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Zona d’ombra: le recensioni Straniere e Italiane

Le critiche al film con Will Smith

di carla
pubblicato 26 Aprile 2016 aggiornato 28 Agosto 2020 12:14

Ve lo dico proprio sinceramente. Ho visto ieri Zona d’ombra – Una scomoda verità (in originale “Concussion”) e l’ho trovato maledettamente irritante, soprattutto per via dell’interpretazione di Will Smith che rende la storia (vera e difficile) un’agiografia fastidiosa. Ma vediamo insieme le recensioni dei critici Stranieri e Italiani. Mentre scrivo, su RottenTomatoes il film ha raccolto il 61% di voti positivi.

Il film è diretto da Peter Landesman e interpretato da Will Smith, Gugu Mbatha-Raw, Alec Baldwin, Stephen Moyer, Eddie Marsan, Luke Wilson, David Morse, Albert Brooks, Adewale Akinnuoye-Agbaje.

Brad Wheeler – Globe and Mail: Un dramma melodrammatico ma convincente. Voto: 2.5 / 4

Manohla Dargis – New York Times: manca l’entusiasmante cinema impegnato che sale al livello del suo argomento scandaloso.

James Berardinelli – ReelViews: il nucleo drammatico è solido. Voto: 3/4

Kenneth Turan – Los Angeles Times: stampo drammatico, melodramma e romanticismo si alternano ad avvertimenti seri in un modo più sgraziato che efficace.

Stephanie Merry – Washington Post: Will Smith ci regala una performance emotiva. Voto: 2.5 / 4

Colin Covert – Minneapolis Star Tribune: un film decente, ma irregolare. Peter Landesman si concentra sulla vita personale di Omalu più di quello che richiede un thriller. Voto: 3/4

Bill Goodykoontz – Arizona Republic: l’interpretazione di Will Smith, che resiste alla tentazione di andare sopra le righe, e la materia lo rendono un film interessante, ma non urgente come avrebbe potuto essere. Voto: 3/5

Brian Truitt – USA Today: Nonostante i difetti, Will Smith e il film colpiranno i cuori e soprattutto le menti del pubblico. Voto: 2.5 / 4

Mick LaSalle – San Francisco Chronicle: A volte una buona storia è abbastanza, e questo è uno di quei casi. Voto: 3/4

Will Leitch – The New Republic: non è abbastanza arrabbiato per una polemica, e non è abbastanza interessante per essere un edificante messaggio. E fallisce su due fronti paralleli, separati. Voto: C

Kyle Smith – New York Post: Il film è sobrio, onesto e serio su un argomento importante. Voto: 2.5 / 4

Maurizio Porro – Il corriere della sera: Storia vera denunciata da un articolo del 2009 che il regista Peter Landesman arieggia con spezzoni documentari senza evitare un finale di melensa retorica.

Alessandra Levantesi Kezich – La Stampa: (…) un inedito Will Smith – riservato piuttosto che estroverso, affidabile piuttosto che scanzonato – conferma la sua presenza di attore e il suo carisma divistico.

Maurizio Acerbi – il Giornale: Un tema interessante sviluppato però in modo favolistico e retorico.

Paolo D’Agostini – la Repubblica: Non nuovo all’intensa e patetica rappresentazione del dolore, Will Smith offre la propria fama all’interpretazione di Bennet Omalu. (…) Tema potente, esecuzione onesta e senza fronzoli.

Emiliano Morreale – L’espresso: Will Smith ha un classico ruolo tutto d’un pezzo, ma il film, oltre a raccontare una interessante lotta alle lobby sportive, infarcisce i dialoghi di integralismo cristiano: il medico è guidato da Dio, tutto quel che gli accade è guidato dall’alto. Scontato e a tratti imbarazzante.