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Via Castellana Bandiera: recensione in anteprima del film di Emma Dante

Festival di Venezia 2013: Emma Dante esordisce come regista con Via Castellana Bandiera, tratto dal suo libro omonimo. Due macchine una di fronte all’altra in una via strettissima: le due donne al volante non vogliono cedere il passo all’altra. Prima parte molto potente, poi si perde un po’.

pubblicato 29 Agosto 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 10:30

È una domenica pomeriggio. Lo scirocco soffia senza pietà su Palermo quando Rosa e Clara si perdono nelle strade della città e finiscono in una specie di budello: Via Castellana Bandiera. Nello stesso momento, un’altra macchina guidata da Samira, dentro la quale si ammassa la famiglia Calafiore, arriva in senso contrario e penetra nella stessa strada. Né Rosa al volante della sua Multipla, né Samira, donna antica e testarda al volante della sua Punto, intendono cedere il passo l’una all’altra.

Inizia in modo potentissimo, Via Castellana Bandiera, e si mantiene su livelli alti per quasi metà film. Emma Dante passa dal teatro al cinema per adattare il suo romanzo omonimo del 2008. Una regista teatrale che ha scritto un libro e vuole portarlo sul grande schermo? Si tratta senz’altro di una sfida molto complessa: anche perché non solo di opera prima si tratta, ma di un esordio in cui l’autrice usa un mezzo espressivo assolutamente nuovo.

Un ragazzo è in mare con alcuni uomini su una barca. Intanto una vecchietta di cui non vediamo il volto si aggira per un cimitero, dà da mangiare ai cani randagi, pulisce una tomba e ci si sdraia sopra. Nello stesso momento, Rosa e Clara stanno arrivando a Palermo sulla loro macchina e stanno litigando. Il nervosismo sale, e la Dante segue con stile curatissimo e a suo modo giustamente “nervoso” questi personaggi che nel giro di pochi minuti si incontreranno.

Rosa (Emma Dante stessa) odia Palermo. Ci sta tornando solo per accompagnare Clara (Alba Rohrwacher), la sua ragazza, al matrimonio del suo migliore amico. Ma solo il guidare per quelle vie gli ricorda un periodo della sua vita che vorrebbe cancellare. Samira invece è l’anziana che vediamo nella straordinaria sequenza iniziale. È la nonna di un ragazzo, Nicolò, che le vuole bene, e vive assieme con la sua famiglia, che poi è quella della figlia defunta. Non parla mai ed è molto ostinata.

Quando le auto di Rosa e Samira si incontrano faccia a faccia in via Castellana Bandiera, è come se Rosa vedesse in quella figura arcaica e tradizionale molto probabilmente sua madre, ed è come se Samira vedesse in quella donna (un tempo ostinata e cocciuta?) sua figlia. Nel frattempo succede di tutto e di più: le donne suonano il clacson, non si muovono di un centimetro, mentre arrivano altre vetture ad alimentare l’imbottigliamento, i passeggeri escono e cominciano pure delle risse furiose…


Ecco: il climax della prima parte di Via Castellana Bandiera è gestito in modo ammirevole. La macchina da presa della Dante è incollata alle nuche di Rosa e Clara: la regista non usa praticamente campi e controcampi, solo veloci panoramiche per passare da una all’altra mentre parlano assieme. Il montaggio crea il giusto crescendo di tensione e addirittura un’atmosfera quasi di “minaccia”.

La Dante sceglie un registro realista, tutto fatto di paesaggi, visi, voci e dettagli. Rosa e Clara parlano italiano, tutti gli altri in dialetto (sottotitolato). Pure gli stereotipi siciliani sono usati in modo onesto, con punte d’ironia “teatrale” (le donne che entrano in macchina di Rosa per fare le pettegole!). Via Castellana Bandiera racconta quindi una storia tutta italiana, in cui ognuno è cocciuto, nervoso, e non ha un motivo valido per averla vinta sull’altro in modo così feroce.

Poi nel meccanismo del film qualcosa s’inceppa. Sarà che la prima parte è così ben gestita e così potente che la seconda sembra sinceramente parecchio sottotono. Sarà che se la prima parte predilige il realismo, mentre nella seconda cominciano a saltare fuori metafore e situazioni “paradossali”. Per dire: arriva il buio e la via non è più così stretta, anzi… le due auto potrebbero ora passare entrambe senza problemi. L’antifona è abbastanza palese, e non bisogna certo spiegarla.

Tecnicamente ricco e professionale, anche se ad un certo punto si vorrebbe che la Dante utilizzasse meno “tecnica”, Via Castella Bandiera soffre molto probabilmente di una mancata compattezza tra i due registri che decide di adottare. Resta un esordio interessante e da vedere, fosse solo per l’espressività di Elena Cotta, che recita solo con gli occhi. Ma lascia comunque l’amaro in bocca per quello che poteva essere e non è, e per un finalone che potrebbe dare molto fastidio…

Voto di Gabriele: 6.5
Voto di Antonio: 5

Via Castellana Bandiera (Italia / Svizzera / Francia 2013, drammatico 90′) di Emma Dante; con Alba Rohrwacher, Emma Dante, Elena Cotta, Renato Malfatti, Dario Casarolo, Carmine Maringola, Sandro Maria Campagna, Daniela Macaluso. Dal 12 settembre al cinema.

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