Mickey 17, recensione: Bong Joon-ho mette in scena un ambizioso mix di satira politica e critica sociale sulla nostra società disumanizzante
Tutto quello che c’è da sapere su “Mickey 17”, il nuovo film di Bong Joon-ho, premio Oscar per “Parasite”, con Robert Pattinson, Mark Ruffalo, Steven Yeun e Toni Collette.

È disponibile nei cinema italiani con Warner Bros Pictures e dal 25 marzo in streaming sulle principali piattaforme Mickey 17, il nuovo film del regista premio Oscar per “Parasite”, Bong Joon Ho. Presentato fuori concorso al Festival Internazionale del Cinema di Berlino, il film vede come protagonista Robert Pattinson (Tenet, The Batman) nei panni dell’improbabile eroe Mickey Barnes che si ritrova nella particolare circostanza di prestare servizio ad un titolare che esige l’impegno definitivo sul lavoro…ovvero morire, per vivere.
Il cast di “Mickey 17” include anche Naomi Ackie (Star Wars – L’ascesa di Skywalker, Whitney – Una voce diventata leggenda), Steven Yeun (Minari, Nope) e i candidati all’Oscar Toni Collette (Cena con delitto – Knives Out, Hereditary – Le radici del male) e Mark Ruffalo (The Adam Project, Povere creature!).
Mickey 17 – La recensione del film
Con un’uscita in streaming anticipata al 25 marzo, con “Mickey 17” ancora nelle sale e incassi che prefigurano un sonoro flop, il geniale regista coreano Bong Joon-ho torna sul grande schermo dopo aver conquistato il mondo con “Parasite”, una feroce e ficcante satira a tinte noir che ha letteralmente sbancato gli Oscar 2020 aggiudicandosi 4 premi Oscar: Miglior film, Miglior film internazionale, Miglior regista e Miglior sceneggiatura originale.
Con un pregresso del genere il ritorno del regista sudcoreano dietro la macchina da presa era molto atteso e l’hype si è amplificato quando si è saputo che sarebbe stato Robert Pattinson, fresco del successo come nuovo Bruce Wayne nel reboot The Batman, ad interpretare il protagonista del film. Pattinson è “Mickey Barnes” un clone sacrificabile creato per lavorare, fungere da cavia per i più terrificanti esperimenti ed essere ristampato ad ogni decesso con una memoria cancellata e resettata, per un infinito andirivieni tra morte e vita.
Bong Joon-ho per l’occasione torna alla fantascienza, genere da lui frequentato più volte in passato con pellicole come The Host, Snowpiercer e Okja, adattando il romanzo “Mickey7” di Edward Ashton. Trattasi di un racconto sulla clonazione e tutti i dilemmi etici che ne deriverebbero se fosse applicata sugli esseri umani, ma il romanzo di Ashton oltre che ottima narrativa fantascientifica rappresenta anche una ficcante satira sulle società costruite sullo sfruttamento senza etica della manodopera e di lavoratori disperati e disposti a tutto, il tutto narrato sullo sfondo di un quotidiano alienante.
Bong Joon-ho è un regista con una forte identità, quindi preso lo spunto dal romanzo di Ashton lo ha fatto suo, e invece di concentrarsi sulla tematica dei cloni e su concetti quali morte, lavoro disumanizzante e una bizzarra ma evidente “immortalità da due soldi”, il regista sudcoreano amplia la narrazione e rilegge il materiale originale caricando molto sulla parte della satira politica, portandola all’estremo. Da questo punto di vista emblematici sono alcuni personaggi caricaturali quali il “trumpiano” Kenneth Marshall e la sua consorte Yifa interpretati rispettivamente da Mark Ruffalo e Toni Collette. Li vediamo sempre inebriati di droghe e potere, come lo sono i loro elettori che vengono mostrati come fanatici ignoranti o peggio ancora come accoliti dell’uomo ricco e potente.
Robert Pattinson qui è bravissimo a caratterizzare i due Mickey Barnes: uno più riflessivo e tanto remissivo da apparire quasi pavido, l’altro una versione dello stesso sotto steroidi, aggressivo e pronto ad uccidere. Il film di Bong Joon-ho vive di paradossi, eccessi e grandi intuizioni, ma se centra tutta la parte in cui cannibalizza ferocemente tutta quella parte di società ormai allo sbando, aggressiva e incline alla sopraffazione e al ludibrio del più debole mentre persegue una dinamica da branco, dall’altra non approfondisce come potrebbe la tematica che riguarda clone e clonazione nella sua specificità.
“Mickey 17” approccia fugacemente il dilemma della dualità, della morte vissuta come un “reset” e il deplorevole sfruttamento di quello che è la copia sacrificabile di un essere umano vero e proprio mettendo in scena momenti che vanno dal tragicomico al surreale, con un finale che ci ha riportato alla mente per suggestioni l’incompreso e poi rivalutato Starship Troopers, e mostrato al contempo una indubbia capacità di Bong Joon-ho nel maneggiare effetti speciali e veicolare fantascienza d’alto profilo munita di ampio sottotesto.
Bisogna ammettere che “Mickey 17” ci ha divertito parecchio con il suo compulsivo giocare con i generi cinematografici, con il suo humour nerissimo a tratti volutamente brutale e sopra le righe, con il suo caotico richiamo alla consapevolezza del mondo che ci circonda. Ma non saremmo completamente onesti se non ci soffermassimo un istante per ribadire che stavolta Bong Joon-ho non ci ha convinto pienamente come aveva fatto in precedenza con titoli come “Parasite” o l’adattamento “Snowpiercer”, stavolta purtroppo qualcosa non sembra aver funzionato a dovere.
Curiosità
- “Mickey 17” è scritto, diretto e prodotto da Bong Joon-ho è tratto dal romanzo “Mickey7” di Edward Ashton.
- Quarta pellicola fantascientifica per il regista Bong Joon-ho dopo il monster-movie The Host, il distopico/post-apocalittico Snowpiercer e l’avventura d’azione Okja.
- Cast tecnico: il direttore della fotografia è Darius Khondji (nominato all’Oscar per “Bardo: Cronaca falsa di alcune verità”, ‘Okja’). La scenografia è di Fiona Crombie (nomination all’Oscar per “La favorita”, “Crudelia”). Il montaggio è affidato a Yang Jinmo (nomination all’Oscar per “Parasite”, “Okja”). Il supervisore agli effetti speciali è Dan Glass (“Animali fantastici: I segreti di Silente”, “Fast & Furious – Hobbs & Shaw”). La costumista è Catherine George (“Okja”, “Snowpiercer”).
- Sebbene sia risaputo che Pattinson interpreta più versioni di Mickey a causa del processo di clonazione, ciò che molti non sanno è che il regista Bong Joon-ho ha insistito nel filmare alcune scene chiave senza che Pattinson sapesse quale versione di Mickey stesse interpretando fino a poco prima delle riprese. Questo metodo aveva lo scopo di catturare la confusione e il terrore esistenziale di un clone in lotta con la propria identità, portando ad alcune delle interpretazioni più inquietanti e crude del film.
- Il pianeta del film si chiama Niflheim. Nella mitologia norrena, questo è un regno in uno stato permanente di inverno, l’aldilà per coloro che non muoiono di una morte eroica.
- Sabet Choudhury fa un cameo come il giornalista che parla della missione a Niflheim. Nella vita reale è un lettore di news. Choudhury presenta per il network ITV West Country nelle sere infrasettimanali con Alex Lovell.
- Il personaggio di Mark Ruffalo è palesemente ispirato a Donald Trump, fino ai suoi sostenitori fanatici che indossano cappelli rossi.
- Gli “Striscianti” del film sono stati progettati da Bong e Jang Hee-chul, che collabora con Bong per creare mostri per i suoi film sin da The Host (2006).
- Film finale di Haydn Gwynne, morto di cancro nel 2023.
- Seconda collaborazione tra Steven Yeun e Bong Joon Ho dopo Okja (2017).
- Il cast del film include tre candidati all’Oscar: Toni Collette, Mark Ruffalo e Steven Yeun.
- Il primo film di Bong Joon Ho dopo Parasite (2019), vincitore dell’Oscar.
- Il trailer di “Mickey 17” è stato diretto dall’assitente alla regia e regista di seconde unità Marios Hamboulides (American Monster), prima dell’uscita del film.
- Il film è prodotto da Dede Gardner e Jeremy Kleiner (vincitori dell’Oscar per “Moonlight” e “12 anni schiavo”), Bong Joon Ho e Dooho Choi (“Okja”, “Snowpiercer”). I produttori esecutivi sono Brad Pitt, Jesse Ehrman, Peter Dodd e Marianne Jenkins.
Curiosità con “SPOILER” sul finale del film
- In un’intervista con Stephen Colbert, Bong Joon-Ho ha detto che nell’adattamento del libro Mickey7, ha intitolato il film “Mickey 17” in modo da poter uccidere Mickey altre 10 volte.
- Bong Joon-Ho ha citato una differenza importante tra il libro e il film come il fatto che Mickey 18 ha un errore che lo rende più irregolare e ha una libido aumentata, al contrario di Mickey 17 nel romanzo che è relativamente normale.
- Spesso a Mickey viene chiesto cosa si prova a morire, ma non fornisce mai una risposta, semplicemente perché non lo sa. I suoi ricordi vengono sottoposti a backup ogni giorno utilizzando una speciale cuffia, assicurando che ogni versione di se stesso rimanga sincronizzata. Tuttavia, questo processo ha una limitazione critica: registra i ricordi solo mentre è in vita. Nel momento in cui muore, che venga scartato in un inceneritore, schiacciato e reso irriconoscibile o danneggiato in altro modo irreparabile, il suo cervello cessa di funzionare prima che possa essere effettuato un backup finale. Di conseguenza, nessuna versione di Mickey ricorda mai l’esperienza della morte in sé. Ogni volta che si sveglia, è come se non fosse mai accaduta.
- La casa in cui Alan Manikova si rivela essere un multiplo è sorprendentemente simile alla casa dei Park in Parasite. L’esterno e la vista da un soggiorno minimalista sul giardino sono quasi identici.
Bong Joon Ho – Note biografiche
Nato a Daegu, Korea, il 14 settembre 1969, “Mickey 17” è l’ottavo film del regista Bong Joon Ho, arriva dopo Barking Dogs Never Bite (2000), Memories of Murder (2003), The Host (2006), Madre (2009), Snowpiercer (2013), Okja (2017) e Parasite (2019). Il classico contemporaneo “Memories of Murder” approfondisce le indagini dietro un noto omicidio seriale che non è mai stato risolto. “The Host” parte dalla storia del rapimento di una giovane ragazza, compiuto da una strana creatura che striscia fuori dal fiume Han, ribaltando il genere di film di mostri con una critica sociale pungente. “Madre”, la storia di una donna che cerca di proteggere il figlio dall’accusa di omicidio, un ritratto a tinte fosche dell’amore materno portato all’estremo, mentre il film fantascientifico “Snowpiercer” ritrae quel che resta dell’umanità, in un mondo futuro che è stato congelato per evitare le conseguenze del riscaldamento globale. “Okja” racconta le avventure di Mija una ragazza di campagna che cerca di salvare il super maiale geneticamente modificato dalle grinfie della multinazionale che lo ha allevato. E infine l’acclamato “Parasite”, il film vincitore di 4 premi Oscar (Miglior film, Miglior regista, Miglior sceneggiatura originale e Miglior film internazionale) segue l’elaborato piano di una famiglia povera che progetta d’infiltrarsi in una famiglia benestante millantando qualifiche professionali inesistenti, ma il loro tentativo di sfruttare la famiglia porterà alla luce oscuri segreti.
“Mickey7” – Il romanzo originale e il suo sequel “Antimater Blues”
Edward Ashton, che ha scritto anche “Three Days in April” e “The End of Ordinary”, vive nello stato di New York in una casa nei boschi (non in quella Casa nel bosco) con sua moglie, un numero variabile di figlie e un adorabile cane depresso di nome Max, dove scrive – per lo più fiction, occasionalmente di realtà – sotto gli occhi attenti di un picchio gigante e un cast rotante di allocchi barrati. Nel tempo libero si dedica alla ricerca sul cancro, all’insegnamento della fisica quantistica a studenti laureati scontrosi e all’intaglio. Puoi trovarlo su Twitter @edashtonwriting.
Ashton ha iniziato a scrivere “Mickey7” nel 2015 con l’intenzione di esplorare il “paradosso del teletrasporto” noto anche come “paradosso dei duplicati”. Si tratta di un esperimento concettuale sulla filosofia dell’identità che sfida le intuizioni comuni sulla natura del sé e della coscienza, formulato dal filosofo britannico Derek Parfit nel suo libro del 1984 “Reasons and Persons”.
Derek Parfit e altri prendono in considerazione un ipotetico “teletrasporto”, una macchina che ti fa addormentare, registra la tua composizione molecolare, scomponendoti in atomi per poi ritrasmettere la sua registrazione su Marte alla velocità della luce. Su Marte, un’altra macchina ti ricrea (dai depositi locali di carbonio, idrogeno e così via), ogni atomo esattamente nella stessa posizione relativa. Parfit pone la questione se il teletrasporto sia effettivamente un metodo di viaggio o se semplicemente uccida e crei una replica esatta dell’utente. Quindi il teletrasporto viene potenziato. Il teletrasporto sulla Terra viene modificato per non distruggere la persona che vi entra, ma può semplicemente creare infinite repliche, tutte le quali affermerebbero in primo luogo di ricordare di essere entrate nel teletrasporto sulla Terra. Utilizzando esperimenti concettuali come questi, Parfit sostiene che qualsiasi criterio tentiamo di usare per determinare l’identità della persona sarà carente, perché non ci sono ulteriori fatti. Ciò che conta, per Parfit, è semplicemente la “Relazione R”, la connessione psicologica, che include la memoria, la personalità e via discorrendo.
Ashton in principio voleva scrivere un racconto breve, ma è stato spinto ad ampliare la storia da Navah Wolfe, editor americana di opere di fantascienza, fantasy e horror vincitrice di due Hugo Award.
Discutendo il contesto del romanzo, Ashton ha detto: “Ho scritto un racconto breve diversi anni fa che esplorava… una sorta di immortalità da quattro soldi… Mi piaceva l’idea e volevo vedere come poteva essere ampliata se la si accoppiava ad una struttura sociale di sfruttamento.”. L’organizzazione NPR (National Public Radio) ha incluso il libro di Ashton nella sua lista dei migliori libri di fantascienza del 2022.
“The Martian incontra Dark Matter”nel thriller fantascientifico di Edward Ashton, in cui Mickey7, un “sacrificabile”, si rifiuta di lasciare che il suo clone sostitutivo Mickey8 prenda il suo posto.
Morire non è divertente… ma almeno è vivere.
Mickey7 è un Sacrificabile: un dipendente “usa e getta” di una spedizione umana inviata a colonizzare il mondo ghiacciato di Niflheim. Ogni volta che una missione diventa troppo pericolosa, l’equipaggio si rivolge a Mickey, e quando una sua iterazione muore, un nuovo corpo viene rigenerato con la maggior parte dei ricordi intatti. Durante un incarico esplorativo, Mickey7 viene dato per morto. Grazie all’aiuto inaspettato della vita aliena del posto riesce a tornare alla base, solo per scoprire che il suo clone, Mickey8, è già stato creato. L’idea di avere dei Sacrificabili duplicati è universalmente disapprovata e se i due saranno catturati verranno probabilmente gettati nel riciclatore di proteine; Mickey7 dovrà quindi tenere nascosto il suo doppio al resto della colonia. Nel frattempo, la vita su Niflheim è in continuo peggioramento: l’atmosfera è inadatta agli esseri umani, il cibo scarseggia e le specie autoctone sono sempre più curiose nei confronti dei nuovi vicini, il che spinge il comandante Marshall a temerli. In ultima analisi, la sopravvivenza di entrambe le forme di vita è nelle mani di Mickey7. A patto che riesca a non morire per sempre.
Il romanzo “Mickey 7” di Edaward Ashton è disponibile in edizione italiana su Amazon.
ANTIMATER BLUES – IL SEQUEL DI “MICKEY 7”
L’estate è arrivata a Niflheim. I licheni stanno crescendo, le creature-pipistrello a sei ali stanno cinguettando e, con sua grande sorpresa, Mickey Barnes è ancora vivo, quest’ultima parte grazie quasi interamente al fatto che il comandante Marshall crede che i vicini rampicanti della colonia abbiano una bomba di antimateria e che Mickey sia l’unico che impedisce loro di usarla. Mickey è solo un altro colono ora. Invece di pulire il nucleo del reattore, in questi giorni passa il tempo a pulire le gabbie dei conigli. Non è una brutta vita.
Non durerà.
Ora può anche essere soleggiato, ma l’inverno sta arrivando. L’antimateria che alimenta la colonia sta finendo e Marshall vuole indietro la sua bomba. Se Mickey accetta di recuperarla, rinuncerà all’unica cosa che gli ha impedito di finire sul ceppo. Se rifiuta, potrebbe condannare l’intera colonia. Nel frattempo, i creeper hanno le loro preoccupazioni e non consegneranno la bomba senza ottenere qualcosa in cambio. Ancora una volta, Mickey si ritrova il destino di due specie nelle sue mani. Se questa volta qualcosa andrà storto, però, non tornerà.
Il romanzo “Antimatter Blues” di Edward Ashton è disponibile in edizione inglese su Amazon.
Mickey 17 – La colonna sonora del film
- Le musiche originali del film sono del compositore coreano Jung Jae-il (Squid Game, Twinless, Le buone stelle – Broker), alla sua terza collaborazione con il regista Bong Joon-ho dopo aver musicato Okja e Parasite.
- Altri brani inclusi nel film: Terra Lontana (dalla colonna sonora di “Rocco e i suoi fratelli”) di Nino Rota / Like A Virgin interpretata da Mark Ruffalo / Twilight di Elliott Smith / Flitter Driver’s Carol composta da Jung Jae-il e interpretata da Kayla Meikle / Rejoice in the Lord composta da Jung Jae-il e interpretata da Mark Ruffalo, Daniel Henshall, Cameron Britton e il cast del film / Handel’s Messiah Part III, No 53a. Worthy Is the Lamb That Was Slain di George Frideric Handel.
1. Bon Appetit (2:31)
2. Immigrant (2:42)
3. Frog (1:39)
4. Nasha (5:26)
5. Vaccine (1:38)
6. Multiple (2:30)
7. Barnes (2:12)
8. Calm Before the Storm (0:44)
9. Umma (2:58)
10. Ulsang (1:07)
11. Attention (1:57)
12. Arrival (1:58)
13. Nasha Is Amazing I (1:01)
14. Bon Appetit with Strings (1:08)
15. Mayhem (3:47)
16. Corridor of Love (3:14)
17. Why Kill Luco? (1:41)
18. Set Off (3:00)
19. Chaos (3:55)
20. Nasha Is Amazing II (3:17)
21. Rejoice in the Lord – Mark Ruffalo, Toni Collette, Daniel Henshall & Anamaria Vartolomei (1:00)
La colonna sonora di “Mickey 17” è disponibile su Amazon.