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Dal Dune di Jodorowski al Superman di Tim Burton: 10 film mai realizzati

10 film annunciati, immaginati, ma mai realizzati – Dall’epico Dune di Alejandro Jodorowski al Superman Lives di Tim Burton con protagonista Nicolas Cage.

1 Settembre 2021 15:23

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Il 6 settembre arriva nei cinema italiani Jodorowsky’s Dune, documentario che racconta del Dune mai realizzato dal regista de La montagna sacra e Santa Sangre, una visone epica e sontuosa pensata per il grande schermo del classico di fantascienza di Frank Herbert. Una visione tanto folle e audace da coinvolgere leggende come Pink Floyd, Mick Jagger, HR Giger, Mœbius, il mago degli effetti speciali Dan O’Bannon, Salvador Dali e Orson Welles. Il fatto che il “Dune” di Jodorowsky sia naufragato non ci stupisce, ma quel che è certo è che la versione hollywoodiana diretta da David Lynch e uscita nel 1984 non ha reso giustizia nel al romanzo ne alla visione di Jodorowsky che ha influenzato grandi franchise, da Star Wars a Blade Runner passando per Alien.

A seguire vi proponiamo una selezione di pellicole mai giunte sul grande schermo, potenziali cult mai prodotti, 10 film mai realizzati che hanno fatto sognare spettatori e addetti ai lavori.

1. “Dune” di Alejandro Jodorowsky

Jodorowsky’s Dune foto e poster (4)
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Nel 1971 la società di produzione Apjac International di Arthur P. Jacobs opziona i diritti per girare Dune. Poiché lo studio era impegnato con altri progetti, Dune è slitta di un anno e nel frattempo a David Lean (Il ponte sul fiume Kwai) e Charles Jarrott (Maria Stuarda, regina di Scozia) viene offerta la regia, con entrambi che però passano la mano. Nonostante le defezioni, Rospo Pallenberg viene reclutato per scrivere la sceneggiatura e viene annunciato un potenziale inizio delle riprese previsto nel 1974, purtroppo la morte di Jacobs nel 1973 fa arenare il progetto. Nel dicembre 1974, un consorzio francese guidato da Jean-Paul Gibon acquista i diritti di “Dune” con Alejandro Jodorowsky alla regia. Nel 1975, Jodorowsky progetta di girare la storia come un lungometraggio di 10 ore, con protagonista suo figlio Brontis Jodorowsky nel ruolo principale di Paul Atreides, Salvador Dalí come Shaddam IV, l’Imperatore Padishah, Amanda Lear come la Principessa Irulan, Orson Welles come il Barone Vladimir Harkonnen, Gloria Swanson come la Reverenda Madre Gaius Helen Mohiam, David Carradine come Duca Leto Atreides, Geraldine Chaplin come Lady Jessica, Alain Delon come Duncan Idaho, Hervé Villechaize come Gurney Halleck, Udo Kier come Piter De Vries e Mick Jagger come Feyd-Rauta. Inizialmente la colonna  sonora del film includeva musiche originali di Karlheinz Stockhausen, Henry Cow e Magma; in seguito, la colonna sonora sarebbe stata fornita dai Pink Floyd. Jodorowsky crea un’unità di pre-produzione a Parigi composta da Chris Foss, un artista britannico che ha disegnato copertine per periodici di fantascienza, Jean Giraud (Moebius), un illustratore francese che ha creato, scritto e disegnato per la rivista Metal Hurlant e l’artista svizzaro HR Giger. Moebius iniziò a disegnare creature e personaggi per il film, mentre Foss fu incaricato di progettare le navi spaziali e l’hardware del film. Giger iniziò a progettare il castello di Harkonnen basandosi sugli storyboard di Moebius. Dan O’Bannon (Alien) era a capo del dipartimento degli effetti speciali. Dalí per interpretare l’Imperatore chiese un compenso di 100.000$ all’ora; Jodorowsky acconsentì, ma fece in modo che la parte di Dalí fosse filmata in un’ora, abbozzando piani per altre scene dell’imperatore con un manichino meccanico come sostituto dell’artista. Secondo Giger, Dalí è stato “in seguito invitato a lasciare il film a causa delle sue dichiarazioni pro-Franco”. Proprio quando gli storyboard, i design e la sceneggiatura erano completato, il sostegno finanziario si era prosciugato. Frank Herbert si recò in Europa nel 1976 per scoprire che 2 milioni di dollari del budget di 9,5 milioni di dollari stanziati erano già stati spesi in pre-produzione e che la sceneggiatura di Jodorowsky si sarebbe tradotta in un film di 14 ore (“Aveva le dimensioni di un elenco telefonico “, ricorderà in seguito Herbert). Jodorowsky si prese delle libertà creative con il materiale originale, ma Herbert disse che lui e Jodorowsky avevano una relazione amichevole. Jodorowsky disse nel 1985 che trovava mitica la storia di “Dune” e aveva intenzione di ricrearla piuttosto che adattare il romanzo; sebbene avesse una “entusiastica ammirazione” per Herbert, Jodorowsky disse di aver fatto tutto il possibile per allontanare l’autore e il suo contributo dal progetto. Sebbene Jodorowsky fosse amareggiato dall’esperienza, in seguito affermò che il progetto “Dune” ha cambiato la sua vita e alcune delle idee sono state utilizzate nel fumetto L’Incal, firmato dal regista e da Moebius. Dopo il fallimento della produzione O’Bannon entra in un ospedale psichiatrico dove lavorerà a 13 sceneggiature, l’ultima delle quali è diventata il cult Alien.

2. “Superman Lives” di Tim Burton

Tutto è iniziato nel 1996 quando Kevin Smith ha presentato a Jon Peters, produttore dei Batman di Tim Burton, la sua storia di Superman. Peter acconsentì allo sviluppo di una sceneggiatura, ma indicò alcune condizioni: Superman non doveva volare e avrebbe combattuto contro un ragno gigante. Smith accettò i termini, ma Peters aggiunse richieste durante la stesura, vedi una scena in cui Brainiac combatteva contro un orso polare nella Fortezza della Solitudine, un assistente robot gay per Braniac e un “cane spaziale” per Luthor. La sceneggiatura di Smith, intitolata Superman Lives, prevedeva che Brainiac inviasse Doomsday ad uccidere Superman e che il sole venisse oscurato per togliere energia a Superman. Brainiac si allea con Lex Luthor, ma Superman viene resuscitato da un robot kryptoniano noto come Eradicator la cui tecnologia Brainiac vuole fa sua. Impotente, il risorto Superman è avvolto in una tuta robotica formata dall’Eradicator stesso fino a quando i suoi poteri non ritornano, grazie ai raggi solari e riesce a sconfiggere Brainiac. Le scelte di casting di Smith includevano Ben Affleck come Clark Kent / Superman, Linda Fiorentino come Lois Lane, Jack Nicholson come Lex Luthor, Famke Janssen come Mercy, John Mahoney come Perry White, David Hyde Pierce come Eradicator, Jason Lee come Brainiac e Jason Mewes come Jimmy Olsen. A Robert Rodriguez che piaceva la sceneggiatura di Smith venne offerta la regia, ma il pupillo di Tarantino era troppo impegnato con The Faculty. Smith allora si rivolse a Tim Burton che ancora ferito dal catastrofico fallimento del suo Mars Attacks! firmò un contratto per 5 milioni di dollari. La Warner Bros. aveva originariamente pianificato una data di uscita nelle sale per l’estate 1998, in concomitanza con il 60° anniversario del debutto del personaggio nell’albo Action Comics. Nicolas Cage, fan sfegatato dei fumetti firmerà per il ruolo di Superman per un compenso di 20 milioni di dollari. Kevin Spacey venne contattato per il ruolo di Lex Luthor, mentre Christopher Walken era la scelta di Burton per Brainiac. Sandra Bullock, Courteney Cox e Julianne Moore sono state contattate per Lois Lane, mentre Chris Rock venne scelto come Jimmy Olsen. Anche Michael Keaton era coinvolto, ma sembra che il suo ruolo non era collegato al suo Batman. In seguito la sceneggiatura di Smith venne ampiamente rimaneggiata da Wesley Strick su richiesta di Burton. La riscrittura di Strick presentava Superman in crisi esistenziale e in cerca di una identità. Superman è minacciato da Brainiac e Lex Luthor, che in seguito si amalgamano in “Lexiac”, descritto da Strick come “uno schizoide e spaventoso mega-cattivo”. Lo studio stava anche considerando di cambiare il titolo Superman Lives in Superman Reborn. Ritenendo la sceneggiatura di Wesley Strick troppo costosa, la Warner Bros chiese l’aiuto di Dan Gilroy per riscriverla in qualcosa di più economicamente fattibile. Gilroy abbassò il budget di 190 milioni fissato dal progetto di Strick a 100 milioni. Nell’aprile 1998, la Warner Bros sospende il film; a questo punto della produzione, lo studio aveva speso 30 milioni di dollari per lo sviluppo e Burton nel frattempo aveva abbandonato ed era passato alla regia de Il mistero di Sleepy Hollow.

3. “Justice League: Mortal” di George Miller

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Nel 2007 George Miller (Mad Max: Fury Road) firma per dirigere un film sulla Justice League intitolato Justice League: Mortal. Il mese successivo circa 40 tra attori e attrici sostengono audizioni per i ruoli di supereroi tra cui Joseph Cross, Michael Angarano, Max Thieriot, Minka Kelly, Adrianne Palicki e Scott Porter. D.J. Cotrona viene scelto come Superman, insieme ad Armie Hammer come nuovo Batman. Hammer parlando del suo Batman lo ha descritto come oscuro e violento (“Nessuno mostra mai davvero quanto debba essere veramente psicotico quest’uomo. Ad esempio, questo è un tipo che sceglie di indossare un costume, tutto nero, e di sgattaiolare di notte e picchiare a sangue le persone”). Nel frattempo Jessica Biel rifiuta il ruolo di Wonder Woman dopo trattative non andate a buon fine. Al ruolo saranno candidate anche Teresa Palmer, Shannyn Sossamon e Mary Elizabeth Winstead. Alla fine la scelta cadra su Megan Gale, con Palmer che interpreterà Talia al Ghul. La sceneggiatura di “Justice League: Mortal” avrebbe caratterizzato la Lanterna Verde di John Stewart, un ruolo originariamente offerto a Columbus Short poi assegnato all’artista hip hop e rapper Common. Il cast si completa con Adam Brody come Flash / Barry Allen e Jay Baruchel come il cattivo principale, Maxwell Lord. A bordo anche un collaboratore di lunga data di Miller, Hugh Keays-Byrne, scelto per un ruolo non annunciato, che pare fosse quello di Martian Manhunter. All’appello mancava solo Aquaman rimasto in fase di casting. La produzione vieen inizialmente sospesa a causa dello sciopero degli sceneggiatori (2007-08), ulteriori ritardi nella produzione e il successo de Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan porteranno la Warner Bros. a decidere di sospendere il film e perseguire altre strade.

4. “Dracula” di Ken Russell

Negli anni settanta il Ken Russell di Gothic e I diavoli tentò di realizzare una sua personalissima versione del Dracula di Bram Stoker, decritta coma parzialmente autobiografica, il regista in seguito adatterà un altro un racconto di Stoker nel bizzarro horror La tana del serpente bianco (1989). Parlando del suo vampiro, Russell lo descrive come “Un filantropo con un gusto per il sangue del genio”. dopo il successo di “Tommy” e “Stati di alterazione”, Russell comincia a sviluppare il suo “Dracula”, che avebbe avuto un incipit con il balletto, alcune scene audaci come Jonathan Harker che viene attaccato da un cocchiere trasformato in lupo mannaro e un cast che avrebbe incluso Oliver Reed come Dracula affiancato da Peter Ustinov, Peter O’Toole, Mick Fleetwood, Sarah Miles, Mia Farrow, Lucy Michael York e James Coburn. Il Dracula di Russell viene descritto come un antieroe byroniano. Paul Sutton, nell’introduzione alla sceneggiatura pubblicata di “Dracula”, afferma che due film di Hollywood sono stati ispirati dalla sceneggiatura di Russell sfiorando il plagio, il “Dracula di Bram Stoker” di Francis Ford Coppola, ma soprattutto il Dracula di John Badham del 1979 con Frank Langella. Secondo Sutton il film è andato vicino ad essere realizzato dalla Columbia solo per essere poi abbandonato quando la Universal ha messo in produzione la sua versione di Dracula con Frank Langella

“Se tu fossi vissuto per secoli, ti tremerebbero le ginocchia davanti alla foto della fidanzata di un impiegato ottuso e ti rinchiuderesti in un lugubre castello? Non lo farei. Ho trovato una ragione per cui Dracula vorrebbe vivere per sempre” – Ken Russell. Scritta tra “Tommy” e “Stati di allucinazione”, la sceneggiatura di Dracula di Ken Russell è stata uno dei segreti meglio custoditi di Hollywood. È stato utilizzato per ispirare due film di successo e un balletto di successo internazionale. La rivisitazione parzialmente autobiografica di Dracula da parte di Ken Russell è pronta a ispirare un’intera nuova generazione di artisti.

5. “Frankenstein” di David Cronenberg

Sembra che ad un certo punto c’è stata la possibilità seppur remota di poter vedere una versione di David Cronenberg del capolavoro Frankenstein di Mary Shelley. Al contrario del “Dracula” di Ken Russell il progetto di Cronenberg si è fermato ad una fase embrionale. L’idea è venuta al produttore cinematografico canadese Pierre David negli anni novanta e Cronenberg non se lo è fatto ripetere due volte. Le cose sono andata pressapoco così: David che aveva già collaborato con Cronenberg per The Brood propose l’idea: “Ascolta, dimmi cosa ne pensi…Frankenstein di David Cronenberg?” e il regista rispose: “Mi va bene. E la povera Mary Shelley?”. La notizia all’epoca tarpelò subito riscuotendo entusiasmo tra gli addetti ai lavori con Cronenberg che stava pensando più ad un Frankenstein reimmaginato piuttosto che ad un remake: “Per prima cosa cercherei di mantenere il concetto originale di Shelley secondo cui la creatura è un uomo intelligente e sensibile. Non solo una bestia”. Cronenberg lascerà l’idea in sospeso mentre lavorava e poi abbandonava un adattamento di Atto di forza e una sua versione di American Psycho con Brad Pitt protagonista.

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6. “Night Skies” di Steven Spielberg

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Dopo il successo di “Incontri ravvicinati del terzo tipo”, la Columbia voleva un sequel, ma Spielberg non era disponibile per la regia, ma sparigliò le carte scrivendo trattamento horror chiamato “Watch The Skies” aka “Encounters”. Basato su una storia vera, il film seguiva una famiglia del Kentucky terrorizzata dagli alieni. Spielberg assunse John Sayles (“Piranha”) per scrivere la sceneggiatura e voleva Tobe Hooper (“Non aprite quella porta”) per la regia. Il mago degli effetti speciali Rick Baker venne assunto per realizzare le creature, Spielberg però cambiò idea durante le riprese de I predatori dell’arca perduta cambiando storia e scegliendo di girare “E.T.”, così “Night Skies” venne abbandonato, ma elementi di quella storia sono stati incorporati sia in “E.T.” che in “Poltergeist” che Spielberg produrrà riuscendo finalmente a collaborare con Hooper designato alla regia.

7. “Halo” di Peter Jackson, Neill Blomkamp & Guillermo del Toro

Nel 2005 Peter Schlessel, presidente della Columbia Pictures, inizia a lavorare su un adattamento cinematografico di Halo. Alex Garland (Ex-Machina) sale a bordo e scrive una prima bozza della sceneggiatura, che venne poi presentata agli studios da corrieri vestiti da Master Chief. I termini di Microsoft richiedevano 10 milioni di dollari contro il 15% del lordo; termini che portarono la maggior parte degli studios a passare la mano. La 20th Century Fox e la Universal Pictures decisero allora di unire le forze per produrre il film, pagando a Microsoft 5 milioni per l’opzione del film e il 10% degli incassi. Peter Jackson venne scelto come produttore esecutivo e Neill Blomkamp come regista. Prima che Blomkamp firmasse, c’era Guillermo del Toro in trattative per dirigere. D. B. Weiss e Josh Olson hanno riscritto la sceneggiatura di Garland nel 2006. La pre-produzione del film subì diversi stop con la 20th Century Fox che minacciò di ritirarsi dal progetto, portando la Universal ad emettere un ultimatum a Jackson e Schlessel: o tagliare i loro accordi o il progetto era finito. Entrambi rifiutarono e il progetto venne accantonato. Blomkamp dichiarò il progetto morto alla fine del 2007, ma Jackson rispose che il film sarebbe stato realizzato. Blomkamp e Jackson collaboreranno in seguito per District 9, ma a quel punto Blomkamp non aveva più intenzione di lavorare su un film di Halo anche se si fosse presentata l’opportunità, poiché dopo aver lavorato al film per cinque mesi prima del crollo del progetto non voleva ripetere un’esperienza che l’aveva profondamente amareggiato e che purtroppo si ripeterà anni dopo con il suo Alien 5 cassato da 2oth Century Fox. I diritti per il film da allora sono tornati a Microsoft. Anche se il lungometraggio non è mai stato realizzato, Neil Blomkamp ha creato il cortometraggio Halo: Landfall. Pubblicato originariamente come tre cortometraggi separati nel 2007, “Halo: Landfall” ci ha dato un primo assaggio di come sarebbe stato un film di Halo.

8. Edgar Allan Poe biopic di Sylvester Stallone

Sylvester Stallone ha cercato di realizzare un film su Edgar Allan Poe per quasi 25 anni: “Ciò che mi affascina di Poe è che era un tale iconoclasta. È una storia per ogni giovane uomo o donna che si considera un po’ fuori dagli schemi, o che è stato ostracizzato durante la sua vita come eccentrico o troppo eccentrico.” Stallone inizialmente voleva interpretare Poe, ma in seguito ha reclutato Robert Downey Jr. per recitare nel ruolo del protagonista. “Deve essere come Downey, l’ho progettato per Downey”, ha spiegato Stallone in una dichiarazione. “Forse potrei rielaborare la sceneggiatura. [Forse] per Johnny Depp. Ha bisogno di un attore molto speciale”. Il progetto è rimasto in sviluppo per diverso tempo con Downey Jr. che ha letto la sceneggiatura ed è rimasto molto colpito. Nel 2009 l’attore di Sherlock Holmes ha dichiarato: “Stallone ha scritto una sceneggiatura fantastica che vuole dirigere su Edgar Allan Poe.” A giugno 2020 Stallone ha annunciato di aver utilizzato il periodo di lockdown  per terminare la sua sceneggiatura dedicata ad Edgar Allan Poe. “Ho appena finito la sceneggiatura su Poe, dopo cinquantuno anni” ha dichiarato in un’intervista. “Non so se è una buona storia, ma almeno adesso so che è una storia conclusa. Scrivere non è divertente. E’ come farsi asportare la milza attraverso il naso, tirata da un camion!”.

9. “Alle montagne della follia” di Guillermo del Toro

Il regista Guillermo del Toro e lo sceneggiatore Matthew Robbins hanno scritto una sceneggiatura basata sulla storia di Lovecraft nel 2006, ma hanno avuto problemi con Warner Bros. per finanziare il progetto. Del Toro a tal proposito ha scritto: “Lo studio è molto nervoso per il costo e non ha una storia d’amore o un lieto fine, ma è impossibile avere entrambe le cose nell’universo di Lovecraft.” Nel luglio 2010, è stato annunciato che il film sarebbe stato realizzato in 3D, con James Cameron produttore e Tom Cruise protagonista. Del Toro ha confermato che la produzione del film avrebbe preso il via a maggio 2011 e le riprese sarebbero iniziate a giugno. Tuttavia a marzo 2011 è stato annunciato che “Universal Studios ha rifiutato di dare il via libera al progetto a causa dell’insistenza di Del Toro che il film fosse rilasciato con un rating R (divieto ai minori di 17 anni) piuttosto che un PG-13”. Nel 2012 del Toro ha rivelato che a causa della somiglianza nella premessa con il film Prometheus di Ridley Scott, il progetto doveva probabilmente affrontare una “lunga pausa, se non la fine”. Nel 2013 del Toro ha dichiarato in un’intervista che non aveva ancora del tutto rinunciato a realizzare il film.

10. “20.000 leghe sotto i mari” di David Fincher

Uno dei progetti mai realizzati più bizzarri e intriganti avrebbe visto il David Fincher di Alien 3 e Seven come regista di un adattamento di “20.000 leghe sotto i mari”, il classico d’avventura di Jules Verne del 1870. Fincher stava sviluppando con la Disney nel 2010 un remake del film del 1954, con Scott Z. Burns a bordo per scrivere la sceneggiatura. Fincher aveva individuato le location, la produzione aveva ricevuto un incentivo di 20 milioni di dollari per girare in Australia, e disponeva di un budget sostanzioso, 200 milioni di dollari, prima che il progetto venisse accantonato perché Fincher e lo studio non erano d’accordo sul casting. A quanto sembra Fincher per il ruolo principale voleva Brad Pitt, che però rifiuterà per poi optare per Channing Tatum, ma la Disney era di alro avviso ed era determinata ad avere Chris Hemsworth come protagonista. Per questo disaccordo Fincher suscirà dal progetto nel luglio 2013.