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Tutto sua Madre: Recensione in Anteprima

Premiato a Cannes e trascinato da incassi stellari in patria, arriva anche in Italia la fatica biografica di Guillaume Gallienne, Tutto sua Madre

pubblicato 9 Gennaio 2014 aggiornato 31 Luglio 2020 05:21

Accolto da recensioni entusiastiche all’ultimo Festival di Cannes, vincitore dell’ART Cinema Award e del Prix de la SACD nella selezione “Quinzaine des réalisateurs”, del Valois d’or et Prix du public al Festival du film francophone d’Angoulème 2013 e del Prix Michel d’ Ornanno al Festival de Deauville 2013, trascinato da incassi monster in patria, con oltre 7 milioni di euro incassati in 2 settimane di programmazione, Les Garcons et Guillaume, a table! di Guillaume Gallienne prepara finalmente l’uscita anche in Italia, con il titolo meno incisivo ma comunque ‘azzeccato’ Tutto sua Madre.

Tratto da una piece teatrale di successo, che Gallienne ha scritto e interpretato per un decennio, il film non è altro che l’incredibile storia di un ragazzo eterosessuale che la sua famiglia ha sempre etichettato come omosessuale. La sua storia, vista attraverso gli occhi di un adolescente tutt’altro che certo della propria sessualità e quelli dell’adorata madre, pressante, sferzante, cinica e oppressiva, ‘colpevole’ di aver sempre ‘marchiato’ quel figlio ‘diverso’, tanto da avvisarlo della cena con una frase che possiamo definire una pietra tombale: ‘Guillaume e i ragazzi, a tavola!‘.

Per i ragazzi, è evidente, si parla dei fratelli di Guillaume, così diversi da lui, sfacciatamente mascolini e per questo da sempre distanti, tanto da meritare una ‘disintizione’ di genere. Fratelli distanti da un bambino che si è sempre sentito ‘bambina’, una figlia, arrivando così a venerare quella madre annoiata, elegante, snob, perennemente infastidita e più che probabilmente ‘felice’ di avere una piccola femminuccia per casa. Anche se geneticamente uomo. Senza mai abbandonare le quinte del teatro in cui tutto ciò ha preso vita Guillaume Gallienne ‘racconta’ la propria accettazione, ma non in quanto omosessuale, bensì come eterosessuale inconsapevole di esserlo. Un controsenso che prende piede nel corso di 85 minuti frizzanti, a tratti estremamente esilaranti e mai volgari, da lui, Gallienne, semplicemente fagocitati. Perché l’attore, nonché regista, sceneggiatore e produttore, veste letteralmente anche i panni di quella donna che gli ha cambiato e segnato la vita. Sua madre.

Una donna esplosiva, cinicamente divertente, venerata e soprattutto imitata, nei movimenti, nella voce, nella postura, nel vestire. Un’adolescenza segnata dall’ingombrante presenza di colei che lo ha messo al mondo, che qui entra ed esce dalla scena a proprio piacimento e senza preavviso alcuno, consigliando e indirizzando il povero Guillaume, per anni vittima di bullismo e a lungo quasi impossibilitato ad uscire da quell’ossessione femminile. Fino a quando quella mamma per decenni da lui posizionata sul piedistallo più alto non dovrà suo malgrado fare spazio ad un’altra figura femminile, riuscita finalmente nell’impresa di spodestarla.

Un percorso tra Generi senza mai abbandonare il genere della commedia, qui en travesti e innegabilmente spiazzante nella sua evoluzione. Perché Tutto sua Madre porta in sala una storia curiosa e a prima vista poco credibile, ovvero quella di un ragazzo palesemente effeminato, per anni ‘convinto’ di essere una donna, innamorato della Principessa Sissi, del travestitismo e dell’arciduchessa Sofia, sfottuto e deriso perché gay, totalmente antisportivo, chiamato con nomi ‘femminili’ persino in famiglia eppure eterosessuale. Malgrado tutto, perché innamorato dell’Universo femminile e delle donne, qui omaggiate in un lungo e divertito affresco in tutte le loro sfaccettature. Una ‘verità’ che farà storcere più di qualche bocca anche in ambito glbtq, vista la scarsa credibilità di un così oscillante ‘cambio’ di Genere, eppure trattato con grazia da Guillaume, consapevole del rischio e dell’assurdità tanto dall’affrontarla con coraggio in un finale liberatorio tra se’ e se’, tra lui e sua madre, smascherata dopo decenni di immedesimazione e 85 minuti di macchiettistica rappresentazione. “Sei così gay che sei diventato lesbica“, si rinfaccia ad un certo punto Gallienne, provando così ad anticipare una delle possibili reazioni alla sua astrusa storia, senza mai abbandonare quella serenità a lungo cullata ma per troppo tempo mai neanche lontanamente sfiorata. Tra tentativi di approccio omosex, amori gay non corrisposti e umiliazioni omofobe, fino alla scoperta di una verità inimmaginabile. Che fa rima con amore e soprattutto eterosessualità. E idolatria del genere femminile. Per merito di una madre a cui Gallienne deve tutto, dubbi esistenziali compresi. Pressanti e chiamati ad una complessa digestione anche da parte dello spettatore, a dir poco facilitato da uno script solo a prima vista leggero, ma in realtà ricco di piani intermedi, diretto con maestria dal suo ‘creatore’ e in grado di suscitare dibattito all’interno di un tema, quello della sessualità, qui riproposto in chiave ironica. Come solo le commedie francesi, ormai da tanto, troppo tempo, riescono a fare con tanta brillante creatività.

Voto di Federico: 7.5
Voto di Gabriele: 4

Tutto sua mia Madre (commedia, francese, 2013, Les Garcons et Guillaume, a table!) di Guillaume Gallienne; con Guillaume Gallienne, André Marcon, Françoise Fabian, Nanou Garcia, Diane Kruger e Reda Kateb – uscita in sala: 23 gennaioqui il trailer italiano