L’Età Giusta, recensione: una divertente commedia “on the road” dal messaggio ottimista (su Paramount+ dal 24 dicembre)
Leggi la recensione de “L’età giusta”, il film di Alessio Di Cosimo con Valeria Fabrizi, Alessandro Bertoncini, Paola Pitagora, Gigliola Cinquetti e Giuliana Lojodice.
Alessio Di Cosimo, regista del docufilm Come un padre incentrato sull’allenatore di calcio Carlo Mazzone, dirige il suo primo lungometraggio di finzione con L’età giusta, una commedia “on the road” che ci porta in un viaggio in cui due generazioni si confrontano, collidono e scoprono che alla fine l’età anagrafica non è un parametro con cui misurare la voglia di vivere.
L’Età Giusta – La trama ufficiale
Francesca, di 85 anni (interpretata da Valeria Fabrizi), ha un problema: il suo nipote ventisettenne Alessandro (interpretato da Alessandro Bertoncini), a cui ha fatto da madre e da padre dopo la morte dei genitori, non ha ancora trovato il suo posto nel mondo e non si decide a crescere. In più, una pseudo-fidanzata senza scrupoli gli sta soffiando sotto al naso la casa che Francesca gli ha lasciato in eredità, ritirandosi in una casa di riposo. La soluzione per risolvere il problema le viene da un’idea strampalata lanciata da una delle sue compagne della residenza per anziani, e cioè smascherare una truffa sentimentale ai danni di una terza amica, vendicando così lei e tutte le donne che subiscono questi raggiri. Coinvolgere suo nipote in questa avventura può essere la cura shock di cui il ragazzo ha bisogno. Arruolata una quarta compagna d’avventura, le quattro arzille ottantenni partono con il ragazzo per un fine settimana dove nulla andrà come era previsto. La fine del viaggio sancirà il passaggio di Alessandro all’età adulta e restituirà a Francesca e alle sue amiche (Paola Pitagora, Gigliola Cinquetti e Giuliana Lojodice) lo spirito giusto per fare ancora progetti, nonostante l’età. A volte, per insegnare a qualcuno a volare, più che di una spintarella c’è bisogno di un bel calcio!
La nostra recensione
“L’età giusta” è un film in cui si nota da subito la leggerezza con cui si affrontano temi anche non facili. La medesima leggerezza utilizzata nella scrittura che riesce a bilanciare momenti più intimi e toccanti, con una serie di gag che vedono il protagonista Alessandro come una sorta di vittima designata. In realtà è proprio il personaggio di Alessandro e il suo arco narrativo che si riveleranno la sorpresa più gradita.
Alessandro Bertoncini caratterizza un personaggio a cui ci si affeziona subito nonostante appaia spesso remissivo, ma in realtà quella che Alessandro mostra nei suoi rapporti interpersonali, che potrebbe apparire come debolezza, in realtà è gentilezza. Un modo di affrontare i momenti conflittuali che potrebbe apparire anacronistico rispetto ad una società odierna all’insegna della sopraffazione in cui vince chi urla più forte. Alessandro però non è affatto remissivo come appare, e quando sarà il momento dimostrerà che il suo approccio è quello vincente, e che non bisogna sempre combattere contro il mondo e sgomitare per riuscire a trovare la propria strada.
Se Alessandro è il “cuore” del film, Valeria Fabrizi, Paola Pitagora, Gigliola Cinquetti e Giuliana Lojodice sono il “motore” di questo veicolo, in questo caso non solo metaforico visto che il film si svolge come un “road movie” a bordo di un furgone per le strade dell’Umbria. L’energia messa in campo e la sintonia a livello di dinamiche che le quattro attrici sfoderano, ognuna con il proprio stile recitativo, quando interagiscono diventa qualcosa di contagioso ed emotivamente tangibile, in cui molti siamo certi si riconosceranno.
Dall’inguaribile romantica di Pitagora alla dura ma in realtà fragile “femminista” di Cinquetti; dalla sorprendente Giuliana Lojodice che regala al film un toccante momento di poesia, alla tenace Francesca di Valeria Fabrizi che alterna momenti di tenerezza per il nipote, al bisogno forte di spronarlo affinché cresca e affronti quell’importante passo che lo separa dall’età adulta, e da un futuro da costruire che è lì, proprio dietro l’angolo.
“L’Età Giusta” è un film transgenerazionale, che ammicca con un certo affetto alla classica commedia all’italiana che fu, quella in cui si raccontava e parodiava un quotidiano in grado di coinvolgere e in cui riconoscersi, e il film di Alessio Di Cosimo è così, un racconto di tutti, per tutti; una pellicola dal piglio ottimista con cui “connettersi” per celebrare l’amicizia ma soprattutto la gioia di vivere.