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Il labirinto del Fauno: la recensione in anteprima

Il labirinto del fauno (Pan’s Labyrinth, USA, 2006) di Guillermo Del Toro; con Sergi López, Maribel Verdú, Ivana Baquero, Doug Jones, Alex Angulo, Adriana Gil. Il film di Guillermo del Toro si presenta come una fiaba, di pura fantasia, ambientata nella Spagna del 1944, la stessa Spagna della guerra civile, terminata da 5 anni. Carmen

24 Ottobre 2006 06:43

Labirinto del fauno Il labirinto del fauno (Pan’s Labyrinth, USA, 2006) di Guillermo Del Toro; con Sergi López, Maribel Verdú, Ivana Baquero, Doug Jones, Alex Angulo, Adriana Gil.

Il film di Guillermo del Toro si presenta come una fiaba, di pura fantasia, ambientata nella Spagna del 1944, la stessa Spagna della guerra civile, terminata da 5 anni. Carmen si reca a vivere con la piccola Ofelia, (nata dal primo matrimonio) presso la casa del capitano dell’armata franchista Vidal. Esso si presenta come un uomo autoritario e senza scrupoli, e da subito incarnerà il ruolo del “cattivo” come in ogni fiaba che si rispetti.

Il labirinto del fauno è un racconto fantastico, ma a causa dell’ambientazione e della crudeltà di talune scene del racconto, mostra una sfaccettatura più verosimile alla realtà, di quanto immaginato. Due racconti in uno. L’ uno quello della piccola Ofelia e il suo mondo magico. La purezza, l’ingenuità, la determinazione e il passaggio così cruento all’età matura in una pellicola che si presenta come una rivisitazione di Alice nel paese delle meraviglie, seppur con toni fortemente gotici. D’ altra parte il racconto di una Spagna dominata ancora dall’armata franchista; una Spagna sofferente, una Spagna per certi versi molto contraddittoria.

Nel film il racconto fantastico di Ofelia e del labirinto del fauno e’ solo una metafora attraverso la quale il regista mostra la violenza dittatoriale della Spagna franchista, incarnata nel personaggio del capitano Vidal. Un misto di fantasy, realismo e scontro tra il mondo fatato di Ofelia e del suo fauno e una crudeltà, talvolta spietata, ma necessaria a dare un senso alla pellicola. Una pellicola che sotto il punto di vista tecnico è perfettamente riuscita, affascinante e senza tempo, come la migliore delle fiabe.

Voto Gabriele: 8
Voto Natalie: 8
Voto Carla: 7.5