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Monica Vitti in 10 film, curiosità e citazioni

Blogo ricorda e omaggia l’attrice Monica Vitti scomparsa a 90 anni con un top 10 di sue memorabili interpretazioni.

5 Febbraio 2022 13:56

‘italiana e musa di Antonioni
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Il 2 febbraio è scomparsa all’età di 90 anni l’attrice Monica Vitti, icona della commedia all’italiana con pellicole come La ragazza con la pistola, Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca) e Polvere di stelle nonché musa del regista Michelangelo Antonioni che la dirigerà in quattro film inclusa la cosiddetta Trilogia dell’Incomunicabilità (L’avventura, La notte, L’eclisse).

Oggi 5 febbraio si tiene il funerale con l’ultimo saluto all’amata attrice romana che non appariva in pubblico ormai da 15 anni, costretta da una malattia degenerativa che l’affliggeva da tempo.

Blogo vuol tributare l’ultimo saluto e un omaggio alla carriera di Monica Vitti, attrice dal fascino unico dotata di grande empatia e un talento versatile, che le permetteva di spaziare dal comico al drammatico con invidiabile nonchalance, conquistando spettatori e registi in egual misura.

Sarebbe bellissimo partire dalla Luna e arrivare sulla Terra, per trovare un mondo straordinario come quello in cui viviamo.

1. L’avventura di Michelangelo Antonioni (1960)

Una donna (Lea Massari) scompare durante un viaggio in barca nel Mediterraneo. Durante la ricerca tra il suo amante (Gabriele Ferzetti) e la sua migliore amica (Monica Vitto) emerge una vicendevole attrazione.

“L’avventura” è il primo capitolo della cosiddetta “trilogia dell’incomunicabilità” che segna l’inizio del sodalizio sentimentale e artistico di Antonioni e Monica Vitti. Alla presentazione a Cannes il film venne fischiato dal pubblico a tal punto che Antonioni e Monica Vitti furono costretti a lasciare il teatro. Tuttavia, dopo la seconda proiezione ci fu un completo capovolgimento nel modo in cui venne percepito il film a cui venne assegnato il Premio Speciale della Giuria, diventando successivamente un punto di riferimento del cinema europeo. Roberto Rossellini parlando del film lo definì: “Il più bel film mai presentato a un festival”. Nonostante la critica alla sua prima proiezione al Festival di Cannes, due anni dopo “L’Avventura” venne eletto da “Sight and Sound”, rivista cinematografica britannica pubblicata dal British Film Institute, il secondo miglior film di tutti i tempi, subito dopo Quarto potere (1941). Monica Vitti per il suo ruolo nel film venne candidata ad un BAFTA come miglior attrice internazionale, al suo primo Nastro d’argento e vinse un Globo D’oro come Migliore attrice rivelazione. Il dialogo per i personaggi siciliani nel film è stato tradotto in dialetto da Andrea Camilleri, ideatore dei libri/adattamenti televisivi del Commissario Montalbano. Lo scrittore era un amico di Monica Vitti.

Del futuro mi spaventa tutto, e quindi preferisco non pensarci.

2. Modesty Blaise – La bellissima che uccide di Joseph Losey (1966)

La fascinosa ex detenuta Modesty Blaise (Monica Vitti) e il suo partner Willie Garvin (Terence Stamp) sono incaricati dai servizi segreti britannici di impedire al suo rivale Gabriel (Dirk Bogarde) di rubare i diamanti che devono essere consegnati al padre adottivo, uno sceicco.

Il regista Joseph Losey ha avuto difficoltà a lavorare con Monica Vitti (Modesty Blaise), poiché sarebbe stata immancabilmente accompagnata sul set dal regista Michelangelo Antonioni, che aveva l’abitudine di darle suggerimenti, prendendo così indicazioni da lui piuttosto che da Losey. Alla fine Losey chiese ad Antonioni, che ammirava molto, di stare lontano dal set durante le riprese. Antonioni obbedì.

Il film è il primo di una trilogia basata sul fumetto “Modesty Blaise”. I capitoli successivi, il film tv Modesty Blaise (1982) e Il mio nome è Modesty (2004) sono stati interpretati rispettivamente da Ann Turkel e Alexandra Staden.

Quentin Tarantino alla fine degli anni ’90 annunciò che avrebbe diretto un riadattamento di Modesty Blaise, progetto che però non si è mai concretizzato. In Pulp Fiction il Vincent di John Travolta può essere visto mentre legge il fumetto di Modesty Blaise.

Ho avuto una madre molto dura che mi ha impartito un’educazione di ferro: per lungo tempo sono stata molto intransigente, soltanto da poco ho cominciato ad ammettere e scusare i difetti.

3. La ragazza con la pistola di Mario Monicelli (1968)

Assunta Patanè (Monica Vitti), donna siciliana “disonorata” dal suo amante (Carlo Giuffrè), viaggia fino in Inghilterra con una pistola con l’intenzione di ucciderlo.

Dopo la fine della relazione con Antonioni nel 1967, Monica Vitti si è reinventata come protagonista di commedia in film come “La ragazza con la pistola”, pellicola candidata all’Oscar come Miglior film straniero, quell’anno vinse l’Unione Sovietica con il Guerra e pace di Sergej Bondarcuk. Inoltre per il ruolo di Assunta Patanè, Monica Vitti vinse il suo secondo Nastro d’argento come miglior attrice, dopo quello ricevuto nel 1962 per La notte, e il suo primo David di Donatello.

Creduto erroneamente il cantante Mal, l’attore che interpreta il giovane meccanico di Sheffield è in realtà il suocero dell’ex premier britannico Tony Blair. In compenso la colonna sonora include il brano “In Due” interpretato da Mal e The Primitives.

Oltre alla storia d’amore con Antonioni, Monica Vitti ha avuto altre due relazioni lunghe e molto importanti nella sua vita; con il direttore della fotografia Carlo Di Palma, che l’ha anche diretta in tre film nella metà degli anni settanta e con il fotografo di scena e regista Roberto Russo, che ha sposato il 28 settembre 2000, in Campidoglio, dopo 17 anni di fidanzamento e che è rimasto al fianco dell’attrice fino alla sua morte. Russo ha diretto la moglie e Corrado Pani nel dramma Francesca del 1986.

Scoprire di far ridere è stato come scoprire di essere la figlia del re.

4. Amore mio aiutami di Alberto Sordi (1969)

Un marito (Alberto Sordi) è coinvolto in un esilarante dramma della gelosia dopo aver scoperto la cotta adolescenziale di sua moglie (Monica Vitti) per un piacente insegnante quarantenne conosciuto durante i concerti di musica da camera.

“Amore mio aiutami” segna la prima collaborazione di Monica Vitti e Alberto Sordi che gireranno insieme altre due pellicole di grande successo: Polvere di stelle (1973) e Io so che tu sai che io so (1982).

La famosa sequenza sulla spiaggia di Sabaudia, in cui il marito Sordi perde il controllo e picchia selvaggiamente la moglie Vitti, l’attrice ebbe come controfigura una giovane Fiorella Mannoia, la quale in seguito tranquillizzò sulle percosse viste nella scena, tutte simulate, aggiungendo che: “Il massimo che poteva capitare era perdere l’equilibrio per una spinta”.

Ho paura del buio, dell’ascensore, della macchina, dell’aereo, del fulmine, della scossa elettrica, del terremoto, della guerra. Insomma, ho paura di tutto.

5. Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca) di Ettore Scola (1970)

Un triangolo amoroso ambientato nella Roma degli anni settanta che vede coinvolti Oreste Nardi (Marcello Mastroianni), maturo muratore romano e comunista convinto che s’innamora, corrisposto, di Adelaide Ciafrocchi (Monica Vitti), una fioraia che ha un banco al cimitero del Verano a Roma. Tra i due nasce una passione che scatenerà la gelosia di Antonia (Josefina Serratosa), la moglie di Oreste, molto più anziana di lui. Nel frattempo Oreste, da buon attivista, partecipa ad una manifestazione del PCI dove viene manganellato assieme a Nello Serafini (Giancarlo Giannini), un pizzaiolo toscano, di cui diventa amico e a cui incautamente fa conoscere Adelaide, che ben presto s’innamora, corrisposta, del toscano.

Presentato in concorso al 23º Festival di Cannes, il film valse a Mastroianni il premio per la migliore interpretazione maschile. Inoltre ci furono candidature al Nastro d’argento per Monica Vitti, Marcello Mastroianni e Giancarlo Giannini. Vitti vinse inoltre il suo primo Globo d’oro e la sua quarta Grolla d’oro.

Nel 1953 Monica Vitti si diploma all’Accademia nazionale d’arte drammatica, allora diretta dal suo maestro Silvio D’Amico. l’attrice muoverà i primi passi in teatrale mostrando da subito la sua versatilità recitando in Shakespeare e Molière. Particolarmente significativa l’esperienza dell’attrice diretta da un suo insegnante Sergio Tofano in allestimenti sul personaggio di Bonaventura in cui Vitti mostrerà per la prima volta questa sua vis comica che in seguito contraddistinguerà gran parte della sua carriera.

Io sono una che crede nel sorriso: per me ridere è una necessità salutare.

https://www.youtube.com/watch?v=OnBNQOhXq3E

6. La Tosca di Luigi Magni (1973)

Roma: 14 giugno 1800. Il pittore Mario Cavaradossi (Gigi Porietti) dà rifugio al patriota Cesare Angelotti (Umberto Orsini), fuggito da Castel Sant’Angelo. La Polizia Pontificia, capitanata dal barone Scarpia (Vittorio Gassmann), alla ricerca di Angelotti si serve della cantante Floria Tosca (Monica Vitti), amante di Cavaradossi, facendole credere che il suo uomo la tradisca.

Il film liberamente tratto dall’omonimo dramma di Victorien Sardou si pone a mezza via tra la parodia e la commedia musicale, con musiche di Armando Trovajoli e testi delle canzoni del regista Luigi Magni.

Il brano “Canto dei derelitti” è cantato in scena da un coro di comparse che includono Alvaro Vitali.

Monica Vitti nasce a Roma Maria Luisa Ceciarelli, unica figlia femmina di Angelo e Adele (Vittilia) Ceciarelli. Ha abbreviato il nome da nubile di sua madre per usarlo come nome d’arte.

Non potrei mai accettare una parte in cui non credo o fare un film per soldi…Mi concedo un unico grande lusso: quello di rifiutare.

7. Teresa la ladra di Carlo Di Palma (1973)

Teresa Numa in Nardecchia (Monica Vitti), figlia orfana di un contadino manesco e senza cuore del Lazio, diventa vedova di guerra e madre sola costantemente alla ricerca di nuovi lavori e spesso costretta a rubare e a vivere di espedienti. Durante la sua travagliata vita conoscerà il dolore della prigione, la solitudine del manicomio e l’impossibilità di riconciliarsi col proprio figlio.

Il film è tratto dal romanzo “Memorie di una ladra”, scritto da Dacia Maraini nel 1972.

Il regista e direttore della fotografia Carlo Di Palma, compagno di Monica Vitti dal 1964 fino agli settanta, ha diretto l’attrice anche in Qui comincia l’avventura (1975) e Mimì Bluette fiore del mio giardino (1976).

A Livorno, in una scena del film girata presso la Terrazza Mascagni fanno bella mostra molte antenne tv sui tetti delle case e sul Grattacielo di piazza Matteotti. L’azione dovrebbe svolgersi nel 1947, ma le trasmissioni televisive iniziarono in Italia solo nel 1953 e il Grattacielo fu costruito alla fine degli anni Sessanta.

Parlando della sua famiglia emigrata in America, Monica Vitti ha dichiarato: “Tutta la mia famiglia è andata a vivere in America. Dissero ‘Come fai a stare da solo in Italia?’ Ma io ho usato la loro assenza per diventare un’attrice. È così che sono diventata Monica Vitti.

L’amore come lo si sogna è irrealizzabile: bisogna accontentarsi dei surrogati che la vita ci offre.

8. Polvere di stelle di Alberto Sordi (1973)

Seconda collaborazione di Alberto Sordi e Monica Vitti nei panni dei coniugi Mimmo Adami e Dea Dani, ballerini professionisti e comici d’avanspettacolo nell’Italia povera e affamata della seconda guerra mondiale. Le loro vite cambiano improvvisamente quando i soldati americani si fermano nella loro città sperando di essere intrattenuti secondo lo stile di Broadway. In effetti, si comportano all’altezza delle loro aspettative. Tuttavia, poiché gli uomini dell’esercito devono marciare verso nord, il momento di gloria di Mimmo e Dea è di breve durata.

Nel film ci sono cameo di due noti attori della rivista italiana del periodo: Carlo Dapporto e Wanda Osiris. In un piccolo ruolo, non accreditato (balla il tip-tap in Galleria, e prega Mimmo di prenderlo nella compagnia), si riconosce un giovane Alvaro Vitali. Il marinaio americano che si innamora di Dea è interpretato da John Phillip Law, reduce dalla popolarità che aveva avuto in Barbarella e Diabolik.

La colonna sonora include brani d’epoca e altri originali di Piero Piccioni e Alberto Sordi, tra i quali spicca la goliardica “Ma ‘ndo Hawaii”, testo di Alberto Sordi.

Monica Vitti è stata un membro della giuria al Festival di Cannes nel 1974, quell’anno vinse il film di spionaggio La conversazione di Francis Ford Coppola.

9. A mezzanotte va la ronda del piacere di Marcello Fondato (1975)

Tina (Monica Vitti) è sotto processo per l’omicidio del suo amante, Gino (Giancarlo Giannini). La natura violenta della loro relazione, rivelata durante il processo, sembra rendere evidente che lei lo abbia ucciso accidentalmente durante una colluttazione.

Il cast include anche Renato Pozzetto, Claudia Cardinale e Vittorio Gassmann, mentre il titolo si ispira al testo della canzone “Il tango delle capinere” di Gabrè. Il film ebbe un enorme successo commerciale con oltre 4 miliardi di lire di incasso classificandosi quarto assoluto nella stagione cinematografica 1974/1975.

Sono abituata a vivere con poco, non guido la macchina, non amo i gioielli, porto un paio di scarpe sinché non cade a pezzi, mi vesto così come viene.

10. Io so che tu sai che io so di Alberto Sordi (1982)

Fabio Bonetti (Alberto Sordi) è sposato con Livia (Monica Vitti) da quasi 20 anni. Un giorno un investigatore privato che indaga sui vicini, la famiglia Vitali, per errore inizia a filmare e registrare la vita di Livia. Quando Fabio riceve i film scopre che la moglie nasconde qualcosa.

Terza e ultima collaborazione di Sordi e Vitti che vede nel cast, nei panni della figlia tossicodipendente dei Bonetti, l’attrice romana Isabella De Bernardi scomparsa nel 2021 e nota per il ruolo di Fiorenza in Borotalco, la fidanzata dell’Hippy Ruggero di Verdone. In “io so che tu sai che io so” ci sono anche cameo dei giornalisti Sandro Paternostro e Gianni Letta, nel ruolo di se stessi, e del giornalista, conduttore televisivo e politico Cesare Cadeo in quelli di un reporter. Da segnalare anche in un piccolo ruolo non accreditato del comico e cabarettista Carmine Faraco, è il giovane malmenato da Monica Vitti per aver tentato di far prostituire la figlia Veronica.

Troppo spesso il teatro è avulso dalla vita.