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Venezia 65: The Sky Crawlers – Iki Cizgi (Two Lines)

The Sky Crawlers, di Mamoru Oshii Oshii, al suo ritorno all’animazione dopo l’esperimento Tachiguishi Retsuden, presentato due anni fa a Venezia in Orizzonti e che fece tanto discutere per la sua particolarità, non delude le aspettative. The Sky Crawlers è un nuovo, originalissimo film d’animazione per adulti dove la voglia del grande regista di indagare

3 Settembre 2008 13:12

theskycrawler_poster The Sky Crawlers, di Mamoru Oshii
Oshii, al suo ritorno all’animazione dopo l’esperimento Tachiguishi Retsuden, presentato due anni fa a Venezia in Orizzonti e che fece tanto discutere per la sua particolarità, non delude le aspettative. The Sky Crawlers è un nuovo, originalissimo film d’animazione per adulti dove la voglia del grande regista di indagare sulle contraddizioni dei suoi personaggi e su questioni etiche è sempre altissima, così come avveniva nei due capitoli di Ghost in the Shell e in Avalon.

Nel mondo non ci sono più guerre e finalmente regna la pace: ma, freudianamente, per sentirsi vivi e per avere una concezione plausibile di realtà, gli adulti hanno bisogno di vedere e di metabolizzare la violenza. Di conseguenza i Kildren combattono nel cielo divisi in squadre; sono fisicamente dei bambini, e lo saranno in eterno, condannati a fare il gioco degli adulti con una sete di spettacolo ultra-violento. E possono morire solo in battaglia.

Protagonista del film è Yuichi Kannami, un kildren che ricorda poco del suo passato e che il comandante della base, la kildren Suito Kusanagi, madre di una bambina che tra poco diverrà fisicamente come lei e la supererà, pare aspettare da tempo…

Oshii ci regala un mondo dove i bambini in questione di comportano come degli adulti, quindi bevono, fumano e fanno l’amore con ragazze anche ben più grandi di loro: ben poco accomodante. Ma al di là della rappresentazione dei comportamenti inusuali di questi bambini, al regista interessano come si diceva prima le tematiche più esistenziali.

E tratta i kildren con la stessa intelligenza e spietata delicatezza con cui aveva analizzato i cyborg del suo dittico precedente: il risultato è un nuovo corto circuito all’insegna della ricerca della propria identità, in un puzzle in cui le verità si scoprono poco a poco. Animazione a livelli altissimi, e ce lo aspettavamo, e soprattutto ottimo dosaggio del ritmo in funzione della storia. Il mix tra approfondimento psicologico e fenomenali sequenze d’azione in aria è entusiasmante.

ikicizgi

Settimana della critica:
Iki Cizgi (Two Lines), di Selim Evci
Il cinema come non vorremmo che fosse mai. Riassumento la trama: lui e lei, fidanzati, sono in crisi; prendono la macchina, viaggiano, e tra l’incomunicabilità a cui è destinato il loro rapporto e alcune “prove” devono superare la loro crisi. Storia di una banalità che impietosisce, e neanche supportata da una tecnica che tenga svegli. E pensare che era iniziato quasi come una commedia, per poi sprofondare in soporiferi silenzi che nulla dicono. Il finale poi è grossolano, grottesco e irritante. Il peggior film visto finora in tutte le sezioni quest’anno.

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