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Maleficent: Recensione in Anteprima

Dalle scenografie Premio Oscar di Avatar alla regia di Maleficent. Debutto dietro la macchina da presa per Robert Stromberg

pubblicato 26 Maggio 2014 aggiornato 31 Luglio 2020 01:29

Tutto ha avuto inizio con Alice in Wonderland, deludente marchetta firmata Tim Burton in grado di incassare ben 1,025,467,110 dollari in tutto il mondo. Nel 2010 in casa Disney scoprirono di avere un forziere tra le proprie casse, ovvero decine di classici animati da riportare in vita tramite l’immancabile trasposizione in live action. Replicato il tutto con Il Grande e Potente Oz di Sam Raimi, ancora una volta maledettamente deludente, l’opera più ambiziosa e sulla carta innovativa sembrava essere Maleficent, kolossal da 230 milioni di dollari diretto dal debuttante Robert Stromberg, scenografo Premio Oscar con Avatar e già al lavoro sui due titoli precedentemente citati. Alice ed Oz, per l’appunto.

Un punto di vista spiazzante, in questo caso, perché legato al più bel villain animato mai visto al Cinema, se non uno tra i personaggi più crudeli della Storia della Settima Arte. Malefica, un nome e una garanzia, affidata al meraviglioso volto di Angelina Jolie che da tanti, troppi anni non si vedeva sul grande schermo. Le carte in tavola per dar vita ad un’operazione finalmente ambiziosa e sorprendente c’erano tutte, se non fosse che l’acerbo ed inadatto Stromberg e la temibile sceneggiatrice Linda Woolverton abbiano dato vita ad una delle operazioni più inconcepibili e difficilmente digeribili della Storia recente di Hollywood. Perché questa Maleficent prende la statuaria, malvagia, elegante e maestosa protagonista de La Bella Addormentata, capolavoro del 1959 diretto da Clyde Geronimi, Eric Larson, Wolfgang Reitherman e Les Clark, per tramutarla in una strega borderline dal cuore spezzato.

L’idea di base era ed è infatti intrigante. ‘Chi è realmente Malefica?‘. Posta la domanda, Stromberg e la Woolverton hanno provato a pennellare un’originale risposta, disegnando i lineamenti di una strega buona, protettrice di un mondo incantato chiamato Brughiera e di fatto costretto a ‘difendersi’ dagli umani. E sarà proprio uno di questi, un umano, a far battere il cuore di Malefica. I due si incontrano da piccoli e crescono insieme, anno dopo anno, fino al giorno in cui si scambieranno il bacio del vero amore. O presunto, perché lui tradisce lei, diventando in modo subdolo Re dell’intero Regno. Assetata di vendetta e finalmente ‘cattiva’, Malefica scatenerà la più celebre delle maledizioni animate sulla neonata Aurora, annunciando l’arrivo di un lungo e perenne sonno il giorno del suo sedicesimo compleanno.

Fin qui, come chiunque abbia visto il lungometraggio animato sa, tutto o quasi torna, parte iniziale esclusa. Peccato che regista, produttori e sceneggiatrice abbiano deciso di stuprare la storia originale e l’anima stessa di Malefica, gettandola in pasto ai sensi di colpa e alla bontà di un tempo, che pian piano torna a galla nel vedere il viso angelico dell’infante Principessa. Sarà così proprio lei, responsabile dell’incantesimo mortale, a proteggere Aurora, anno dopo anno, 24 ore su 24, neanche fosse una psicopatica stalker senza dimora, vegliando sulla piccola minuto dopo minuto per 16 lunghi anni. Da strega diabolica pronta a rovesciare il mondo pur di trovarla, la Maleficent di oggi la salva dai pericoli, le dà da mangiare, l’allatta, l’accudisce e la cresce, rubando di fatto il ‘compito’ alle 3 fatine, introdotte e clamorosamente dimenticate per metà film dall’indifendibile Stromberg. Ciò che si temeva, ovvero la melensa fiaba Disney con tanto di incomprensibile ‘mistero’ finale sull’io della voce narrante, è così diventato realtà.

L’evoluzione della trama prende pieghe improponibili, tra scenografie scartate da James Cameron in Avatar e qui con sfacciataggine riproposte, gag infantili, svolte narrative imboccate con un’accetta, green screen a non finire, un buon 3D (questo va detto), tracce fantasy e un rapporto di fondo tra Aurora e Malefica aka ‘Fata Madrina’ al limite del demenziale. E il Principe Azzurro, il drago, i rovi, l’arcolaio e il bacio del vero amore? Ci sono, ci saranno, ma in forma inedita e inaccettabile, tanto da umiliare il profilo del male animato che per 55 anni ha cresciuto, spaventato ed affascinato generazioni e generazioni di bimbi. Dimenticate la Malefica che avete imparato ad amare, o voi che entrerete in sala, perché questa Malefica è la sua versione ripulita con l’acqua ossigenata.

Di fronte ad un simile disastro anche le interpretazioni singole hanno inevitabilmente finito per risentirne. Se la bellezza di Angelina Jolie risplende persino in casi tanto imbarazzanti, incrociando nell’assurdo finale uno spin-off di Catwoman, risulta terrificante la prova di Elle Fanning, perché costretta a sposare una Principessa stucchevole, inutilmente felice e oggettivamente stupida (il ‘non-rapporto’ con il padre è da antologia), così come non rendono giustizia Sharlto Copley, alla fine ‘vero villain’ del film la cui introspezione è pari allo zero, il bel Principe farlocco e addormentato Brenton Thwaites e le 3 inutili fatine Imelda Staunton, Juno Temple e Lesley Manville, i cui ruoli sono stati talmente ridimensionati e ridicolizzati da risultare gratuiti.

A non trovare risposta, dinanzi ad una simile operazione che supera di poco i 95 minuti, è la più scontata delle domande, ovvero: perché massacrare a tal punto una delle favole più celebri della filmografia Disney, andando a prendere ‘il male’ fatto donna per trasformarlo in una melensa zitella prima alata e poi azzoppata con accesi e poco salutari sbalzi d’umore? Perché scomodarla, se l’intento era quello di stravolgerne la storia, il carattere e il suo diabolico fascino? Perché non limitarsi ad un live action de La Bella Addormentata, senza ‘osare’ l’inosabile e con risultati tanto scarsi? Difficile a dirsi, se non fosse che i box office di mezzo mondo si gonfieranno a più non posso anche in questa occasione, come già avvenuto sia con Alice che con Oz, ma in modo ancor più sfacciatamente immeritato. Perché di veramente ‘malefico’, in operazioni cinematografiche come queste che strizzano l’occhio all’infinito merchandising, non si riesce proprio a trovare altro se non la loro incredibile realizzazione.

Voto di Federico: 3

Maleficent (Usa, 2014, fantasy) di Robert Stromberg. Con Angelina Jolie, Elle Fanning, Sam Riley, Sharlto Copley, Juno Temple, Lesley Manville, Imelda Staunton, Brenton Thwaites, Miranda Richardson, India Eisley, Marama Corlett, Peter Capaldi, Toby Regbo, Kenneth Cranham, Vivienne Jolie-Pitt, Zahara Jolie-Pitt, Pax Jolie-Pitt – uscita mercoledì 28 maggio 2014.