Hotspot – Amore senza rete: trailer della nuova commedia di Giulio Manfredonia (Al cinema dal 6 giugno)
Tutto quello che c’è da sapere sulla nuova commedia di Giulio Manfredonia con Francesco Arca e Denise Tantucci – Al cinema con Eagle Pictures e Sony Pictures.
Dopo la presentazione come proiezione speciale nella sezione Panorama Italia di Alice nella Città, dal 6 giugno 2024 nei cinema d’Italia Hotspot – Amore senza rete, la nuova commedia diretta da Giulio Manfredonia, prima coproduzione tra Sony Pictures International Productions e Eagle Pictures, con protagonisti Francesco Arca e Denise Tantucci.
Hotspot Amore senza rete – Trama e cast
Tina è una giovane ballerina che sogna di farsi strada nel mondo della danza. Mentre sta aspettando il suo volo all’aeroporto di Londra, si accorge che la candidatura per un’audizione molto importante per il Teatro San Carlo di Napoli sta per scadere e ha 20 minuti di tempo per inviare la mail. La connessione wi-fi dell’aeroporto non funziona e ha finito i giga. Tina, disperata, nota l’hotspot attivo dell’iPhone di un certo Pietro. Presa dal panico, si guarda intorno e urla il suo nome per individuarlo. L’uomo, sorpreso, decide di condividere la sua password con lei. Tina è salva. Qualche settimana dopo, le arriva una notifica sul telefono: il suo wi-fi si è collegato di nuovo all’hotspot di Pietro. Un evento fortuito o un segno del destino?
Il cast: Francesco Arca (Allacciate le cinture, Gli idoli delle donne, Resta con me) e Denise Tantucci (Tre piani, Io e mio fratello) ed è scritta a quattro mani da Roberto Proia (Come non detto, trilogia Sul più bello, Backstage – Dietro le quinte) e Mauro Graiani (Poli opposti, Copperman). Nel cast anche Erasmo Genzini (Che Dio ci aiuti), Anna Lucia Pierro (I bastardi di Pizzofalcone, Mina Settembre), Carlo G. Gabardini (L’ombra di Caravaggio, Quasi orfano), Peppe Servillo e Rosalia Porcaro.
Hotspot Amore senza rete – Il trailer italiano ufficiale
Curiosità sul film
- Giulio Manfredonia dirige da una sceneggiatura di Mauro Graiani e Roberto Proia da un soggetto di Roberto Proia.
- Il cast tecnico: Fotografia di Marcello Montarsi / Montaggio di Alessio Doglione / Costumi Angela Capuano / Scenografie di Simone Taddei / Montaggio di Alessio Doiglione / Costumi Angela Capuano / Casting Stefano Rabbolini (U.I.C.D.) / Musiche di Alessandro Bencini
- “Hotspot – Amore senza rete” è prodotto da Roberto Proia per Eagle Pictures con Sony Pictures International Productions. Produttori associati Andrea Goretti e Simone Bencini. Produttore esecutivo Gianluca Leurini.
Note di regia
Non capita spesso in Italia di realizzare una vera commedia romantica. Per lo meno a me non era mai capitato, e questo è stato per me motivo di grande divertimento nel fare questo film. Adoro infatti poter affrontare generi diversi e poter fare ogni volta un tipo di film distante da tutto quello che ho fatto prima, un’esperienza totalmente nuova. E poi, a chi non piace raccontare le storie d’amore? In effetti, la vera e propria commedia romantica è un genere poco frequentato dal cinema italiano degli ultimi decenni. Quando lo è stato, è stato quasi sempre utilizzato dal comico-mattatore di turno come scusa per “cucire” i suoi sketch di repertorio (quasi sempre di origine teatrale o televisiva).
Dunque, nel preparare Hotspot mi è venuto spontaneo prendere come riferimento tutta una serie di film per lo più americani (ma anche qualcuno inglese e francese) che venivano realizzati soprattutto negli anni Ottanta e Novanta e che in qualche modo, per appartenenza generazionale, hanno segnato la mia giovinezza. In questo senso fare “Hotspot” è stato un viaggio nel mio passato, negli anni in cui avevo più o meno l’età di Tina e dei suoi amici e i film che andavo a vedere il sabato al cinema erano (non solo, ma sicuramente anche) Flashdance, Pretty Woman e un po’ dopo Notting Hill. Sono film apparentemente leggeri ma che toccano temi fondamentali e che hanno formato l’immaginario e, se vogliamo, il “sistema di valori” di intere generazioni.
Riguardandoli oggi provo lo stesso piacere di allora, anzi forse di più, perché mi sembrano aver colto l’essenza di un’epoca e di una generazione e nello stesso tempo mi sembrano essere rimasti moderni, come accade solo alle grandi storie senza tempo, quelle che affrontano i temi, piccoli e grandi, del vivere. E così, riguardandoli, mi sono reso conto che questo film poteva essere un loro “fratello minore”, e in qualche maniera mi sono lasciato guidare, ho cercato di lasciarmi condizionare dalle suggestioni che mi restavano dopo averli rivisti. Il resto lo hanno fatto un gruppo di attori che mi sembrano sempre credibili, e una città, Napoli, passeggiando nella quale parlare d’amore sembra quasi inevitabile.
[Giulio Manfredonia]
Giulio Manfredonia – Note biografiche
Regista e sceneggiatore, Giulio Manfredonia è un appassionato di tragedie raccontate con il senso dell’umorismo. Nonostante sia figlio di un ingegnere e di una casalinga, in famiglia respira aria di cinema perché la sorella della mamma è sposata con Luigi Comencini. Nel periodo degli studi, passa le vacanze sui set dello zio a partire da Voltati Eugenio, per cui ha sostenuto anche un provino. Ha vissuto la sua prima esperienza di assistente alla regia nel 1985 con La Storia, tratto dal libro di Elsa Morante. Inizia la sua carriera come assistente alla regia in ZOO (1989) della cugina Cristina Comencini, poi aiuto regista in Marcellino (1991) di Luigi Comencini, e nuovamente con la Comencini per Matrimoni (1998).
Impara così il mestiere del regista, mentre si forma anche come collaboratore al montaggio e autore di backstage. Nel 1999 realizza il suo primo cortometraggio, Tanti Auguri, con Claudia Pandolfi, lavoro per il quale vince il Nastro d’Argento e il
premio come miglior cortometraggio al festival di Annecy. Nel 1997 inizia la sua collaborazione/amicizia con Antonio Albanese, prima aiuto regista in Uomo D’acqua Dolce, poi nel 1999 ne La Fame e la Sete.
L’esordio alla regia di un lungometraggio al cinema avviene nel 2001 con la commedia Se fossi in te, di cui è anche sceneggiatore, insieme a Valentina Capecci. La storia di tre personaggi in crisi d’identità, interpretati da Fabio De Luigi, Emilio Solfrizzi e Gioele Dix, mattatori comici della televisione, mette in luce le capacità di osservazione di Manfredonia, una qualità che caratterizza l’intera filmografia che lo riguarda.
Di commedia si tratta anche il successivo E’ già ieri (2004), remake dell’americano Ricomincio da capo con Bill Murray, qui
sostituito da Antonio Albanese. Chiama poi Claudio Bisio a lavorare nel film Si può fare (2008), e lo affianca ad Anita Caprioli, per raccontare la storia di un gruppo di malati di mente che, seguendo le fondamenta della legge Basaglia, mette in
piedi una Cooperativa produttiva.
Nel 2009 realizza la fiction tv Fratelli detective. Antonio Albanese, suo amico e collaboratore, lo chiama poi a dirigere Qualunquemente (2011), incentrato sulla figura di Cetto La Qualunque, politicante calabrese di dubbia moralità. L’anno successivo torna a dirigerlo nella commedia Tutto Tutto Niente Niente. Tornerà una terza volta a dirigerlo nel 2019 in Cetto c’è Senzadubbiamente. Dal 2014 ha realizzato molte serie televisive per RAI e Mediaset.