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La Divina Cometa: trailer e anticipazioni del nuovo film dell’artista Mimmo Paladino (Al cinema dall’11 maggio)

Tutto quello che c’è da sapere su “La Divina Cometa”, il nuovo film dell’artista Mimmo Paladino nei cinema dall’11 maggio con Officine UBU.

10 Maggio 2023 17:29

Dopo la tappa alla Festa del Cinema di Roma nella sezione “Freestyle” a partire dall’11 maggio nei cinema d’Italia con Officine UBU La divina cometa, il nuovo film dell’artista Mimmo Paladino. “La divina cometa” accompagnerà lo spettatore in un immersivo viaggio nell’arte in tutte le sue forme, dal teatro alla pittura, dalla letteratura alla fotografia, rivisitandole attraverso lo sguardo di Mimmo Paladino, uno dei più importanti esponenti della Transavanguardia italiana. Tantissimi sono i volti noti che accompagnano lo spettatore in questo incredibile viaggio, tra loro Toni Servillo nei panni del Conte Ugolino, Francesco De Gregori, Nino D’Angelo e Alessandro Haber rispettivamente nei ruoli dei magi della musica, della poesia e del teatro, Sergio Rubini, Giovanni Veronesi, Peppe Servillo, Cristina Donadio e molti altri.

La Divina Cometa – Trama e cast

La trama ufficiale: Un treno porta a destinazione un attore e una famiglia di senzatetto. Il loro viaggio non è solo la ricerca di una casa ma una messa in scena: l’attore prende le vesti di un Dante che nessuno accompagnerà nella sua discesa all’inferno, la famigliola vaga alla ricerca della casa promessagli. Di volta in volta, un numerologo prova a trovare un senso a tutta questa commedia, a raccontare il viaggio tra i gironi infernali e le grotte del presepe, tra l’arte popolare e quella di ricerca. Il conte Ugolino e Paolo e Francesca raccontano le loro pene tra aneddoti della storia della fotografia e della pittura, tra simboli e parole, tra Pontormo e Glenn Gould. Dante, ammutolito, passa tra guerra, bestemmie e miserie, in un viaggio dentro il tempo e lo spazio della creatività e delle idee più eretiche. La povera famiglia cerca solo un riparo e un tozzo di pane, ma la sua più che una ricerca sembra sempre più un indovinello. Intanto tutte le arti giungono sul tavolo della messa in scena, portate da un gruppo di Magi smarriti e arrivati tardi all’appuntamento, bisogna donare qualcosa e tra loro c’è chi porta il teatro, chi la musica e chi il nulla. Chi cercano? Si arriverà a riveder le stelle? Il viaggio di ciascuno dei personaggi è un unico andare, guidati da una divina cometa, in un’ascesa dal fondo dell’inferno fino al paradiso.

Cast artistico: Tomas Arana (Virgilio), Emma Arensi (Bambina cometa), Mimmo Borrelli (Giordano Bruno), Ferdinando Bruni (magio pittura), Riccardo Coppola (L’urio), Luigi Credendino (Totore), Angelo Curti (custode della wunderkammer), Nino D’Angelo (magio poesia), Elio De Capitani (uomo dei numeri), Francesco De Gregori )magio musica), Roberto De Simone (una voce), Cristina Donadio (Le Furie), Emanuele Donadio )discepolo di Pitagora), Giovanni Esposito (magio nulla), Giuliana Gargiulo (contessa), Sebastiano Grasso (Pitagora), Alessandro Haber (magio teatro), Leandro Ianniello (Paolo), Ettore Ianniello (Glenn Gould), Gian Ruggero Manzoni (Caronte), Azzurra Mennella (Francesca), Enzo Moscato (Benino), Ginestra Paladino (Nannina), Sergio Rubini (capostazione), Luca Saccoia (Venditore scarpe), Daniele Sansone (se stesso), Peppe Servillo (sant’Alfonso Maria de’ Liguori), Toni Servillo (Ugolino), Tonino Taiuti (il vetraio), Toni Thorimbert (un dannato), Erasmo Treglia (suonatore di ghironda), Pietro Valeri (Curti Tubettiello), Giovanni Veronesi (Pontormo).

La Divina Cometa – Trailer e video

Curiosità sul film

  • Mimmo Paladino dirige “La Divina Cometa” da una sua sceneggiatura scritta con Maurizio Braucci con testi di Dante Alighieri, Aldo Nove, Enzo Moscato, Roberto Alaimo, Filippo Arriva Gian Ruggiero Manzoni, Eduardo Cicelyn, Michele Emmer, Salvatore Silvano Nigro, Nino D’Angelo, Mimmo Borrelli, Daniele Sansone Alessandro Haber, Francesco De Gregori.
  • Il cast tecnico: Fotografia di Cesare Accetta / Aiuto regista Emanuele Donadio / Casting Adele Gallo e Massimiliano Pacifico / Scenografia di Luigi Ferrigno / Costumi di Giovanna Napolitano / Montaggio di Giogiò Franchini / Fotografo di scena Pasquale Palmieri.
  • Prodotto da Alessandro e Andrea Cannavale & Marco Balsamo. Una produzione Run Film e Nuovo Teatro con Rai Cinema con il contributo di Film Commission Regione Campania MiC – Ministero della Cultura in collaborazione con Sky Arte. Produttori Esecutivi Andrea e Alessandro Cannavale.

Note dell’autore

Ho sempre pensato che un film non si sostituisca alla pittura, non vi si sovrapponga, è semplicemente un’altra cosa. Nello stesso tempo però se guardi nell’obiettivo, nel rettangolo della macchina da presa puoi immaginare che quello sia lo spazio della tela. Ma non solo questo. Quello che conta non è solo il momento delle riprese o della regia. Non è l’unico momento creativo. Molto avviene durante il montaggio, o la composizione delle musiche…È una forma che prende vita lentamente. Per molti versi il cinema è paragonabile alla scultura. Quando modelli una forma in creta o in gesso, hai appena cominciato. Dopo c’è la fusione, la limatura, la patina… Non solo. I tempi di attesa, i tempi tecnici tra un film e una scultura sono simili. E nel momento in cui ti fermi accade che poi rivedi il lavoro con occhi nuovi. E magari ricominci. Creare un film è qualcosa di analogo alla scultura, ma è come plasmare la luce. Questo è quello che mi ha affascinato. Lavorare con la luce che si materializza, che diventa immagine, movimento, parola, suono. [Mimmo Paladino]

Mimmo Palladino – Note biografiche

Mimmo Paladino (Paduli, 1948) sviluppa la propria riflessione a partire dalla fine degli anni ’60 caratterizzandosi fin dal principio per una ricerca aperta a tutti i linguaggi – inizialmente con particolare attenzione alla fotografia e al disegno, fin all’uso della performance; una ricerca nel tempo sempre più tesa a trovare un vasto sistema linguistico in cui far confluire varie tecniche e discipline.

Alla pittura, all’incisione e alla scultura, Paladino assomma frequenti incursioni in settori artistici differenti, dove lavora insieme ai più importanti designer e architetti del tempo, da Ettore Sottsass al Gruppo Memphis, a Mario Botta o Renzo Piano, fino agli interventi realizzati con le aziende, per cui disegna oggetti, mobili e lampade o ridisegna i marchi.

Nel corso della sua carriera sono molti gli interventi che vedono la sua vicinanza a fotografi, registi, attori, direttori d’orchestra, scrittori e musicisti che contribuiscono a musicare alcune installazioni (Brian Eno, Lucio Dalla, Francesco De Gregori, 99 Posse…) o partecipano a progetti che travalicano il senso stretto della disciplina pittorica. Nascono così importanti contributi per alcuni dei più importanti enti teatrali e di produzione, che lo portano a vincere due Premi Ubu (per l’Edipo re di Sofocle con la regia di Mario Martone e per L’avaro di Molière, regia di Gabriele Lavia) e a disegnare i cartelloni di festival, singole opere, stagioni.

La passione per la fotografia e il cinema è sempre stata un elemento ricorrente nella sua produzione. La prima vera prova registica è col film Quijote, (rilettura dell’omonimo romanzo di Cervantes) presentato alla 63a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia (2006). Prima di tornare dietro la macchina da presa, fornisce la propria consulenza per il film di Giovanni Veronesi L’ultima ruota del carro, guidando l’attore Alessandro Haber.

In veste di regista, Paladino torna con Haber come protagonista del cortometraggio Labyrinthus (2013), girato a Roma nell’Archivio di Stato e nel cortile di Sant’Ivo alla Sapienza. Scritto con Filippo Arriva e con le musiche di Franco Mussida, il film mette in scena l’esistenza e il genio del madrigalista Gesualdo da Venosa, attraverso la lettura che egli stesso dà del proprio testamento.

Nel 2022 firma invece La divina cometa, un film che mette in scena il viaggio dantesco ma ricostruendolo all’interno di un immaginario popolare, dove alto e basso si mischiano, e dove il presepe ingloba la vicenda di Dante. Artisticamente, Paladino è una figura cruciale e di cerniera fra lo scorso secolo e quello attuale. Già a partire dagli anni Settanta mette in crisi il sistema artistico d’avanguardia, e apre le possibilità del fare arte a tutte le discipline. Sono gli anni in cui in Europa spira un forte vento di rinnovamento, e la pittura italiana ne diviene protagonista con alcuni giovani autori. Nasce nel 1981 la Transavanguardia, che nelle teorizzazioni di Achille Bonito Oliva individua un nuovo spirito del tempo che lo vede protagonista insieme a Chia, Clemente, Cucchi, De Maria.

Negli anni ‘80, ricevendo vasta attenzione internazionale, presenta i propri lavori in alcuni dei contesti museali più significativi, in rassegne o mostre personali. Nel 1980 alla Biennale di Venezia è presente nella sezione Aperto ’80, e per tutto il decennio si trova in esposizioni internazionali che segnano il contesto della cultura artistica: A New Spirit in Painting, Documenta 7, Zeitgeist (…). Nel 1989 ha una sala personale alla Biennale di Venezia (Padiglione Italia – dove tornerà con una stanza nel 2011) e ormai conta su una consolidata affermazione.

Nei decenni successivi Paladino continua a sperimentare, cercando un rapporto con lo spazio urbano e firma alcune installazioni che determinano un ampio impatto popolare: nel 1995 la Montagna di sale a piazza Plebiscito diviene il segno della rinascita culturale di Napoli, mentre quella realizzata a Milano in piazza Duomo nel 2011 è scelta come simbolo delle Celebrazioni per il 150° Anniversario dell’Unità di Italia.

Le mostre a Pechino (primo artista occidentale a poter allestire le proprie opere nella Città Proibita), a Forte Belvedere di Firenze e in altri centri europei e americani, si susseguono a interventi installativi permanenti, come l’Hortus conclusus di Benevento o la Montagna blu dell’acquedotto di Solopaca, o eventi temporanei come l’occupazione di Piazza di santa Croce a Firenze.

Paladino propone anche un nuovo modo di concepire l’evento espositivo, cercando di allargarsi al di fuori delle stanze museali. È il concetto che anima le mostre diffuse di Orta san Giulio (2009), Milano (2011), Ravello (2013), Brescia (2017) e Arezzo (2019). Nell’ottica di un dialogo serrato con lo spazio urbano e architettonico, sono celebri i suoi interventi che hanno collocato alcune sculture in luoghi significativi, dai muri di cinta, al tetto degli edifici museali, alle piazze fino al grande Cavallo che domina il teatro del Vittoriale degli Italiani, la casa museo di Gabriele d’Annunzio sul lago di Garda.

Mimmo Paladino è Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana, Accademico onorario della Royal Academy of Arts di Londra, Accademico ordinario dell’Accademia Nazionale di San Luca, Accademico ordinario della Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon. Ha ricevuto due lauree honoris causa, una in Architettura dall’Università della Svizzera italiana e una in Materie artistiche dall’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna.

La Divina Cometa – Foto e poster

[Fotografie di Pasquale Palmieri ©]