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L’ultimo giorno sulla Terra: primo spot tv in italiano sul dramma sci-fi con Jean Reno

Tutto quello che c’è da sapere su L’ultimo giorno sulla Terra, il dramma fantascientifico con Jean Reno nei cinema dal 20 gennaio 2022.

20 Gennaio 2022 13:26

Dal 20 gennaio nei cinema d’Italia con Notorious Pictures debutta L’ultimo giorno sulla Terra, il dramma fantascientifico di produzione francese diretto da Romain Quirot e interpretato da Jean Reno, Hugo Becker e Paul Hamy.

Trama e cast

La trama ufficiale: In un futuro non troppo lontano, la temperatura del pianeta terra è aumentata a dismisura, molte specie si sono estinte e centinaia di persone sono diventate rifugiati climatici. Un nuovo pianeta è apparso in cielo ed è in rotta di collisione con la terra. Solo un uomo può salvare il mondo, il suo nome è Paul W.R (Jean Reno), tuttavia, a poche ore dell’inizio della missione l’astronauta è scomparso. Da allora tutti lo cercano.

Il cast di “L’ultimo giorno sulla Terra” include anche Lya Oussadit-Lessert, Philippe Katerine, Bruno Lochet, Emilie Gavois-Kahn, Jean-Luc Couchard, Darius Garrivier, Jean-Baptiste Blanc, Sonia Okacha, Franc Bruneau, Anthony Pho, Dorcas Coppin e Abdelaziz Bouyadnaine.

L’ultimo giorno sulla Terra – trailer e video

Trailer italiano ufficiale pubblicato il 9 dicembre 2021

Primo spot tv in italiano pubblicato il 20 gennaio 2022

Curiosità

  •  Il regista Romain Quirot è al suo primo lungometraggio per il grande schermo dopo aver diretto video musicali, cortometraggi e documentari tra cui Slow Moscow del 2015, che segue in tempo reale le passeggiate di una coppia di ballerini per le strade di Mosca.
  • Romain Quirot dirige “L’ultimo giorno sulla Terra” da una sua sceneggiatura scritta con Laurent Turner (Stai lontana da me, La legge del crimine) Antoine Jaunin che ha co-diretto con Quirot il documentario Un jour peut-être, une autre histoire du rap français sulla scena alternativa rap francese.
  • Il titolo originale del film, Le dernier voyage, ha un titolo simile e condivide l’attore Jean Reno con il film d’esordio di Luc Besson, Le dernier combat (1983).

Intervista al regista Romain Quirot

  •  L’origine del progetto

    Avevo immaginato questa storia per gli Audi Talents Awards, che poi ho avuto la possibilità di vincere, il che mi ha permesso di realizzare un cortometraggio di 17 minuti dove ho posto i primi tasselli di questo universo e dove c’era già Paul W.R. Abbiamo creato questo cortometraggio che è andato molto bene in tutto il mondo – abbiamo girato molti festival e abbiamo vinto molti premi – e molto rapidamente, ho voluto trasformarlo in un lungometraggio.

  • Come sei passato al lungometraggio?

    Ho sviluppato molte versioni – onestamente, ce ne saranno state 17 o 18 diverse – ma sempre cercando di mantenere ciò che era importante per me, cioè parlare dell’infanzia.

  •  I punti di riferimento durante la scrittura

    Questo film assomiglia al modo in cui ho imparato ad amare il cinema. Inizialmente mi sono nutrito di film americani ed ero un grande fan di Harrison Ford e di Blade Runner . Quando l’ho visto, non sembrava affatto un film di eroi. C’era qualcosa che mi affascinava e che andava oltre “l’eroe buono che salva il mondo dai cattivi”. Poi, crescendo, ho scoperto il cinema asiatico e in particolare Takeshi Kitano. C’è anche il cinema sudcoreano che mi ha davvero colpito. Un po’ più tardi, ho riscoperto la Nouvelle Vague francese. Un film come Il bandito delle 11 ( Pierrot Le Fou ), che è di fatto un Bonnie & Clyde francese, che assume pienamente questi codici. A Godard piaceva giocare con i codici americani per fare dei film iper-personali e iper-francesi, e trovo interessante questa mescolanza. Nutrito da tutto questo, ho fatto un film che volevo risultasse abbastanza visivo e che assumesse i suoi riferimenti, per installare prima un intero universo e poi passare rapidamente al tema dell’infanzia.

  • Sci-Fi in Francia

    Quando stavamo cercando i finanziamenti per il film, ci è stato spesso detto che i francesi non avevano molto da dire sulla fantascienza, che non era il nostro territorio e che dovevamo lasciarlo fare agli americani. Questo è completamente sbagliato. Jules Verne è quasi l’inventore della fantascienza e potremmo naturalmente pensare a Méliès. La fantascienza è nel nostro DNA ed è ovvio che possiamo realizzare film di fantascienza. Infatti, più mi viene detto di non fare qualcosa, più mi viene voglia di farla.

  • Il casting di Hugo Becker (Paul W.R)

    Ho scoperto questo giovane attore e ho pensato che avesse il volto di un uomo francese credibile come salvatore dell’umanità. Onestamente, questo tipo di profilo non è molto comune! Ha un profilo all’antica e una voce che ricorda gli attori degli anni ’60. Mi è piaciuto e ho pensato che fosse adatto all’universo del film. Ho dovuto rompere le sue pulsioni di eroismo, per trovare un personaggio più sensibile. Il ruolo può avere un lato eroico, ma non ero interessato a trattarlo solo come tale. Mi ha ascoltato molto, ne abbiamo parlato parecchio e abbiamo anche fatto molte prove. Abbiamo sempre dovuto trovare il giusto equilibrio per riportare la sensibilità di cui avevo bisogno per sentirmi vicino al personaggio.

  •  Il casting di Jean Reno (Henri W.R)

    Per la parte di Henri W.R, il padre di Paul W.R, avevamo bisogno di un attore francese che sembrasse capace di gestire un’impresa internazionale e credibile nel ruolo di un individuo in grado di mandare uomini nello spazio! Glielo abbiamo chiesto e mi ricordo, stavo girando e ho ricevuto una chiamata dalla direttrice del casting che mi ha detto “l’ha letto, gli piace molto, lo farà”. Ero così felice! Penso che la storia gli sia arrivata, che abbia fatto eco a qualcosa che gli è capitata quando era più giovane e soprattutto al suo lavoro con Luc Besson. E poi, penso che gli piacciano i progetti un po’ diversi, penso che fosse felice di vedere un giovane regista che cerca di proporre qualcosa di insolito.

Intervista a Jean Reno

  •  Il personaggio

    Il mio personaggio si chiama Henri, è il padre dell’eroe del film. È una specie di ingegnere aeronautico che lavora nello spazio. Ha scoperto un minerale chiamato “Lumina” e pensa che salverà il mondo. È una specie di parabola.

  • La lettura della sceneggiatura

    È una sceneggiatura estremamente originale, è qualcosa di nuovo. Quando ho letto la storia, mi sono detto “wow, è piuttosto originale!”. Ed era estremamente interessante. Perché non imbarcarsi in questa avventura?

  • Lavorare con Romain

    Sono rimasto sorpreso perché mi ha chiesto molte emozioni, di varcare il limite e di cercare l’umanità nel personaggio. Non mi ha spaventato ma è stato piuttosto intenso. Non sta a me dirlo ma spero che ne sia rimasto felice. Certe cose, certi colori di questa storia, ricordano Le Dernier Combat , che è il primo film che ho fatto con Luc Besson.

  • L’approccio di Romain

    Penso che Romain sia una persona molto sensibile e lo sono anch’io, per questo ci siamo studiati e abbiamo parlato molto tra di noi. Perché la cosa più importante era che io facessi il film che lui aveva in testa. Ora che lo abbiamo finito, sono molto felice e spero di aver fatto un buon lavoro.

La colonna sonora

  •  Le musiche originali de “L’ultimo giorno sulla Terra” sono del compositore francese Etienne Forget (La finale) noto per aver musicato la miniserie tv La foresta (2017). Forget e il regista Romain Quirot hanno collaborato anche per il corto Fuck You Kevin Costner (2017).
  • Il trailer ufficiale del film è accompagnato dal brano “Cambodia (Reprise)” di Kim Wilde.

TRACK LISTINGS:

1. Mother Moon 2:24
2. Lumina 2:38
3. Last Words 3:03
4. Aurora 2:42
5. Magnetic Fields 2:56
6. Safe Below the Moon 1:36
7. La fille 2:54
8. The Beach 2:52
9. I Showed It to My Father 2:24
10. Spinning Moon Light 2:04
11. All Is Lost 2:30
12. Dune 2:41
13. Rocket 4:16
14. So Long Paul Wr 3:58
15. The Rain 2:55

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