Home Festival di Venezia Mostra del cinema di Venezia: prime novità dell’era Barbera con Biennale College, Light Market e snellimento della selezione

Mostra del cinema di Venezia: prime novità dell’era Barbera con Biennale College, Light Market e snellimento della selezione

Una Mostra “snella”, pratica e che duri tutto l’anno, con un mercato e nuovi obiettivi: ecco la Venezia di Barbera in sei punti.

pubblicato 3 Febbraio 2012 aggiornato 1 Agosto 2020 04:17


A volte è bello vedere qualcosa di “veloce” in un paese in cui tutto è lento. Per carità, è ancora praticamente sulla carta, ma l'”era Barbera” non poteva iniziare meglio. Nominato direttore artistico solo un mese fa, Alberto Barbera (nella foto assieme a Baratta) aveva subito fatto una serie di promesse: snellire la Mostra, renderla più pratica e godibile, aprire il mercato, farla “vivere” tutto l’anno. Oggi queste cose sono state messe nero su bianco: parte quindi ufficialmente il “restyling” del festival, che si potrà notare dall’edizione n. 69, al Lido dal 29 agosto al 8 settembre 2012.

  • Punto primo: nome in codice, Biennale College – Cinema. Di cosa si tratta? Di un laboratorio destinato a giovani registi provenienti da tutto il mondo. Inserito all’interno di un contesto più vasto (ovviamente quello di tutta la Biennale), il lab del settore cinema prevede la realizzazione di 3 opere audiovisive low budget, di cui verrà garantita la visibilità anche grazie ad Internet. Ovvero: benvenuti, finalmente, nel nuovo mondo.
  • Punto secondo: Light Market. Venezia aveva fino all’anno scorso l’Industry Office, certo, ma non si trattava di un vero e proprio mercato. Barbera vuole colmare questo “vuoto” costruendo un Mercato vero e proprio, all’inizio “leggero”, poi man mano sempre più strutturato in un programma quadriennale, per rispondere alle esigenze e alle attese di produttori, distributori, compratori, venditori, agenti e agenzie di promozione cinematografica. Gli spazi conterranno una triplice struttura: la Videoteca, il Businness Center e l’Industry Club. Ovvero: uno dei più prestigiosi festival al mondo si rimette in gioco.
  • Continua dopo il salto.

  • Punto terzo: le strutture. Il programma prevede la riqualificazione urbana dell’area della Mostra al Lido, con la realizzazione di una struttura nuova, ridotta e funzionale, e la prosecuzione della riqualificazione degli spazi che ricomprenda il progetto proposto dalla Biennale e approvato nella Conferenza dei servizi del 22 luglio 2011. Intanto, il ministro dei Beni culturali Lorenzo Ornaghi continua a puntare sul Palazzo del cinema. Ovvero: questo continua ad essere il punto debole della Mostra, per forza di cose.
  • Punto quarto: snellire il programma. Da tempo i festival – ed è una regola che vale in tutti i festival maggiori, ma non solo – applicano una regola comune: più titoli si ha in programma, meglio è. A Venezia la sensazione è che questo provocasse un disinteresse nei confronti del pubblico. Quindi accogliamo con gioia sia la riduzione dei titoli in concorso (per un massimo di 20 titoli in prima mondiale) e fuori concorso (massimo 11), che la soppressione di Controcampo Italiano, per molti una sezione (ri)creata apposta per far danno a Roma. Quindi: solo concorso, fuori concorso e Orizzonti. Peccato non aver eliminato la sezione Mezzanotte (anch’essa snellita, con un massimo di 3 titoli, già compresi nel Fuori concorso): speriamo almeno ci siano titoli “di peso”, altrimenti al solito non li guarderà nessuno. Ovvero: comunque la si pensi, ci saranno più repliche, e direi che va bene a tutti.
  • Punto quinto: questione premi. Quelli ufficiali restano più o meno gli stessi, ma cambiano un paio di nomi: eliminate le Oselle, ora “solo” Premio per la migliore sceneggiatura e Premio per il migliore contributo tecnico. L’ex-aequeo non sarà possibile, se non nei casi delle Coppe Volpi e del Premio Mastroianni per un attore o attrice emergente. Cambiati nuovamente i premi di Orizzonti, che passano da 4 a 3: Premio Orizzonti per il miglior film, Premio Speciale della Giuria Orizzonti e Premio Orizzonti per il miglior cortometraggio. I Leoni d’Oro alla carriera potranno essere due. Ovvero: dettagli.
  • Punto sesto: la squadra di lavoro. Barbera ha messo a puntino un team di consulenti ed esperti vincente (sempre sulla carta, s’intende). Troviamo: Oscar Iarussi, ex Presidente dell’Apulia Film Commission, Marina Sanna, caporedattrice della Rivista del Cinematografo, Giulia d’Agnolo Vallan, già corrispondente per la selezione dei film americani e canadesi (e probabile “artefice” dell’inserimento di Survival of the Dead in concorso nel 2009, ci disse Romero), e i noti critici Bruno Fornara, Mauro Gervasini ed Emiliano Morreale. Ovvero: una squadra capace di selezionare il meglio che passa il convento. Chi scrive è particolarmente felice di trovare il nome di Gervasini, tra le penne più sapienti del panorama critico contemporaneo.
  • Foto: TM News

    Festival di Venezia