’epifania della balena bianca. In seguito, se di qualcosa il film patisce è proprio la grande efficacia delle scene-madri col gigantesco capodoglio: un po’ come accadeva nel vecchio Gli ammutinati del Bounty, il cui nucleo drammatico era la rivolta, nella seconda parte anche lo “spectacular” di Howard tende ad allentare la tensione, illanguidendosi un po’ a paragone con le peripezie precedenti.