Home Trailer Utama: nuove clip in italiano del film premiato al Sundance 2022 nei cinema dal 20 ottobre

Utama: nuove clip in italiano del film premiato al Sundance 2022 nei cinema dal 20 ottobre

Tutto quello che c’è da sapere su “Utama – Le terre dimenticate”, il film boliviano premiato al Sundance nei cinema dal 20 ottobre 2022.

20 Ottobre 2022 09:44

Dopo essersi aggiudicato il prestigioso Gran Premio della Giuria al Sundance Film Festival 2022, nella sezione World Cinema Dramatic, dal 20 ottobre arriva nelle sale italiane con Officine UBU Utama – Le terre dimenticate, uno sguardo inedito e suggestivo tra le terre aspre e remote della Bolivia. Il film è la pluripremiata opera prima di Alejandro Loayza-Grisi che vede protagonista una famiglia Quechua alle prese con il dramma della siccità, nella spettacolare cornice dell’altopiano sudamericano, a più di 3.500 metri sul livello del mare.

Trama e cast

La trama ufficiale: Il tempo sembra scorrere lentamente nella lontana terra incrinata e arida dell’Altiplano boliviano, dove un’anziana coppia quechua di allevatori di lama, Virginio e Sisa, porta avanti un’umile routine. Quando il nipote Clever si presenta alla loro porta, Virginio si accorge subito che è lì solo per convincerli a trasferirsi in città. Il fatto che la siccità li abbia lasciati senz’acqua non aiuta la loro causa a restare. Il respiro pesante di Virginio tradisce la sua capacità di nascondere ciò che lo affligge e l’apparizione di un condor inizia a destare in lui uno strano presagio. Improvvisamente lo scorrere del tempo diventa più che mai prezioso e pone la coppia davanti a un dilemma: resistere nell’attesa delle piogge o seguire le orme di altri quechua e lasciare la loro casa per la città?

Il cast del film include José Calcina, Luisa Quispe, Candelaria Quispe, Placide Ali, Félix Ticona, Santos Choque, René Calcina, René Pérez, Jorge Yucra Nogales e Juan Carlos Calcina.

Utama – trailer e video

Nuove clip ufficiali in italiano pubblicato 20 ottobre 2022

Curiosità

  • Il film diretto dal giovane regista esordiente boliviano Alejandro Loayza Grisi, è ambientato in uno dei territori più esposti e vulnerabili ai cambiamenti climatici sulla Terra e racconta il costo umano di questo cambiamento attraverso la storia dei suoi protagonisti, voci di una coscienza perduta e una saggezza che raramente viene ascoltata. “Gli ampi paesaggi, le riflessioni e i ritratti che mettono in risalto gli sguardi profondi dei personaggi sono i miei strumenti per raccontare una storia che interroga profondamente le questioni sociali, ambientali e umane in questi tempi di cambiamento” dichiara Loayza-Grisi tra i primi registi a portare sul grande schermo il fascino e la crudezza di una terra poco rappresentata, quasi dimenticata.
  • Ad eccezione di Santos Choque (Clever), ogni membro del cast è un attore non professionista.
  • Il film ha ricevuto una standing ovation di 10 minuti alla prima nazionale a La Paz, in Bolivia.
  • José Calcina (Virginio) e Luisa Quispe (Sisa) sono sposati nella vita reale.

Note di regia


Negli altopiani boliviani, a più di 3.500 metri sul livello del mare, il cambiamento climatico sta costringendo le comunità a cambiare i loro stili di vita abituali. Le stagioni delle piogge si stanno accorciando, la siccità sta durando sempre di più, i ghiacciai si stanno sciogliendo e l’acqua scarseggia, le notti si fanno più fredde e le giornate più calde. È uno dei territori più esposti e vulnerabili ai cambiamenti climatici sulla Terra. Il territorio già ostile sta diventando sempre più inospitale, costringendo le popolazioni autoctone a migrare verso città dove non sanno vivere e dove si parla una lingua che non è la loro. Hanno pochissime opportunità in questo nuovo ambiente, in particolare le persone più anziane. Pertanto molti di loro sono riluttanti a unirsi all’enorme migrazione che negli ultimi anni ha lasciato le campagne boliviane sempre più disabitate. Sono nato e cresciuto a La Paz, una città che storicamente ha accolto migranti della popolazione Aymara della vicina campagna dell’Altiplano. La nostra città, le nostre convinzioni e i nostri modi di essere sono stati fortemente segnati dalla convivenza tra la cultura spagnola e quella Aymara. Ma nonostante questa storia, pochissimi dei nostri abitanti sono consapevoli che alcune delle prime grandi vittime del cambiamento climatico sono a pochi chilometri di distanza. Credo che raccontare una storia dal punto di vista di quelle persone a noi molto vicine, che ancora vivono in campagna e affrontano l’agonia di veder scomparire il loro modo di vivere, sia fondamentale per comprendere il costo umano del cambiamento climatico. Ci permette di considerare i danni collaterali del nostro attuale modo di vivere e di ripensare al nostro ruolo di abitanti di La Paz (e di altre città con condizioni simili). Utama è un ammonimento. Le persone anziane rappresentano una coscienza perduta e una saggezza che raramente viene ascoltata. I personaggi di Virginio e Sisa, con tutta la saggezza maturata negli anni, rappresentano una cultura che ha visto le sue giovani generazioni perdere la lingua e il loro sapere mentre si integravano con un mondo sempre più globalizzato. La cultura Quechua, e le sue opinioni su morte, vita e natura, sono qualcosa di molto noto a La Paz, ma che sta scomparendo. Utama, che significa “la nostra casa”, è anche una storia d’amore. L’intimità del rapporto tra Virginio e Sisa si percepisce attraverso i piccoli gesti tra di loro e i silenzi che dominano la loro quotidianità, silenzi che contraddistinguono le relazioni decennali come la loro. Indipendentemente dalle differenze culturali tra questi personaggi e il pubblico, volevo mostrare il loro amore come una forza universale Esteticamente provengo dal mondo dello still life e m’interessa giocare con immagini e silenzio, per creare incroci dove si trovano i significati più profondi: perdita, acculturazione e degrado della natura. Stilisticamente, ogni inquadratura significa qualcosa in sé e nel contesto di un film arricchisce la narrazione. Gli ampi paesaggi, i ritratti che mettono in risalto gli sguardi profondi dei personaggi e i momenti di silenzio sono i miei strumenti per raccontare una storia che interroga profondamente le questioni sociali, ambientali e umane in questi tempi di cambiamento. Utama è in definitiva una storia su uno dei luoghi più sottorappresentati sulla Terra, ma è anche una storia universale che potrebbe essere ambientata in qualsiasi comunità che si trova ad affrontare problemi sociali e ambientali simili. È una storia raccontata attraverso gli occhi di una coppia umile che ha affrontato la morte e la perdita dei propri valori e costumi. Ma c’è ancora la possibilità di perseveranza e conservazione. Anche se sembra una tragedia, voglio che il film porti speranza. [Alejandro Loayza Grisi]

Foto e poster