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La Lupa: Lattuada restaurato, da Matera a Venezia 2015

La Lupa di Verga e Lattuada, nella carta bianca dei “film della vita” di Bertrand Tavernier, restaurata e presentata in anteprima, da Venezia Classici a Matera

di cuttv
pubblicato 6 Settembre 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 13:06

Matera che guarda al futuro come Capitale della Cultura 2019, si prepara a tornare sul grande schermo con i sassi della Basilicata del dopoguerra, scelti da Alberto Lattuada per rileggere con colto e carnale realismo, ‘La lupa’ della novella verghiana ambientata nella Sicilia rurale di fine ottocento, sostituendo i contadini siciliani del 1880 con le lavoratrici della fabbrica di tabacco degli anni 50.

Un dettaglio che non sposta l’attenzione di Lattuada e di Verga dalla figura dirompente della Gna-Pina, interpretata dalla conturbante attrice di origini algerine Kerima, destinata a scatenare il desiderio degli uomini, l’invidia delle donne e vendette fiammeggianti, come il personaggio letterario descritto da Verga

“Era alta, magra; aveva soltanto un seno fermo e vigoroso da bruna e pure non era più giovane; era pallida come se avesse sempre addosso la malaria, e su quel pallore due occhi grandi così, e delle labbra fresche e rosse, che vi mangiavano. Al villaggio la chiamavano la Lupa perché non era sazia giammai – di nulla. Le donne si facevano la croce quando la vedevano passare, sola come una cagnaccia, con quell’andare randagio e sospettoso della lupa affamata; ella si spolpava i loro figliuoli e i loro mariti in un batter d’occhio, con le sue labbra rosse, e se li tirava dietro alla gonnella solamente a guardarli con quegli occhi da satanasso, fossero stati davanti all’altare di Santa Agrippina.”

La seducente carnalità della spregiudicata Lupa che si abbandona alla passione conquistando il giovane commilitone Nanni Lasca (Ettore Manni già Marcantonio nelle Due notti con Cleopatra di Mattoli) e volge al melodramma quando questo diventa il marito (adultero) di Maria Maricchia (la ventenne svedese esordiente May Britt), figlia della Lupa ma così innocente da essere scelta per vestire i panni Sant’Agata e sfilare nella processione della festa patronale.

Una delle scene memorabili, come quella della fuga tra i Sassi della Lupa inseguita dal suo giovane spasimante, o quando ad inseguirla sono le donne della fabbrica, dove lei si chiude lasciandosi investire dalle fiamme, dopo che ha fuoco ai macchinari per vendicarsi.

Il finale infuocato come l’ardore della vicenda familiare che accende lo scarno paesaggio lucano e la povertà della sua popolazione, con la sceneggiatura scritta da Lattuada insieme ad Antonio Pietrangeli, Ennio De Concini, Ivo Perilli e poi, anche Alberto Moravia.

Una vista seducente sul paesaggio umano, con l’erotismo a prova di censura ma tale da valorizzare le potenzialità espressive del paesaggio urbano, con i Sassi di Matera ben illuminati dal direttore della fotografia Aldo Tonti.

Il paesaggio dell’unico film italiano entrato nella carta bianca dei “film della vita” del regista francese Bertrand Tavernier, alla 72. edizione della Mostra del Cinema di Venezia per ricevere il Leone d’oro alla carriera, e presentate la copia del film da poco restaurata dalla Cineteca Nazionale del CSC in collaborazione con la Filmauro e la Lucana Film Commission.

A dieci anni dalla morte di Lattuada, il pubblico della prestigiosa sezione “Venezia classici” vedrà quindi in anteprima mondiale la copia restaurata del film, nella Sala Volpi, lunedì 7 settembre alle ore 17, martedì 8 settembre alle ore 11 e successivamente a Matera, mentre il progetto di recuperare le numerose foto di scena scattate da Federico Patellani, potrebbe presto portare in mostra un viaggio in uno dei primi film girati nella città dei Sassi.

La Lupa (The Vixen, Italia, 1953, 93’, B/N) di Alberto Lattuada con Kerima, Ettore Manni, May Britt, Mario Passante, Giovanna Ralli, Ignazio Balsamo, Anna Arena,Fanny Landini, Paolo Ferrara, Salvo Libassi, Michaela Jokovel, Marisa Gallo, Maurizio Arena, Maurizio Arenazio, Elsa Asteggiano, Amina Pirani Maggi, Maria Zanoli. Restauro in anteprima mondiale: CSC – Cineteca Nazionale in collaborazione con Filmauro, proiettato a VENEZIA CLASSICI 2015: lunedì 7 settembre, ore 17:00 – Sala Volpi; martedì 8 settembre, ore 11:00 – Sala Volpi, v.o. italiano – s/t inglese,

La Lupa: curiosità

La lupa, il film drammatico diretto da Alberto Lattuada nel 1953 è noto anche come Lupa, Il diavolo è una donna e Vixen)

Il film, liberamente basato sulla novella omonima di Giovanni Verga, vede lo scrittore catanese collaborate alla stesura della sceneggiatura, insieme allo stesso Alberto Lattuada, Ennio De Concini, Alberto Moravia, Ivo Perilli, Antonio Pietrangeli.

Il soggetto cinematografico prende i personaggi e la storia verghiana, ambientandola nel secondo dopoguerra anziché nell’Ottocento, in Basilicata invece che in Sicilia.

[quote layout=”big” cite=”Alberto Lattuada]“Per due mesi interi io ho vissuto a Matera per fare un film che non c’entra niente con Matera.” [/quote]

La lupa è stato uno dei primi film girati a Matera e nel paese fantasma di Craco, come lo saranno in seguito anche “Cristo si è fermato a Eboli” (1979) di Francesco Rosi, “Il sole anche di notte” (1990) di Paolo e Vittorio Taviani, “”La passione di Cristo” (The passion, 2002) di Mel Gibson, o “007 – Quantum of Solace” (2008) di Marc Forster, con Daniel Craig e Giancarlo Giannini.

I due antichi rioni vengono presentati così come erano negli anni ’50 quando erano al centro di attenzioni politiche e socio-culturali, per le condizioni in cui versavano gli abitanti e quando l’impegno era indirizzato a cercare di risolvere tale situazione.

[quote layout=”big” cite=”Lattuada sulla rivista ‘Cinema Nuovo’ nel 1953]”Certo nulla di quello che ho visto qui, e mi ha commosso, entrerà nel film; ci sarà soltanto il paesaggio, cioè l’aspetto esteriore di questa bellezza, che non è completa nel suo interesse se non è legata al dramma della vita. Tutto qui è straordinario e soprattutto la paziente resistenza alla vita difficile di ogni giorno (…). In questa misura di vita io ho dovuto muovermi cercando gli sfondi, solo sfondi. Rinuncia grave, tanto più che nelle pause del lavoro ho capito quale ricchezza umana risiede in questa gente, in queste donne capre che non si lavano mai per abitudine di carenza d’acqua corrente. Queste donne, dopo un poco che parli con loro, e appena escono dalla banalità della conversazione superficiale, piangono”[/quote]

Per poche sequenze, la troupe spostò il set anche a Muro Lucano, nel potentino.

La novella di Giovanni Verga, pubblicata inizialmente sulla «Rivista nuova di Scienze, Lettere e Arti» nel febbraio del 1880 e poi oggetto di una riduzione teatrale negli anni Novanta dell’Ottocento, La Lupa è una novella cruciale per comprendere come la tematica amorosa (presente pure in Cavalleria rusticana e che ricomparirà, in forme più umoristiche, anche in Guerra di Santi o Pentolaccia) sia l’altro polo d’interesse del Verga verista.

Già in fase di sceneggiatura la censura del 1952 accusa il film di Lattuada di ridurre
“la tragica consistenza classica della Lupa a quella di una femmina in foia per un gagliardo giovanotto, che ella non cessa di turbare con i suoi sensi eccitati”; dare dell’Italia meridionale un ritratto che “non può certo giovare al prestigio del Mezzogiorno ed al grado di civiltà del nostro Paese”; dipingere i carabinieri come “unicamente preoccupati di tutelare gli sporchi interessi del padrone”.

L’attrice algerina Kerima che interpreta La Lupa e la svedese May Britt nei panni della figlia, nel 1953 recitano insieme anche ne “La nave delle donne maledette” di Raffaello Matarazzo.

La colonne sonora di Felice Lattuada, padre del regista, è diretta da Franco Ferrara.

Il film trascurato dalla stampa italiana del tempo, troppo poco neorealista per la critica di sinistra, troppo sensuale per quella di destra, è sempre stato amato da quella francese che all’epoca riconobbe a Lattuada il titolo di “Uno dei più sinceri difensori del film erotico-sociale”.

Una quarantina di anni dopo sarà Gabriele Lavia a rileggere il testo verghiano per il grande schermo, tornando in Sicilia con Monica Guerritore, Raoul Bova e gli aspetti più scabrosi della trama.

Una versione teatrale interpretata da Anna Magnani e diretta da Zeffirelli ebbe un notevole successo, non solo in Italia.

Interpreti e personaggi

Kerima: “la lupa”
Ettore Manni: Nanni Lasca
May Britt: Maria Maricchia
Ignazio Balsamo: Don Antonio Malerba
Mario Passante: Imbornone
Giovanna Ralli: Agnese
Salvo Libassi: Raffaele
Anna Arena: Giovanna Vasilio
Maurizio Arena:
Maresa Gallo: ragazzina
Fanny Landini: Serva di Don Pietro
Paolo Ferrara: Maresciallo carabinieri

Foto | Cineteca Nazionale – Wikipedia
Poster | KinopoiskListal

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