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La terra degli uomini rossi – BirdWatchers: recensione

La terra degli uomini rossi Birdwatchers (BirdWatchers, Italia / Brasile, 2008) di Marco Bechis; con Claudio Santamaria, Chiara Caselli, Matheus Nachtergaele, Leonardo Medeiros, Inéia Arce Gonçalves, Camila Caetano Ferreira, Temily Comar.Marco Bechis continua ad indagare sui dolori di un continente e sulle sue ferite aperte. Dopo aver dedicato due film alla tragedia dei desaparecidos, ossia

2 Settembre 2008 10:13

La terra degli uomini rossi - BirdWatchers La terra degli uomini rossi
Birdwatchers
(BirdWatchers, Italia / Brasile, 2008) di Marco Bechis; con Claudio Santamaria, Chiara Caselli, Matheus Nachtergaele, Leonardo Medeiros, Inéia Arce Gonçalves, Camila Caetano Ferreira, Temily Comar.

Marco Bechis continua ad indagare sui dolori di un continente e sulle sue ferite aperte. Dopo aver dedicato due film alla tragedia dei desaparecidos, ossia i bellissimi Garage Olimpo e Figli – Hijos (quest’ultimo all’epoca in concorso proprio a Venezia), il regista si sposta dalla sua Argentina in Brasile per raccontare una tragedia attuale, quella dei Guaranì del Mato Grosso do Sul, costretti a stare in piccolissime riserve.

I fazenderos hanno tolto agli indios ciò che per diritto gli spetta, e ovviamente solo per fini prettamente economici. I giovani non hanno più alcuna speranza per il loro futuro e per la loro vita, e l’unica via da scelgiere è gettarsi nelle braccia dello spirito della morte, suicidandosi. E sarà proprio con un doppio suicidio che la ribellione degli indios ha inizio: non è detto però che tutto vada per il verso giusto e che si sia così uniti da poter combattere contro la potenza conquistadora dei bianchi…

Bechis fa un ulteriore passo in avanti nella sua idea di cinema e fa una serie di scelte. In primis quella di far recitare nella parte dei Guaranì gli indios stessi, convinto che solo loro possano riportare sul grande schermo quella sincerità terribile e commovente che deve esserci in un progetto del genere: la scommessa è vinta. E in campo di sceneggiatura radicalizza l’uso limitato dei dialoghi e opta per uno stile quasi documentaristico.

Il risultato è un film sicuramente non leggero da seguire, in cui il ritmo è più descrittivo e serve soprattutto a far entrare lo spettatore nella vita dei protagonisti, e far capire anche le contraddizioni interne alla tribù. Il gruppo infatti è eterogeneo, tra chi vuole riconquistare la propria libertà e chi cede alle tentazioni consumistiche (notare la scena del funerale in cui la madre di una ragazza morta suicida butta nel fosso il cellulare di ultima generazione).

In mezzo alla lotta abbiamo anche la relazione tra un giovane apprendista sciamano e la figlia della coppia di fazenderi interpretata da Leonardo Medeiros e Chiara Caselli, quest’ultima ancora in un piccolo ruolo per Bechis. Nel ruolo del “guardiano” degli indios troviamo Claudio Santamaria: speriamo che la sua presenza possa attirare la gente ad andare a vedere il film, così poi da informarsi sulla delicata questione che BirdWatchers tocca.

Non sarà il miglior film di Bechis, anche perché le emozioni dei due precedenti film erano più disperate, forse anche più “dirette”, e il coinvolgimento era superiore. Ma resta un film rigoroso, impegnato, con un bellissimo finale di speranza non banale, e non si capiscono alcune reazioni fredde, viste anche critiche migliori per il brutto film di Ozpetek e per il discutibile Avati.

Voto Gabriele: 7
Voto Simona: 7

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