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Father and Son: recensione in anteprima del film di Hirokazu Kore-eda

Hirokazu Kore-eda incanta e commuove con Like Father Like Son, Premio della Giuria al Festival di Cannes 2013. Un’opera che, tra commedia e dramma toccante, esplora con delicatezza il ruolo del genitore, tra educazione e scelte morali. Ecco la nostra recensione.

pubblicato 17 Maggio 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 14:44

Ryota ha avuto tutto ciò che ha grazie al suo duro lavoro, e niente può fermarlo dal cercare la vita perfetta e dal vivere come un vincitore. Un giorno però, assieme alla moglie Midosi, riceva una chiamata dall’ospedale: il loro figlio di 6 anni, Keita, non è il loro figlio biologico. Due bimbi furono infatti scambiati. Ryota deve scegliere quindi tra “natura” ed “educazione”, ed entrare in contatto con i Saikis, la famiglia del suo figlio biologico, Ryusei. E dovrà chiedersi se in questi 6 anni è stato davvero un padre…

Dopo il successo di Jia Zhang-ke con il suo fortissimo A Touch of Sin, il secondo orientale in concorso al 66. Festival di Cannes scende in campo: e Hirokazu Kore-eda non delude le aspettative. Il regista giapponese aveva già raccontato il mondo dei bambini due anni fa con I Wish, e con Like Father, Like Son ritorna quasi sui suoi passi per narrare le vicende di una famiglia, focalizzandosi questa volta però sul ruolo del genitore.

Lo fa con il suo stile tranquillo, pacifico e delicato, attento nel gestire la materia drammatica con pennellate di tenerezza ed umorismo. Il bello del cinema di Kore-eda è che non sembra mai furbo o fine a sé stesso: pare ogni volta invece il cinema più naturale del mondo, e per questo riesce a toccare molto facilmente le corde emotive dello spettatore. Like Father, Like Son non fa eccezione.

Il regista nipponico ci racconta tutto l’arco di questa storia, da novembre, mese in cui i coniugi Nonomiya vengono avvisati dello scambio di neonati avvenuto 6 anni prima, fino ad agosto, mese in cui il film si conclude. In mezzo ci sono tanti dubbi morali dal parte dei genitori, soprattutto Ryota (vero protagonista del film), tante scelte da prendere e diverse domande da rispondere. Prima fra tutte: puoi amare un figlio sapendo che non ha il tuo stesso sangue come pensavi?


In mezzo ci sono diversi confronti tra le due famiglie, che tentano di capire assieme cosa fare per poter risolvere una situazione che non sembra avere una giusta fine. Ci sono poi ovviamente i ragionamenti all’interno delle singole coppie: entrambe ad un certo punto pensano di ottenere l’affidamento di entrambi i bimbi (la famiglia Nonomiya, più benestante, sarebbe anche disposta a pagare…).

Il padre della famiglia Saikis, invece, sembra pensare solo e soltanto ai soldi, visto che per i danni morali dovranno pur essere ricompensati! Al fast food chiede addirittura la ricevuta per intestarla all’ospedale. Di mezzo ci vanno ovviamente Keita e Ryota, costretti a passare weekend nelle case delle famiglie d’origine senza che gli sia fornita una valida motivazione. I risultati, va da sé, sono deludenti.

Ryota, ad esempio, si trova ad affrontare il figlio biologico che non vuole saperne di ubbidirgli e gli tiene testa. Proprio a lui, così abituato a “gestire” la vita di Keita, indirizzandolo verso una strada di sudore e fatica perché un giorno possa essere un vincente. Like Father, Like Son trova la sua tematica centrale proprio qui: nel modo in cui i genitori provano a plasmare i figli a propria immagine e somiglianza, senza pensare ad una loro identità specifica.

“Un giorno cresceranno, e il tuo figlio biologico ti assomiglierà sempre più”, dice il padre a Ryota, mentre questo è ancora indeciso se fare lo scambio definitivo tra i due figli perché non sia poi troppo tardi per farlo. Scambiare ora i due bambini significherebbe dover ripartire da zero, e perdere i contatti col figlio cresciuto per 6 anni…

Nel trattare un argomento così difficile, Kore-eda è leggerissimo, spesso molto ironico (si veda la scena del saggio di pianoforte). Nell’ultima mezz’ora tocca le corde del cuore, e diventa chiaro che non si tratta solo di un film su un dilemma terribile: si tratta di un film incentrato soprattutto sul percorso di crescita – sì! – di un padre.

Voto di Gabriele: 8

Like Father, Like Son (Soshite chichi ni naru, Giappone 2013, drammatico 120′) di Hirokazu Koreeda; con Masaharu Fukuyama, Machiko Ono, Yoko Maki, Lily Franky, Jun Kunimura, Shogen Hwang, Keita Ninomiya, Isao Natsuyagi, Kirin Kiki, Jun Fubuki, Megumi Morisaki.

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