Home Trailer La Moglie di Tchaikovsky: prima clip in italiano del biopic di Kirill Serebrennikov (Al cinema dal 5 ottobre)

La Moglie di Tchaikovsky: prima clip in italiano del biopic di Kirill Serebrennikov (Al cinema dal 5 ottobre)

Tutto quello che c’è da sapere su “La Moglie di Tchaikovsky”, il film biografico di Kirill Serebrennikov nei cinema italiani dal 5 ottobre con Arthouse di I Wonder Pictures,

4 Ottobre 2023 14:28

Dal 5 ottobre nei cinema italiani con con Arthouse, la label di I Wonder Pictures dedicata al cinema d’autore più innovativo, in collaborazione con Unipol Biografilm Collection il dramma biografico La Moglie di Tchaikovsky. Kirill Serebrennikov torna dietro la macchina da presa dopo aver diretto film molto apprezzati da critica e pubblico (Parola di Dio, Summer, Petrov’s flu), ospitati nei più importanti festival di tutto il mondo, per raccontare una storia vera.

“La moglie di Tchaikovsky” è ambientato nella seconda metà del XIX secolo in una Russia ancora fortemente imperiale e racconta la turbolenta relazione tra uno dei più grandi compositori russi, Pyotr Ilyich Tchaikovsky (Odin Lund Biron), e sua moglie Antonina Ivanovna Miliukova (Alyona Mikhailova).

La Moglie di Tchaikovsky – Trama e cast

La trama ufficiale: Russia, seconda metà dell’Ottocento. In un’epoca in cui le donne non sono altro che un nome scritto sul passaporto dei mariti, Antonina Ivanovna, aspirante musicista, si innamora perdutamente del compositore Pyotr Ilyich Tchaikovsky e lo convince a sposarla. Ma questo nuovo legame rischia di distruggere entrambi: Tchaikovsky, infatti, non ha mai amato una donna, e non inizierà certo con lei. Dal genio di Kirill Serebennikov (Summer, Petrov’s Flu), un sorprendente racconto di amore, ossessione e musica diretto con maestria e meticolosa cura del dettaglio.

Il cast di “La moglie di Tchaikovsky” include anche Filipp Avdeev, Ekaterina Ermishina, Natalya Pavlenkova, Nikita Elenev, Aleksandr Gorchilin, Varvara Shmykova, Vladimir Mishukov, Viktor Khorinyak, Miron Fedorov, Andrey Burkovskiy, Nikita Pirozhkov, Gurgen Tsaturyan, Natalia Polenova, Nikita Lebedev, Sofya Reznik , Yuliya Aug, Irina Rudnitskaya, Peter Aidu Peter Aidu, Eugene Ferre, Artem Nemov, Vasily Popov.

La Moglie di Tchaikovsky – Trailer e video

Nuove clip ufficiali in italiano pubblicato il 4 ottobre 2023

Curiosità sul film

  • ll film è una coproduzione Russia-Francia-Svizzera.
  • Pyotr Ilyich Tchaikovsky e sua moglie Antonina Ivanovna Miliukova sono stati sposati dal 1877 fino alla morte del compositore, avvenuta nel 1893: un matrimonio complesso e foriero di troppi compromessi che Antonina non ha mai accettato.
  • Il cast tecnico: Fotograifa di Vladislav Opelyants / Montaggio di Yuriy Karikh / Scenografia di Vladislav Ogay / Art Director Lyubov Korolkova / Trucco Maria Tutukina / Aiuto regista Nadezhda Iliukevich / Art Department Anton Smolkin (storyboard artist).
  • I produttori: Kirill Serebrennikov, Carole Baraton, Rémi Burah, Pavel Burya, Yohann Comte, Céline Dornier, Ilya Dzhincharadze, Frédéric Fiore, Pierre Mazars, Murad Osmann, Andreas Roald , Ilya Stewart, Dan Wechsler, Jamal Zeinal Zade.

Intervista al regista

Come ha trovato questa storia e cosa l’ha spinta a raccontarla?

Sono stato interessato a Tchaikovsky per molto tempo. Ai miei occhi è una specie di UFO: tutti lo conoscono, ma nessuno sa nulla di lui. Esiste un libro in due volumi [Tchaikovsky: The Quest For the Inner Man] del professore di Yale Alexander Poznansky, che mi ha profondamente segnato. Gli sono molto grato per aver scritto questo libro, che è un resoconto quotidiano della vita di Tchaikovsky. Il libro mi ha reso le cose più chiare e comprensibili. Poi ho letto il libro di Valeri Sokolov su Antonina Tchaikovsky [Antonina Tchaikovskaya: Historia zabytoj zhizni]. Entrambi facevano parte della mia ricerca iniziale su Tchaikovsky, che ho svolto molto tempo fa. Ho scritto una prima bozza della sceneggiatura, rimasta poi a lungo in un cassetto in attesa di vedere la luce, finché finalmente le circostanze erano quelle giuste.

Cosa l’ha spinta a interessarsi ad Antonina?

Esiste un modo interessante di esaminare le cose e le persone grandi che consiste nell’osservare il riflesso che emanano, piuttosto che guardare direttamente a loro. C’è un’opera teatrale molto famosa di Mikhail Bulgakov, “Alexander Pushkin”, che parla di Pushkin, ma in cui Pushkin stesso non compare mai. È un esempio di quanto sia interessante vedere cosa si può dire di qualcuno senza che sia presente. Questa lente offre molte possibilità.

A quali documenti ha avuto accesso?

Non ho avuto bisogno di cercare altri documenti, perché quei libri contengono tutto il necessario per comprendere i due protagonisti. Naturalmente non mi sono limitato a quei due libri: ho letto tutto quello che ho trovato su di lei, ma non si è conservato molto a parte le sue memorie e alcune lettere. Ho trovato la sua vita ancora più interessante sapendo che viene spesso vista come una specie di stupida che non riusciva ad apprezzare il talento di Tchaikovsky, una persona che non meritava di essere la sua compagna. Questo mi ha spinto a chiedermi se fosse davvero stupida come la facevano passare. Mi ha fatto venire voglia di scavare più a fondo e scoprire di più. Magari c’era qualcos’altro sotto, magari voleva esprimere la sua personalità in un modo diverso. Perché accanto a un sole così grande, sarebbe impossibile non scottarsi. Quindi avevo molte domande.

Così, tra il famoso compositore e sua moglie, sta puntando i riflettori sulla persona in ombra.

La sua vita è un’entità a sé stante, che richiederebbe ulteriori ricerche e questo non è un film su di lui. È un film su di lei, su una donna. È più di una semplice storia di vita: è un’indagine sulla sua personalità, sulla sua natura, sull’essenza stessa di questa vita complicata e traumatizzata che rasenta la tortura.

Si è preso qualche libertà sui fatti della sua vita?

Alcune, ma tutte molto piccole. Ho cambiato un po’ la sua personalità e le ho fatto fare alcune cose che non ha fatto nella vita reale. Ma come ogni film, si è costretti a condensare un certo numero di eventi in un determinato lasso di tempo. Comunque, ciò che dice sugli ebrei, ad esempio, proviene direttamente dalle sue lettere. In realtà, quasi tutte le battute del film sono vere. Volevo che il mio film si attenesse il più possibile alla storia vera, come il suo rapporto con l’avvocato, l’atmosfera nella sua famiglia o i figli che ha avuto e che ha lasciato in un orfanotrofio in cui sono morti.

Come spettatori, ci identifichiamo con Antonina, o, per lo meno, proviamo molta empatia verso di lei. Aveva intenzione di far sentire allo spettatore la sua cecità, la sua sete di assoluto e la sua follia?

Volevo fare un thriller psicologico, perché il suo rapporto con il marito cambia profondamente. Il suo destino è orribile. Per quanto possa sembrare incredibile, lei finisce in una situazione terribile e traumatica. A tratti sembra quasi un film di genere, ma in fondo è un film sull’amore. Volevo fare un film su un tipo diverso di storia d’amore.

Questo amore impossibile può essere visto come metafora per un artista che è così completamente dedito alla propria arte da non avere spazio per un’altra persona?

Non voglio rispondere a questa domanda, perché voglio lasciare che il pubblico giunga alle sue interpretazioni. Ma è qualcosa su cui riflettere.

Nel film non si allude – quasi – mai direttamente all’omosessualità, eppure è presente più volte sullo schermo. È per sottolineare l’ipocrisia di una classe dirigente nei confronti di uno dei suoi eroi nazionali o è per dimostrare che, anche se l’omosessualità non è allo scoperto, è comunque presente e reale?

Sì. In realtà, l’intera storia in fondo riguarda l’ipocrisia. Riguarda l’ipocrisia sociale prima di tutto, la libertà impossibile di essere sé stessi. Ma noi vediamo tutto quello che succede attraverso i suoi occhi e tutto quello che sappiamo di lui è ciò che sa lei. Per me era importante che fosse così.

Cosa è cambiato in Russia tra quell’epoca e il presente rispetto al modo in cui l’omosessualità viene provata e vissuta?

Devo dire che in quell’epoca c’era una discriminazione ancora maggiore di quella contro gli omosessuali: la discriminazione contro le donne. La società era ipocrita sulla questione dell’omosessualità, ma era un tema di cui non si parlava. In alcuni casi, era addirittura tollerata, soprattutto quando membri della classe dirigente erano gay, come il granduca Sergei Romanov o il poeta K.R. [granduca Konstantin Konstantinovich], purché fossero ai vertici della gerarchia del potere. Ma la discriminazione nei confronti delle donne a quel tempo era terribile. Da qui il mio interesse per questa violenza che viene mascherata dal cosiddetto decoro.

In questo film, così come nel suo film Parola di Dio, anche la religione gioca un ruolo importante. La Bibbia viene citata due volte ampiamente, ma ci sono anche le scene con i rituali pagani per allontanare la sfortuna che sfiorano la stregoneria.

Per me era importante mostrare che l’”idolo” di Antonina è Tchaikovsky. Una volta stabilito questo, tutto inizia a sovrapporsi. Ma il Dio più importante per lei è lui. Da qui il fatto che intorno a lui si sviluppa un’intera religione, di cui lei è la prima devota. È davvero molto particolare. Per me era importante mostrare che, a un certo punto, l’icona religiosa si trasforma in un quadrato nero e che il Dio che lei aveva sempre pregato e a cui aveva implorato di farla sposare con Tchaikovsky era svanito fino a cedere il suo posto a Tchaikovsky stesso.

I due attori principali sono sconosciuti. Li conosceva già o come li ha trovati?

Per il personaggio di Antonina abbiamo fatto un grande casting. Ho visto tutte le giovani attrici russe, perché volevo una persona molto giovane, ma anche molto professionale. Abbiamo girato il film secondo la struttura narrativa. È stato uno di quei rari progetti in cui l’attrice deve vivere quello che vive l’eroina, passo dopo passo. Perciò abbiamo girato le scene in ordine cronologico, in modo da portare Aliona Mikhaïlova, la protagonista, nello stato emotivo che il suo personaggio vive in ogni scena. Aliona è una stella nascente del cinema russo, non è un’attrice di teatro. Dall’altra parte, Odin Biron è sempre stato un attore del Gogol Center, dove ho diretto per molto tempo. Abbiamo già fatto spettacoli insieme. Sapevo che era un grande artista e a un certo punto mi sono reso conto che assomigliava davvero a Tchaikovsky trentenne. Così, quando abbiamo fatto le prime prove, non ho avuto dubbi su quello che avrebbe fatto. Odin è americano, ma ha studiato teatro a Mosca presso il Teatro d’Arte di Mosca e poi ha iniziato a fare teatro in Russia, perché negli Stati Uniti non riusciva a trovare un teatro adatto a lui. Quindi vive e recita in Russia da molto tempo. In realtà, è anche nello spettacolo che farò ad Avignone quest’estate. È un artista consumato e anche un bravissimo cantante. Il suo russo è perfetto, quindi non ho avuto bisogno di sovra incidere i suoi dialoghi e il suo leggero accento ha funzionato perfettamente per il periodo in cui si svolge il film, perché il modo in cui le persone parlavano all’epoca era spesso un po’ strano, quindi abbiamo deciso di lasciarlo.

Note di produzione

  • lyona Mikhailova (Antonina Tchaikovskaya): “Ero in Messico quando ho sentito parlare di questo progetto. Una truccatrice che conoscevo mi ha chiesto di mandarle una mia foto. Mi ero appena tagliata i rasta, ero praticamente calva, magra e piena di morsi di zecche. Quando ha visto la mia foto, mi ha scritto tipo “Mi dispiace, ma è una storia del diciannovesimo secolo”. Ovviamente, ero triste di aver perso un ruolo così importante, ma poi ho pensato che era così che doveva andare. Più avanti, quando ero già tornata in Russia, improvvisamente mi chiamano per l’audizione, avevano già provinato tutte, io ero l’ultima. E il giorno dopo sono stata presa. Inizialmente, non capivo per niente come interpretare questa parte. Ma, di norma, dico sempre di sì ai ruoli che all’inizio mi confondono molto, di cui non so cosa fare o che non so come affrontare. Perché è noioso quando è tutto chiaro”.
  • Odin Lund Biron (Pyotr Tchaikovsky): “Lavoro con Kirill Serebrennikov da quasi nove anni, partecipando soprattutto alle sue produzioni, ai suoi spettacoli e ai suoi progetti teatrali. E all’improvviso mi offre questo ruolo. È stato fantastico! Ma all’inizio era spaventoso, perché dovevo interpretare un uomo realmente esistito e che fa parte del patrimonio culturale della Russia. Del resto io non sono russo e ho capito che avrei dovuto fare qualcosa per il mio accento. E mi è apparso subito chiaro che la sua musica era ciò con cui dovevo iniziare”.
  • Odin Lund Biron: “Mentre mi preparavo per il ruolo, leggevo le lettere personali di Pyotr Ilyich: esiste un’intera raccolta delle sue lettere ai fratelli e ad Antonina. E c’è anche “Pyotr Tchaikovsky. Una vita”, un libro in due volumi di Alexander Poznansky, forse la migliore biografia di Pyotr Ilyich. E il libro poco conosciuto “Antonina Tchaikovskaya: The story of a forgotten life”, in cui l’autore descrive dettagliatamente la moglie del compositore. Ho tenuto tutti questi libri a portata di mano mentre lavoravo sul progetto. E naturalmente ho ascoltato la musica di Tchaikovsky, cercando di scoprire la sua personalità nella sua musica. Ho evitato di ascoltare i lavori più importanti di Tchaikovsky, le sue opere o i suoi balletti, come Il lago dei cigni o Eugene Onegin… Ho ascoltato la sua musica da camera e i suoi concerti. Credo che riveli molto di più sul vero Pyotr Ilyich, c’è qualcosa di molto sincero in questa musica”.
  • Alyona Mikhailova: “Ho letto le lettere di Antonina a Tchaikovsky, il suo diario, gli appunti del manicomio in cui era stata per gli ultimi vent’anni della sua vita. Ascoltavo ogni giorno la musica di Tchaikovsky, era l’unica cosa che ascoltavo. Riproducevo le sue opere sul telefono, una dopo l’altra. Ho anche dovuto imparare a suonare il pianoforte, così ho preso lezioni con Andrei Polyakov al Gogol Center. Ora io e Andrei siamo amici. Il periodo di preparazione è durato circa sei-otto settimane. In quel periodo passavo quasi tutto il tempo in casa, avevo smesso di vedere i miei amici, mi ero chiusa al mondo. Il viaggio in Messico che ho fatto prima di intraprendere il progetto aveva cambiato la mia percezione del mondo e alcune delle mie convinzioni. Quando sono tornata a Mosca, mi sono sentita come se fossi stata “resettata”. E questo vuoto che era apparso in me poteva essere riempito con qualcosa. In questo caso, a riempirlo è stato il ruolo di Antonina. Mi stavano accadendo cambiamenti interessanti, che era affascinante osservare. Ogni volta che mi avvicinavo a uno specchio, mi guardavo e non sapevo se stavo vedendo me stessa. Era una cosa che non mi era mai successa prima.”
  • Odin Lund Biron: “In termini di aspetto, praticamente sono uguale a Pyotr Ilyich. Il mio viso è stato di grande aiuto per i truccatori, mentre il loro lavoro, a sua volta, mi ha aiutato a entrare nel personaggio, a sentirmi come se fossi Pyotr Ilyich. La barba era la mia. Non avevo mai avuto una barba così lunga in tutta la vita. (Ride) Ma mi piaceva, per un po’ l’ho anche tenuta.
  • Odin Lund Biron: “Alyona è stata una partner perfetta sul set, facevamo scintille. Entrambi cercavamo di percepire i nostri eroi a livello metafisico e iniziavamo ogni giorno sul set sussurrandoci: “Ehi, sono qui? Sì, sembra che siano qui al nostro fianco”. Può sembrare stupido, ma d’altra parte è molto utile quando tu e la tua partner create uno spazio speciale ed evocate quegli spiriti. E la ragione è il grande amore per loro. Entrambi abbiamo imparato ad amare molto i nostri personaggi e li abbiamo trattati con tenerezza. Kirill Serebrennikov ha visto che io e Alyona andavamo d’accordo. Sentiva che tra di noi stavano già crescendo connessioni mentali, così ci ha dato l’opportunità di frequentarci e fare amicizia, cosa molto importante. Ma a volte Kirill doveva ricordarci che Tchaikovsky e Antonina non sono mai stati così tanto amici, che molte cose di lei lo facevano infuriare e che sentire la sua voce per lui era come ascoltare cattiva musica. Questo è il consiglio congeniale che mi ha dato Kirill”.
  • Alyona Mikhailov: “Sono incredibilmente felice di aver fatto un’esperienza del genere, perché tutti i ruoli precedenti che avevo interpretato erano personaggi di fantasia. Non avevo mai interpretato una persona reale. L’atmosfera e il livello di immersione sono completamente diversi. E quando è arrivato il momento di separarmi dal personaggio, ho avuto la sensazione che la mia anima fosse invecchiata di una vita e che il mio cervello non avesse ancora avuto il tempo di elaborare quello che era successo. Mi ci è voluto un po’ di tempo per mettere tutto insieme nella mia mente e nella mia anima, per digerirlo e riciclarlo”.
  • Odin Lund Biron: “È stata la prima volta che mi è stato affidato un ruolo cinematografico importante, in cui ho dovuto costruire la trama di un personaggio dall’inizio alla fine. È un arco creativo complesso. È questo che voglio fare in un film. È stata un’esperienza meravigliosa, un ruolo meraviglioso. Ho sentito un’enorme responsabilità nel raccontare la storia di un grande uomo, consapevole che molti spettatori potevano sapere più cose di me su Tchaikovsky. Ma è stato molto interessante guardare a Tchaikovsky dal punto di vista di sua moglie, invece di ritrarlo come un protagonista. Volevo raccontare la storia di Antonina, perché quasi nessuno sa nulla di lei e della sua vita, il che è stato molto difficile. E, naturalmente, la storia di Pyotr Ilyich, che era una persona molto più semplice e interessante di quanto tutti siamo abituati a pensare. Non era un monumento o un bassorilievo, era una persona viva”.

Note di regia

Il mio film sulla moglie di Tchaikovsky svela la storia della vita privata del compositore di fama mondiale. Per decenni, la vita privata e intima del compositore è stata oggetto di dicerie o tabù, intenzionalmente nascosta a coloro che si interessavano alla sua storia e al suo background. In epoca sovietica, tutte le lettere e i diari “illegittimi” e “immorali” del compositore furono trattenuti dalle autorità e censurati. A causa di ciò, la propaganda sovietica creò un’immagine del “grande compositore russo”, senza qualità né tratti umani. Questa immagine solo dell’”alto” della vita e della musica di Tchaikovsky e la completa assenza del “basso” esiste ancora oggi nella società russa moderna. Il resto del mondo ha un’impressione piuttosto limitata e scandalosa del compositore omosessuale che, come ogni mezza verità, è piena di dicerie, volgarità e ipotesi discutibili. La musica di Tchaikovsky , ovviamente, non è sempre necessariamente legata alla sua sessualità. Ma, per comprenderla e apprezzarla appieno, è molto importante capire la vita di Pyotr Ilyich. “La moglie di Tchaikovsky” racconta un episodio cruciale della biografia di Pyotr Ilyich – il suo matrimonio con Antonina Ivanovna Milyukova. La decisione di sposarsi per porre fine alle dicerie e cambiare vita fu alla fine la causa di una grave crisi interiore e di depressione per Tchaikovsky e la separazione con la moglie Antonina praticamente distrusse lei fino a farla del tutto impazzire. Questa storia si basa su documenti, diari e corrispondenze, i pochi rimasti. Tutto questo è diventato possibile solo dopo la pubblicazione del libro del professore di Yale Alexander Poznansky, che ha compiuto un notevole sforzo per recuperare dagli archivi la vita quotidiana di Tchaikovsky . Il film ritrae gli eventi della vita di Tchaikovsky e della Milyukova a partire dal 1877, quando il compositore aveva 37 anni e sua moglie 28, fino alla morte di Pyotr Ilyich nel 1893. Il film mantiene il punto di vista di Antonina e il pubblico segue il suo percorso alla scoperta del grande Tchaikovsky e del suo mondo. Poiché la storia si svolge nella Russia della fine del XIX secolo e all’apice dell’Impero russo, è importante notare che le donne avevano pochissima libertà e pochissimi diritti. Per chiedere il divorzio era necessario ottenere un permesso ufficiale o un’ordinanza del tribunale e non era un compito semplice”. [Kirill Serebrennikov]

Odin Lund Biron & Alyona Mikhailova – Note biografiche

Nato a Duluth, MN, USA, sulle rive del Lago Superiore, all’età di vent’anni Odin va in Russia per formarsi presso la Scuola Studio del Teatro d’Arte di Mosca (MXAT) per tre mesi e finisce per rimanere a Mosca per quindici anni. Si diploma alla MXAT con il massimo dei voti nel 2009, uno degli unici due americani e una manciata di stranieri ad essersi diplomati nel programma di recitazione tradizionale (in lingua russa).

Premiato con il Golden Leaf per la sua interpretazione dell’Amleto all’MXAT (tre anni dopo aver iniziato a studiare il russo), Odin inizia subito a lavorare al Teatro Satyricon di Mosca come attore di troupe. Ai due anni di lavoro al Satyricon segue un periodo di cinque anni nel ruolo dell’amato stagista Phil Richards nella sitcom più popolare in Russia, “Interns”.

Nel 2013, un invito inaspettato da parte del famoso regista Kirill Serebrennikov (“Parola di Dio”, “Summer”, “Petrovy v grippe”) a interpretare il ruolo principale di Pavel Ivanovich Chichikov nella sua messinscena di “Le anime morte” di Nikolai Gogol, ha portato a otto anni prolifici come attore di troupe presso l’acclamato teatro d’avanguardia russo Gogol Center, a più di quindici prime, due nomination alla Maschera d’Oro come miglior attore e la partecipazione a numerosi festival internazionali, tra cui due residenze al Festival d’Avignone (“Dead Souls” 2016, “Outside” 2019).

Nel luglio 2022 “The Black Monk” di Serebrennikov (Thalia Theater, Amburgo) aprirà il programma ufficiale del Festival d’Avignone 2022 al Palazzo dei papi. Il 18 maggio 2022 Odin debutterà nel suo primo ruolo da protagonista in un lungometraggio al Festival di Cannes 2022 nel film di Serebrennikov “La moglie di Tchaikovsky”. Nel marzo 2022 Odin lascia definitivamente Mosca a causa dell’invasione della Russia in Ucraina. Dal 2022 vive a Berlino.

Nata l’11 ottobre 1995 a Perm. Da bambina, Alyona Mikhailova pratica attivamente sport – ginnastica, canottaggio, atletica, calcio, basket – ma deve abbandonare la carriera sportiva a causa di un infortunio. Quando non aveva più scelta, dopo il diploma, Alyona decide di iscriversi all’Istituto statale di cultura di Perm nella specialità “attrice di teatro e cinema” (laboratorio di Tatiana Zharkova). Dopo essersi diplomata con successo, si trasferisce a Mosca, dove inizia la sua carriera cinematografica.

Kirill Serebrennikov – Note biografiche

Nato nel 1969. Si laurea all’Università di Rostov. Inizia a lavorare come regista teatrale presso i teatri di Rostov-on-Don
nel 1994. Dal 2000 lavora a Mosca. Il suo debutto avviene con la produzione di “Plasticine”, un’opera di Sigarev, sul palcoscenico del Centro di Drammaturgia e Regia.

Autore di numerose produzioni presso il Teatro d’Arte di Mosca dedicato a Cechov, il Teatro Pushkin, il Teatro Sovremennik, il
Teatro di Oleg Tabakov, il Teatro Nazionale della Lettonia, il Deutsches Theater Berlin, il Thalia Theater di Amburgo. Mette in scena opere al Teatro Mariinski di San Pietroburgo, al Teatro Bolshoi di Mosca, alla Komische Oper di Berlino, all’Opera di Stoccarda, all’Opera di Zurigo, alla Staatsoper di Amburgo, alla Wiener Staatsoper, alla Bayerische Staatsoper.

Mette in scena anche balletti al teatro Bolshoi di Mosca e assume il ruolo di regista, designer e autore del libretto: “Un eroe del nostro tempo” (2015), “Nureyev” (2018). Ha una vasta esperienza con il cinema e la televisione. Tra i suoi lavori ricordiamo “Izobražaja žertvu”, “Bed scenes”, “Jur’ev den’”, “Short Circuit” (o “Shrimp’s Kiss”), “Izmen”, “Parola di
Dio”, “Summer”, “Dopo “Summer”” (“After Summer”), “Petrovy v grippe”. Dal 2006 è uno dei direttori artistici del Territory Festival- School.

Fondatore e direttore artistico del progetto “Platform” (2011- 2014). Nel 2012 si diploma al corso di regia e recitazione di
Serebrennikov della Scuola d’Arte di Mosca, che è diventata la base del Settimo Studio. Fondatore e direttore artistico del Gogol Center (2012-2021).

Vincitore del premio Stanislavskij (2005), Maschera d’oro, Crystal Turandot, Tefi (2005), Benois de la Danse (per il balletto “Nureyev”, 2018) premio principale del festival di Roma (per il film “Izobražaja žertvu”, 2006), vincitore del premio al Festival di Locarno (per il film “Jur’ev den’”, 2008) K1inotavr, partecipante alla Mostra del Cinema di Venezia, al Festival di Cannes, Premio Europa per il Teatro, e molti altri.

Nell’agosto 2018 Kirill Serebrennikov diventa commendatore dell’Ordine francese delle Arti e delle Lettere.

Elenco sale dove vedere il film

Abruzzo Pescara Cinema Teatro S. Andrea (dal 6/10)
Campania Nola Multisala Savoia
Emilia-Romagna Bologna Pop Up Cinema Arlecchino
Emilia-Romagna Bologna Pop Up Cinema Bristol
Emilia-Romagna Bologna Pop Up Cinema Jolly
Emilia-Romagna Cavriago Multisala 900
Emilia-Romagna Cesena Cinema Eliseo
Emilia-Romagna Ferrara Apollo Ferrara
Emilia-Romagna Forlì Multisala Astoria
Emilia-Romagna Modena Cinema Astra
Emilia-Romagna Ravenna Cinemacity
Emilia-Romagna Rimini Cinema Settebello
Friuli-Venezia Giulia Trieste Trieste Cinema Fellini
Lazio Roma Cinema Farnese
Lazio Roma Cinema Intrastevere
Lazio Roma Cinema Madison
Lazio Roma Multisala Alhambra
Liguria Genova Cinema Corallo
Lombardia Bergamo Cinema Teatro del Borgo
Lombardia Lodi Cinema Moderno
Lombardia Mantova Multisala Ariston
Lombardia Milano Anteo Palazzo Del Cinema
Lombardia Milano Cinema Centrale
Lombardia Monza Capitol Anteo spazioCinema
Marche Capodarco di Fermo Teatro Nuovo
Marche Cupra Marittima Cinema Margherita
Marche Pesaro Multisala Solaris
Piemonte Torino Cinema Centrale
Piemonte Torino Cinema Due Giardini
Sicilia Catania Arena Argentina (5/10)
Sicilia Catania Cinema King
Toscana Pisa Cinema Arsenale (dal 9/10)
Umbria Perugia Cinema Comunale S. Angelo
Veneto Bassano del Grappa Cinema Martinovich (dal 7/10)
Veneto Padova Multi Astra Vai al cinema
Veneto Verona Cinema Diamante (dal 6/10)
Veneto Verona Cinema Fiume

L’elenco è in aggiornamento, per reperibilità dei biglietti clicca QUI.

La Moglie di Tchaikovsky – La colonna sonora

Le musiche originali del film sono del pianista, arrangiatore e compositore Daniil Orlov. Ha studiato al Conservatorio di Stato di Mosca e nel programma per giovani artisti del Teatro Bolshoi. Ha inoltre preso parte al programma di formazione dell’Opera Studio della Komische Opera di Berlino. A Mosca ha partecipato come co-creatore musicale a spettacoli in vari teatri. Dal 2018 lavora a stretto contatto con il regista Kirill Serebrennikov, al quale fornisce consulenza nel campo della drammaturgia musicale, anche nelle produzioni di “Così fan tutte” all’Opernhaus di Zurigo, “Nabucco” alla Staatsoper di Amburgo, “Parsifal” alla Wiener Staatsoper e “The Nose” alla Bayerische Staatsoper München. Ha debuttato alla DNO con Der Freischütz (2022).

1. Fate (1:54)
2. Glimmer (2:52)
3. I Write to You (2:24)
4. Solitude (2:37)
5. It’s Him (3:03)
6. My Heart Awaits You (1:22)
7. Path (1:11)
8. Drops (1:09)
9. Presentiment (2:58)
10. Insomnia (3:10)
11. Vertigo (1:41)
12. None, but the Lonely Heart (5:00)
13. Doom (1:38)
14. To Forget so Soon (4:09)
15. It Was in Early Spring (4:39)

La colonna sonora di “La Moglie di Tchaikovsky” è disponibile su Amazon.

La Moglie di Tchaikovsky – Foto e poster