Home Curiosità Il padrino: Francis Ford Coppola parla del libro di Mario Puzo per il 50° anniversario

Il padrino: Francis Ford Coppola parla del libro di Mario Puzo per il 50° anniversario

Francis Ford Coppola ha fornito un’introduzione ad una nuova edizione del libro “Il padrino” di Mario Puzo che celebra i 50 anni dalla sua pubblicazione.

pubblicato 18 Marzo 2019 aggiornato 29 Luglio 2020 20:31

Quest’anno il libro “Il padrino” di Mario Puzo, da cui Francis Ford Coppola ha tratto il suo capolavoro “gangster”, compie 50 anni e al regista è stato chiesto di scrivere una nuova introduzione al romanzo di cui potete leggere alcuni stralci a seguire.

[quote layout=”big”]Dopo il successo del film “Il padrino”, ero al settimo cielo, il giovane che aveva catturato un fulmine in una bottiglia. Fu un periodo inebriante e uno shock per un bambino timido del Queens, uno studente perennemente cattivo che era stato temporaneamente paralizzato dalla poliomielite. Un giorno ero in un gruppo che includeva alcuni uomini italiani sospettosamente duri che mi guardavano di traverso e parlavano tra loro. Ho sentito il nome Mario Puzo sulle loro labbra, e un ragazzo che avrebbe potuto interpretare Luca Brasi si è fatto strada verso di me e mi ha detto aggressivamente: “Non l’hai fatto tu, lui ti ha fatto!”. Non ero in disaccordo, e non solo perché ero intimidito da quell’insieme di muscoli. A quel punto avevo poco più di trent’anni e da giovane oscuro, impoverito giovane regista, ero passato a un nome familiare. È assolutamente vero che Mario mi ha “fatto” e il suo romanzo Il padrino ha cambiato la mia vita.[/quote]

 

[quote layout=”big”]Avevo visto un annuncio nella sezione del New York Times per Il padrino di Mario Puzo e ne ero rimasto colpito perché l’illustrazione sulla copertina suggeriva una storia sul “potere” e il nome italiano dell’autore mi ha fatto pensare che fosse un intellettuale su l’ordine di Italo Calvino o Umberto Eco. Così, quando mi sono seduto per la prima volta a leggere il libro, la mia prima impressione è stata sorpresa e sgomento; era più simile a un libro di Harold Robbins o Irving Wallace, un potboiler pieno di sesso e stupidità. Sapevo di essere stato preso in considerazione per dirigerlo e la mia prima reazione fu di rifiutarlo. Ma avendo bisogno di soldi e di un’offerta cinematografica, ho deciso di rileggerlo e questa volta prendendo appunti con attenzione. Quello che ho scoperto è che in agguato all’interno c’era una grande storia quasi classica nella sua natura; quella di un re con tre figli, ognuno dei quali aveva ereditato un aspetto della sua personalità. Ho pensato che se solo avessi potuto estrarre quella parte del libro e fare il film su questo, allora avrei potuto suscitare un certo entusiasmo per questa storia.[/quote]

 

[quote layout=”big”]Una cosa che amavo della scrittura di Mario era che era conciso. Disse in poche parole ciò che avrei impiegato un intero paragrafo per esprimere. Questo si è esteso alle sue note per me sulla sceneggiatura. Nella scena in cui Clemenza descrive una ricetta per Michael, avevo scritto: “Prima fai rosolare un po’ di salsiccia, e poi butti i pomodori…” Mario scrisse, “I gangster non rosolano… friggono”. E’ stato così, durante la mia bozza della sceneggiatura – solo una nota scritta a mano qua e là, ma hanno fatto una grande differenza.[/quote]

 

[quote layout=”big”]Per quanto ammirassi il suo talento, il suo modo di esprimersi dentro e fuori dalla pagina, adoravo semplicemente stargli vicino. L’ho amato come uno zio preferito. Era così divertente stare con lui, così caldo e saggio, divertente e affettuoso. Lo vedresti nel modo in cui ha parlato di sua moglie per molti anni, nel fatto che ha costruito la sua casa a Bayshore, Long Island, e nel modo in cui ha parlato dei suoi figli.[/quote]

 

[quote layout=”big”]Mario amava giocare d’azzardo, quindi ho suggerito di andare a stare in un casinò a Reno per lavorare sulla sceneggiatura emergente. (Lo abbiamo fatto per le sceneggiature di tutti e tre i film!) Un casinò è il luogo perfetto in cui gli scrittori possono collaborare. Non ci sono orologi, quindi puoi ordinare pancetta e uova (o altro) a qualsiasi ora. Quando raggiungi un ostacolo, puoi sempre andare al piano di sotto per giocare alla roulette, cosa che Mario adorava fare. E poi se perdevi grosso (cosa che Mario odiava fare – era un giocatore davvero terribile, nonostante ne sapesse a tonnellate di cose), potevi scappare di sopra per continuare a lavorare. Spesso diceva: “Ne sto perdendo migliaia qui, ma facendo milioni al piano di sopra”.[/quote]

 

Se volete leggere il resto dell’articolo cliccate QUI.

 

 

 

Fonte: Entertainment Weekly