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Philippe Leroy: 10 film per ricordare l’attore francese morto a 94 anni

Cineblog ricorda Philippe Leroy, attore francese morto a 94 anni e noto per ruoli in Sandokan, Sette Uomini d’oro e il Tango della gelosia.

3 Giugno 2024 11:50

E’ scomparso all’età di 94 anni l’attore francese Philippe Leroy, l’aristocratico prestato al cinema è morto a Roma dopo una lunga malattia. L’Italia era diventata la sua seconda casa, con la sua immagine legata all’interpretazione di Yanez de Gomera nello sceneggiato Sandokan (1976), Leonardo da Vinci in La vita di Leonardo da Vinci (1971), e co-protagonista con Rossana Podestà nei film campioni d’incassi Sette uomini d’oro (1965) e Il grande colpo dei 7 uomini d’oro (1966). Più recentemente Leroy aveva interpretato il Vescovo di Terence Hill per sette episodi, nella sesta e settima stagione della fiction Don Matteo.

Philippe Leroy – Note biografiche

Cineblog ricorda Philippe Leroy, attore francese morto a 94 anni e noto per ruoli in Sandokan, Sette Uomini d'oro e il Tango della gelosia
Gina Lollobrigida e Philippe Leroy sul set di “Good evening, Mrs, Campbell” (Photo by Vittoriano Rastelli/Getty Images)

Nato in una famiglia nobile (il padre, diplomatico, era marchese), nel 1952, dopo la laurea in scienze politiche, Philippe Leroy si arruola come paracadutista e serve prima in Vietnam e poi in Algeria. Tornato in patria dopo un periodo negli Stati Uniti sbarca il lunario con diversi lavori, ma fu il ruolo di amministratore della pubblicità della rivista “La cinématographie française” che lo portò in contatto con il mondo del cinema.

Il primo ruolo cinematografico arriva con Jacques Becker, che nel 1960 lo scrittura per Il buco nei panni di un detenuto che tenta la fuga dal carcere, un criminale, ma umano e pieno di dignità. Seguirono altre interpretazioni in Francia, ma dal 1961 Leroy prese a lavorare prevalentemente in Italia a partire da Caccia all’uomo di Riccardo Freda, che lo vede come un bandito ricercato e poi catturato dalla polizia, e Leoni al sole di Vittorio Caprioli, liberamente ispirato al romanzo “Ferito a morte” di R. La Capria, in cui impersona il giovane rampollo di una ricca famiglia napoletana che fa il vitellone.

Altri ruoli interpretati negli anni 60 includono personaggi ambigui e crudeli come il tribuno Silla in Solo contro Roma (1962) di Herbert Wise (Luciano Ricci), il seviziatore di prostitute in Femina ridens (1969) di Piero Schivazappa, uno spietato assassino in Senza sapere niente di lei (1969) di Luigi Comencini e un cinereporter senza scrupoli in L’occhio selvaggio (1967) di Paolo Cavara.

Nel 1964 Leroy interpreta un pilota borghese tradito dalla moglie in Una donna sposata (1964) di Jean-Luc Godard, e il membro di una gang internazionale che svaligia una banca svizzera in Sette uomini d’oro (1965) di Marco Vicario, film campione d’incassi che gli regalerà una grande popolarità e fruirà di un sequel Il grande colpo dei 7 uomini d’oro (1966) con lo stesso cast, Leroy incluso, e ancora diretto da Vicario.

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Kabir Bedi e Philippe Leroy sul set dello sceneggiato Sandokan. Germania, 1976 (Photo by Mondadori via Getty Images)

Negli anni ’70 Leroy si divide tra cinema commerciale e d’autore e numerose produzioni televisive. Sarà Leonardo da Vinci nella serie televisiva di Renato Castellani La vita di Leonardo da Vinci (1971), un sicario nel “poliziottesco” Milano Calibro 9 (1972), un maggiore che trasforma un plotone di ribelli in letali soldati in R.A.S. (1973) di Yves Boisset e un nazista in Il portiere di notte (1974) di Liliana Cavani. Nel 1976 arriva uno dei suoi ruoli più amati, quello del portoghese Yanez de Gomera nella serie televisiva Sandokan (1976) di Sergio Sollima.

Gli anni 80 vedono Leroy interpretare un uomo che costringe la moglie a prostituirsi in Tranquille donne di campagna (1980) di Claudio De Molinis e un nobile in Il tango della gelosia (1981) di Steno. Seguiranno ruoli del militare e religioso spagnolo S. Ignazio di Loyola in State buoni se potete (1983) di Luigi Magni e del pontefice Leone XIII in Don Bosco (1988) di Leandro Castellani.

Nel corso degli anni 90, oltre a lavorare in televisione, Leroy interpreta piccoli ruoli in film come Nikita (1990) di Luc Besson, Il ritorno di Casanova (1991) di Edouard Niermans e Mario e il mago (1993) di Klaus Maria Brandauer. In Italia nel 1999 partecipa alla commedia Il pesce innamorato di Leonardo Pieraccioni e nel 2001 al drammatico Vajont ‒ La diga del disonore di Renzo Martinelli.

Seguiranno ruoli in Piazza delle Cinque Lune di Renzo Martinelli (2003), La terza madre di Dario Argento (2007) e Il sangue dei vinti di Michele Soavi (2008) e recita con Fabio De Luigi ed Elio Germano nella commedia Questione di karma di Edoardo Falcone (2017). Gli ultimi ruoli dell’ayyore per il grande schermo risalgono al 2018 nelle commedie Hotel Gagarin di Simone Spada (2018) e La notte è piccola per noi di Gianfrancesco Lazotti (2019).

Philippe Leroy in 10 film

1. Il Buco di Jacques Becker (1960)

  • Il regista Jacques Becker ha utilizzato principalmente veri detenutiper motivi di autenticità. In effetti, una delle sue scelte fu proprio quella coinvolta nella fuga del 1947.
  • Il carcere di La Sante è stato replicato nei minimi dettagli, grazie all’aiuto dei tre veri evasi che Jacques Becker ha assunto come consulenti di produzione.
  • Jean-Pierre Melville lo considerava uno dei più grandi film francesi mai realizzati.
  • Il regista Jacques Becker è morto due settimane dopo aver completato il film.

2. Una donna sposata di Jean-Luc Godard (1964)

  • Ottavo film del regista Jean-Luc Godard.
  • Il film venne proiettato al Festival del cinema di Venezia l’8 settembre 1964. Fu ben accolto. Michelangelo Antonioni, il cui primo film a colori, Deserto rosso, era in concorso, si avvicinò a Godard dopo la proiezione e si congratulò con lui.
  • Nonostante la critica definì il film un’importante opera artistica e intellettuale, la Commission de Controle (il comitato di censura) votò con 13 voti favorevoli, 5 contrari e due astensioni, per vietare il film. Le obiezioni erano incentrate sul titolo, che secondo il comitato implicava che tutte le donne sposate fossero adultere, e sulla devozione del film “all’illustrazione salace di scene di sessualità”. Le motivazioni della commissione non sono state rese pubbliche ma sono state comunicate all’allora ministro dell’Informazione, Alain Peyrefitte. la commissione accettò di incontrare Godard, ne seguirono mesi di dibattiti e trattative. Godard credeva che il vero problema fosse politico e che “quelli della commissione avevano intuito che il mio film attacca un certo modo di vivere. Alla fine, Godard apportò alcune modifiche, incluso il titolo.

3. Sette uomini d’oro di Marco Vicario (1965)

  • Il film segue una trama simile a quella di Topkapi e ha fruito di un sequel, Il grande colpo dei 7 uomini d’oro (1966), stesso cast e regista.
  • In Svizzera era illegale filmare una rapina in banca, quindi il regista Marco Vicario ha utilizzato una sceneggiatura falsa durante le riprese davanti al “Credit Suisse” a Ginevra.

4. Femina ridens di Piero Schivazappa (1969)

  • Il film è un thriller erotico con Philippe Leroy, Dagmar Lassander e Lorenza Guerrieri.
  • È il primo film italiano dell’attrice tedesca Dagmar Lassander, scelta dal regista dopo averla vista nell’erotico Andrea – Wie ein Blatt auf nackter Haut (1968).
  • Piero Schivazappa ha diretto anche Crepa padrone, crepa tranquillo con Jacques Deray (1970); Incontro (1971) con Massimo Ranieri, Florinda Bolkan e Mariangela Melato; Una sera c’incontrammo (1975) con Johnny Dorelli e La signora della notte (1986) con protagonista Serena Grandi.

5. Milano Calibro 9 di Fernando Leo (1972)

  • Fernando Di Leo ha ammesso che, con occhio critico, le scene al commissariato tra il commissario “fascista” e il “comunista” Mercuri andrebbero tolte perché tolgono forza alla storia principale. Ma il lavoro degli attori Frank Wolff e Luigi Pistilli era così buono che non poteva assolutamente interromperlo.
  • Prima parte della “trilogia del milieu” di Fernando Di Leo che comprende anche La mala ordina (1972) e Il boss (1973).
  • Il titolo della pellicola è quello di un’antologia di racconti di Giorgio Scerbanenco: l’idea del pacco bomba e dello scambio dei pacchi è tratta da Stazione centrale ammazzare subito e le caratteristiche del personaggio di Ugo Piazza sono, invece, riferimenti ai racconti Vietato essere felici e La vendetta è il miglior perdono.
  • L’attore Frank Wolff è morto suicida poco dopo aver completato le sue scene, quindi il suo doppiaggio inglese ha dovuto essere completato dal suo frequente co-protagonista ed ex compagno di stanza Michael Forest.

6. La mano spietata della legge di Mario Gariazzo (1973)

  • Il cast include Philippe Leroy nei panni del Commissario Gianni De Carmine, Tony Norton, Silvia Monti e Klaus Kinski è l’antagonista, il killer italoamericano Vito Quattroni.
  • Il regista Mario Gaiazzo in precedenza aveva diretto il poliziesco Lasciapassare per il morto (1962) e gli western Dio perdoni la mia pistola (1969) co-regia con Leopoldo Savona, Il giorno del giudizio (1971) e Acquasanta Joe (1971).

7. La tigre è ancora viva: Sandokan alla riscossa di Sergio Sollima (1977)

  • La tigre è ancora viva: Sandokan alla riscossa! è tratto dai romanzi di Emilio Salgari, con la sceneggiatura si ispira in buona parte al libro La riconquista di Mompracem.
  • Il film è un sequel dello sceneggiato televisivo di successo Sandokan (1976), il film è ambientato dieci anni dopo le vicende narrate in precedenza. Dopo la caduta dell’isola Mompracem e la morte dell’amata Marianna, Sandokan vive ritirato in India ma, spinto dalla giovane malese Jamilah, decide di lasciare il suo volontario esilio per ricominciare la sua lotta contro l’Inghilterra.
  • La fredda accoglienza della pellicola e la concorrenza nei cinema dello Star Wars di George Lucas convinse la produzione a chiudere la saga dedicata alla Tigre della Malesia per i successivi diciannove anni; il ciclo salgariano verrà ripreso nel 1996 con Il ritorno di Sandokan di Enzo G. Castellari, che tratterà la storia in diversa chiave scenica e con un cast del tutto rinnovato (tranne Kabir Bedi).

8. Mannaja di Sergio Martino (1977)

  • Il motivo per cui gli esterni hanno così tanta nebbia e fumo è perché i realizzatori stavano cercando di nascondere il fatto che lo studio Elios vicino a Roma aveva bisogno di essere rinnovato.
  • John Steiner aveva paura dei cavalli, quindi Sergio Martino lo fece stare su assi di legno mentre girava i suoi primi piani in modo che sembrasse che stesse cavalcando un cavallo.
  • Maurizio Merli è stato scelto per interpretare Mannaja perché somigliava a Franco Nero.

9. Il tango della gelosia di Steno (1981)

  • Nel cast accanto a Philippe Leroy, Monica Vitti e Diego Abantantuono che l’anno successivo girerà ben 7 film: il cult Eccezzziunale… veramente di Carlo Vanzina; Sballato, gasato, completamente fuso dove il comico ritrova Steno; Scusa se è poco di Marco Vicario; il corale Grand Hotel Excelsior di Castellano e Pipolo; Viuuulentemente in cui collabora ancora con i Vanzina e recita al fianco di Laura Antonelli. Seguono Attila flagello di Dio altro cult comico di Abatantuono diretto da Castellano e Pipolo e Arrivano i miei di Nini Salerno, in cui Abatantuono recita con Sidney Rome.
  • Il titolo del film riprende “Tango della gelosia” è un riferimento al noto brano musicale italiano scritto nel 1930 da Vittorio Mascheroni in collaborazione con Giuseppe Mendes, che divenne una hit nel 1960 grazie alla versione inglese “Jealous of you” della cantante statunitense di origini italiane Connie Francis. La musica di questo successo è parte della colonna sonora del film e viene interpretata da Monica Vitti insieme ai Camaleonti.

10. Una gita a Roma, regia di Karin Proia (2017)

  • Debutto alla regia dell’attrice Karin Proia.
  • Il cast oltre a Philippe Leroy include anche Claudia Cardinale, Giovanni Lombardo Radice e in un cameo nel ruolo di se stessoo Phil Palmer, chitarrista jazz e rock britannico.
  • Nel film Leroy interpreta Jean, un orologiaio musone, che non parla con la sorella da anni per una sciocchezza e comunica con lei scrivendo su una lavagnetta.

Filmografia

Il buco (Le trou), regia di Jacques Becker (1960)
Rapimento a Parigi (Chaque minute compte), regia di Robert Bibal (1960)
Piena luce sull’assassino (Pleins feux sur l’assassin), regia di Georges Franju (1961)
Le femmine seminano il vento (Les filles sèment le vent), regia di Louis Soulanes (1961)
I briganti italiani, regia di Mario Camerini (1961)
Leoni al sole, regia di Vittorio Caprioli (1961)
Caccia all’uomo, regia di Riccardo Freda (1961)
Senilità, regia di Mauro Bolognini (1962)
Grisbì da un miliardo (La loi des hommes), regia di Charles Gérard (1962)
Solo contro Roma, regia di Luciano Ricci (1962)
L’attico, regia di Gianni Puccini (1962)
Il giorno più corto, regia di Sergio Corbucci (1963)
55 giorni a Pechino (55 Days at Peking), regia di Nicholas Ray (1963)
Le quatrième sexe, regia di Alphonse Gimeno e Michel Wichard (1963)
Il terrorista, regia di Gianfranco de Bosio (1963)
I cavalieri della vendetta (Llanto por un bandido), regia di Carlos Saura (1963)
Frenesia dell’estate, regia di Luigi Zampa (1964)
Il treno del sabato, regia di Vittorio Sala (1964)
Amore in 4 dimensioni, regia di Gianni Puccini, episodio Amore e arte (1964)
Le voci bianche, regia di Pasquale Festa Campanile e Massimo Franciosa (1964)
Il castello dei morti vivi, regia di Luciano Ricci e Lorenzo Sabatini (1964)
Una donna sposata (Une femme mariée) di Jean-Luc Godard (1964)
Amore facile, regia di Gianni Puccini, episodio Il vedovo bianco (1964)
L’idea fissa, regia di Gianni Puccini, episodio Sabato 18 luglio (1964)
Una storia di notte, regia di Luigi Petrini (1964)
Le ore nude, regia di Marco Vicario (1964)
La donna del lago, regia di Luigi Bazzoni e Franco Rossellini (1965)
Sette uomini d’oro, regia di Marco Vicario (1965)
La mandragola, regia di Alberto Lattuada (1965)
Una vergine per il principe, regia di Pasquale Festa Campanile (1965)
Il grande colpo dei 7 uomini d’oro, regia di Marco Vicario (1966)
Delitto quasi perfetto, regia di Mario Camerini (1966)
Yankee, regia di Tinto Brass (1966)
Che notte, ragazzi!, regia di Giorgio Capitani (1966)
Lo scandalo, regia di Anna Gobbi (1966)
Non faccio la guerra, faccio l’amore, regia di Franco Rossi (1966)
L’occhio selvaggio, regia di Paolo Cavara (1967)
La notte è fatta per… rubare, regia di Giorgio Capitani (1968)
La matriarca, regia di Pasquale Festa Campanile (1968)
Ecce Homo – I sopravvissuti, regia di Bruno Gaburro (1968)
Buonasera, signora Campbell (Buona Sera, Mrs. Campbell), regia di Melvin Frank (1968)
Cuore di mamma, regia di Salvatore Samperi (1969)
La sua giornata di gloria, regia di Edoardo Bruno (1969)
Come, quando, perché, regia di Antonio Pietrangeli (1969)
Senza sapere niente di lei, regia di Luigi Comencini (1969)
Femina ridens, regia di Piero Schivazappa (1969)
L’inafferrabile invincibile Mr. Invisibile, regia di Antonio Margheriti (1970)
Senza via d’uscita, regia di Piero Sciumé (1970)
Un omicidio perfetto a termine di legge, regia di Tonino Ricci (1971)
Roma bene, regia di Carlo Lizzani (1971)
Stanza 17-17 palazzo delle tasse, ufficio imposte, regia di Michele Lupo (1971)
Ettore lo fusto, regia di Enzo G. Castellari (1972)
…e alla fine lo chiamarono Jerusalem l’implacabile (Padella calibro 38), regia di Antonio Secchi (1972)
Milano calibro 9, regia di Fernando Di Leo (1972)
Ragazza tutta nuda assassinata nel parco, regia di Alfonso Brescia (1972)
Milano rovente, regia di Umberto Lenzi (1973)
La mano nera, regia di Antonio Racioppi (1973)
R.A.S. – Nulla da segnalare (R.A.S.), regia di Yves Boisset (1973)
La mano spietata della legge, regia di Mario Gariazzo (1973)
Una vita lunga un giorno, regia di Ferdinando Baldi (1973)
La segretaria (Cebo para una adolescente), regia di Francisco Lara Polop (1974)
Il portiere di notte, regia di Liliana Cavani (1974)
Fatevi vivi, la polizia non interverrà, regia di Giovanni Fago (1974)
La svergognata, regia di Giuliano Biagetti (1974)
Libera, amore mio!, regia di Mauro Bolognini (1975)
La nuora giovane, regia di Luigi Russo (1975)
Il soldato di ventura, regia di Pasquale Festa Campanile (1976)
La linea del fiume, regia di Aldo Scavarda (1976)
Puttana galera!, regia di Gianfranco Piccioli (1976)
Mannaja, regia di Sergio Martino (1977)
Al di là del bene e del male, regia di Liliana Cavani (1977)
Il gatto, regia di Luigi Comencini (1977)
Quella strana voglia d’amare, regia di Mario Imperoli (1977)
La tigre è ancora viva: Sandokan alla riscossa, regia di Sergio Sollima (1977)
L’avventurosa fuga, regia di Enzo Doria (1978)
Sono stato un agente C.I.A., regia di Romolo Guerrieri (1978)
Coraggio scappiamo (Courage fuyons), regia di Yves Robert (1979)
Il medium, regia di Silvio Amadio (1980)
Qua la mano, regia di Pasquale Festa Campanile (1980)
Tranquille donne di campagna, regia di Claudio Giorgi (1980)
Bello di mamma, regia di Rino Di Silvestro (1980)
Peccato originale, regia di Mario Sabatini (1981)
Il tango della gelosia, regia di Steno (1981)
Teste di quoio, regia di Giorgio Capitani (1981)
State buoni se potete, regia di Luigi Magni (1983)
Windsurf – Il vento nelle mani, regia di Claudio Risi (1984)
Interno berlinese (The Berlin Affair), regia di Liliana Cavani (1985)
Juke Box, registi vari (1985)
Un uomo, una donna oggi (Un homme et une femme : 20 ans déjà), regia di Claude Lelouch (1986)
La donna del traghetto, regia di Amedeo Fago (1986)
Incidente di percorso, regia di Donatello Alunni Pierucci (1986)
Montecarlo Gran Casinò, regia di Carlo Vanzina (1987)
Umi e, regia di Koreyoshi Kurahara (1988)
Don Bosco, regia di Leandro Castellani (1988)
Due (Deux), regia di Claude Zidi (1989)
Un uomo di razza, regia di Bruno Rasia (1989)
Hiver 54, l’abbé Pierre, regia di Denis Amar (1989)
Leonardo’s Dream, regia di Douglas Trumbull – cortometraggio (1989)
Nikita, regia di Luc Besson (1990)
L’infiltrato (The Man Inside), regia di Bobby Roth (1990)
L’Autrichienne, regia di Pierre Granier-Deferre (1990)
Il volo di Teo, regia di Walter Santesso (1990)
Netchaïev est de retour, regia di Jacques Deray (1991)
Il ritorno di Casanova (Le retour de Casanova), regia di Édouard Niermans (1992)
Adelaide, regia di Lucio Gaudino (1992)
Alibi perfetto, regia di Aldo Lado (1992)
Berlino ’39 (Berlin ’39), regia di Sergio Sollima (1993)
Mario e il mago (Mario und der Zauberer), regia di Klaus Maria Brandauer (1994)
Io e il re, regia di Lucio Gaudino (1995)
Amare per sempre (In Love and War), regia di Richard Attenborough (1996)
L’ombre du pharaon, regia di Souheil Ben-Barka (1996)
Cous-cous, regia di Umberto Spinazzola (1996)
Le déménagement, regia di Olivier Doran (1997)
Il pesce innamorato, regia di Leonardo Pieraccioni (1999)
La ville est tranquille, regia di Robert Guédiguian (2000)
Un giudice di rispetto, regia di Walter Toschi (2000)
Teste di cocco, regia di Ugo Fabrizio Giordani (2000)
Vajont, regia di Renzo Martinelli (2001)
Apri gli occhi e… sogna, regia di Rosario Errico (2002)
Joy – Scherzi di gioia, regia di Adriano Wajskol (2002)
The Accidental Detective, regia di Vanna Paoli (2003)
Piazza delle Cinque Lune, regia di Renzo Martinelli (2003)
Le cou de la girafe, regia di Safy Nebbou (2004)
La terza madre, regia di Dario Argento (2007)
La rabbia, regia di Louis Nero (2008)
Il sangue dei vinti, regia di Michele Soavi (2008)
La legge del crimine (Le premier cercle), regia di Laurent Tuel (2009)
Nient’altro che noi, regia di Angelo Antonucci (2009)
Vorrei averti qui, regia di Angelo Antonucci (2010)
La strada di Paolo, regia di Salvatore Nocita (2011)
Breve storia di lunghi tradimenti, regia di Davide Marengo (2012)
Questione di karma, regia di Edoardo Falcone (2017)
Chi salverà le rose?, regia di Cesare Furesi (2017)
Una gita a Roma, regia di Karin Proia (2017)
Hotel Gagarin, regia di Simone Spada (2018)
La notte è piccola per noi, regia di Gianfrancesco Lazotti (2019)

Fonte: Rai News