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Sono il Numero Quattro – Recensione in Anteprima

Sono il Numero Quattro (Usa, 2011, I Am Number Four) di D.J. Caruso; con Alex Pettyfer, Dianna Agron, Callan McAuliffe, Jake Abel, Timothy Olyphant, Teresa Palmer, Kevin Durand, Beau Mirchoff, Emily Wickersham, Patrick Sebes, Cody Johns, Jeff Hochendoner, James Werley, Peter Mozingo, Jon Braver, Brian Howe, Darren Kendrick, Sean P. McCarthy, Andy Owen, Jason SheppardFallito

pubblicato 15 Febbraio 2011 aggiornato 1 Agosto 2020 15:02

Sono il Numero Quattro (Usa, 2011, I Am Number Four) di D.J. Caruso; con Alex Pettyfer, Dianna Agron, Callan McAuliffe, Jake Abel, Timothy Olyphant, Teresa Palmer, Kevin Durand, Beau Mirchoff, Emily Wickersham, Patrick Sebes, Cody Johns, Jeff Hochendoner, James Werley, Peter Mozingo, Jon Braver, Brian Howe, Darren Kendrick, Sean P. McCarthy, Andy Owen, Jason Sheppard

Fallito con Narnia, in casa Disney riprovano la strada del franchise in salsa blockbuster con I am Numer Four, primo capitolo di una saga letteraria scritta da James Frey e Jobie Hughes. Primo di una serie composta da sei libri, Sono il Numero Quattro arriva ora in sala dopo essere stato etichettato da molti come il possibile ‘nuovo Twilight’. Niente vampiri e licantropi ma alieni sexy e affascinanti dotati di misteriosi poteri.

Partendo da questi presupposti D.J. Caruso, regista di Disturbia ed Eagle Eye, con al fianco Michael Bay e Steven Spielberg in cabina di produzione, ha partorito il suo blockbuster in salsa adolescenziale, spaziando esageratamente nel genere, affondando nei dialoghi, spesso agghiaccianti, ma convincendo nel complesso dal punto di vista dell’action, a tratti ‘spaccona’ ed ‘esagerata’ proprio come vuole ‘zio’ Bay.

John Smith è un alieno piombato sulla Terra insieme ad altri 8 della sua razza. Sopravvissuti all’attacco al pianeta Lorien da parte dell’ostile razza dei Mogadore, i nove sono costretti a fuggire dagli invasori, venuti sulla Terra per sterminarli uno dopo l’altro, prima di fare lo stesso con la nostra razza, quella umana. I primi tre sono stati trovati e uccisi, ora tocca al numero quattro. Nei panni di un ragazzo delle superiori, John vive una vita senza fissa dimora, in perenne fuga e in costante ‘evoluzione’, con misteriosi poteri che giorno dopo giorno fanno la loro apparizione ed una piccola città dell’Ohio, ennesima ‘casa’ scelta dal suo tutore Henri, diversa da tutte le altre per via di Sarah, ragazza che lo farà innamorare, per la prima e ultima volta…

Gli ingredienti per un successo c’erano tutti. La storia d’amore, gli alieni, l’azione, mostri giganteschi, gli effetti speciali, i due bei protagonisti, due produttori come Spielberg e Bay, le turbe adolescenziali, e una saga letteraria che ha venduto milioni di copie in tutto il mondo. Partendo da questi presupposti l’idea di trasformare Sono il Numero Quattro in un primo capitolo di un possibile franchise era dovuta, per non dire ovvia. Peccato che, risultati alla mano, il lavoro fatto da D.J. Caruso e soprattutto dai due sceneggiatori, Al Gough e Miles Millar, creatori di Smallville, non sia proprio così eccelso.

Scegliendo di voler dare un taglio ‘liceale’ e maledettamente adolescenziale al tutto autori e produttori hanno intrapreso una strada complessa e pericolosa. Perché se a trascinare al successo la Saga Twilight sono state le ‘ragazzine’, Sono il Numero Quattro strizza indubbiamente l’occhio ad un pubblico ‘maschile’, con tanto di finale alla G. I. Joe. Iniziato con il piede sbagliato dal punto di vista degli effetti speciali, pessimi in una prima scena d’assalto notturno, il film riprende quota con il passare dei minuti, certificando la presenza di ‘maestri’ del genere come Bay e Spielberg, in passato ‘padri’ di magnifici mostri in CG. A vestire i panni dell’affascinante e sexy protagonista alieno quell’Alex Pettyfer ormai lanciatissimo ad Hollywood, bello, fisicato ma decisamene meno tenebroso di Pattinson. Il feeling nato con la controparte femminile, ovvero quella Dianna Agron diventata successivamente la sua reale fidanzata anche fuori dal set (Pattinson e Stewart insegnano), non convince, a causa di una Agron ancora troppo ‘acerba’ per un ruolo tanto importante all’interno di un blockbuster. Svestiti i panni della cheerleader di Glee, Dianna è andata ad indossare quelli della bella fotografa di talento, senza colpire più di tanto, a causa soprattutto di uno script a tratti inconsistente, condito da dialoghi spesso involontariamente esilaranti e da personaggi tutto tranne che esaustivi. Sul John Smith di Pettyfer c’è invece poco da dire, con un quindicenne alla continua ricerca di solidità in una vita che l’ha costretto alla fuga perenne, perché diverso ma ribelle, come qualsiasi suo coetaneo umano. Come rappresentare tutto ciò sullo schermo? Con un bel visetto, un fisico da mostrare ad ogni buona occasione e l’immancabile felpa con cappuccio chiamata non solo a nascondere il protagonista ma anche a rappresentarne la sua chiusura nei confronti del mondo. Banale ma efficace, come sempre.

Poche le risposte date, tanti i quesiti rimasti irrisolti, per un film che ovviamente da’ esplicitamente il via ad una saga, regalandosi ricche scene di spettacolare azione ed altre sinceramente da blockbuster di ‘serie b’, tra fucili a pompa spara laser e cattivissimi apparentemente usciti da Buffy che indisturbatamente uccidono e distruggono. Tralasciando il fastidioso marchettone iPhone, vero co-protagonista della pellicola, finisce per fare il suo Timothy Olyphant, nei panni del tutor di John Smith/Numero Quattro, così come Kevin Duran, mostruoso e perfido “Comandante” che guida i Mogadoriani all’inseguimento di John e dei suoi compagni alieni, mentre Callan McAuliffe, miglior amico di Pettyfer, ci fosse o non ci fosse non se ne accorgerebbe nessuno, così come l’incredibile Numero Sei, interpretata da Teresa Palmer, quasi esilarante nell’inseguire il protagonista per 3/4 di film, per poi scatenarsi in un tornado di azione.

L’impressione è che si sia affidato un possibile successo al regista sbagliato, sicuramente capace ma innegabilmente privo di quel ‘tocco’ e di quella ‘personalità’ che solitamente differenziano i grandi registi dai buoni mestieranti, per un film chiamato ora all’esame del botteghino. Perché altre 5 pellicole con protagonista John Smith potrebbero approdare in sala, a meno che questo primo capitolo non deluda le aspettative, facendo affondare la saga ancor prima di prendere il largo.

Uscita in Sala: 18 febbraio
Voto Federico: 5+
Voto Carla: 5
Voto Simona: 5+

Qui il Trailer Italiano