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Guardiani della Galassia: recensione in anteprima del film Marvel

La Marvel c’aveva visto giusto: James Gunn è l’uomo perfetto per i Guardiani della Galassia. Il nuovo film Marvel convince e diverte e si candida a diventare il Guerre Stellari degli anni 2000. Ecco la recensione di Cineblog.

pubblicato 18 Agosto 2014 aggiornato 30 Luglio 2020 23:08


Se apri il tuo film con un walkman e una musicassetta non è che proprio non vuoi che il pubblico pensi sin da subito agli anni 80. Se inizi omaggiando Spielberg non è che non vuoi che si pensi che stai facendo un certo tipo di operazione. Fra James Gunn e J.J. Abrams oggi non si sa chi sia più “neo anni 80”: quasi una gara.

E il nome di Abrams non lo citiamo certo a caso: è lui il regista dell’Episodio VII della saga di Star Wars. Guardiani della Galassia è però in un certo senso il Guerre Stellari degli anni 2000. Perché è pur vero che gli “indizi” sulla natura dell’operazione sono palesi e dichiaratamente sbattuti in faccia sin da subito, ma è anche innegabile che il film ha una sua genuinità e un divertimento che si avvicinano al primo film della saga battezzata da George Lucas.

È il più grande complimento che Guardiani della Galassia possa ricevere, e sicuramente è quello a cui Gunn aspirava. Forse più di Gunn lo voleva la Marvel stessa, che con questo suo nuovo lungometraggio ha potenzialmente trovato un franchise longevo e una gallina dalle uova d’oro. Con un gruppo di personaggi che il grande pubblico non per forza conosce, ma che amerà sin da subito e vorrà tornare a vedere sul grande schermo nel sequel.

Innanzitutto bisogna confermare che alla Marvel c’avevano visto giusto: James Gunn era l’uomo giusto. Per molti era scontato che il regista Troma potesse portare a casa il risultato, ma il rischio contrario era altrettanto probabile. Pensate innanzitutto che Super non era manco piaciuto negli States. Perché quindi affidare un pezzo così importante e a suo modo delicato della Fase 2 del Marvel Cinematic Universe ad un autore così anarchico e folle?

Ecco: Gunn si mette al servizio di un blockbuster dal budget stratosferico e che ha ovviamente i suoi codici da rispettare, ma lascia la sua firma ovunque, e non può che essere un bene. Alla Marvel devono aver pensato che la necessaria comicità e la vena folle di Gunn ben si sarebbero ben sposate con i caratteri dei Guardiani della Galassia, e hanno avuto ragione.

C’è Chris Pratt che intepreta Peter Quill, che nel 1988 assiste alla morte della madre e viene rapito da una navicella spaziale. Anni dopo è un contrabbandiere spaccone e un po’ svitato che si fa chiamare Star-Lord, anche se nessuno ha mai imparato il suo nome. Alcune vicissitudini lo porteranno a conoscere un gruppo di personaggi non meno matti di lui e con il quale dovrà per forza di cose fare gruppo.

Zoe Saldana, attrice abbonata a saghe e blockbuster, è Gamora, costretta a stare col nemico che ha ucciso la sua famiglia finché non ha l’occasione di voltargli finalmente le spalle. Dave Bautista è Drax, che si trova in carcere e ha un passato doloroso. Vin Diesel presta la voce a Groot, enorme albero vivente capace di rigenerarsi e di dire soltanto una frase (‘Io sono Groot’).

Per tutti ‘Io sono Groot’ è sempre è solo una frase, quella frase lì e nulla di più; ma Rocket Racoon capisce invece quello che Groot intende dire ogni volta. È il suo migliore amico, un po’ sbruffone e capace di ingegnarsi piani geniali in pochi istanti. A prestare la voce al più divertente dei Guardiani della Galassia ci pensa Bradley Cooper, che – mica scherziamo!, anche se parliamo di un procione digitale – aggiunge al suo curriculum uno dei suoi ruoli migliori di sempre.

Insomma: Guardiani della Galassia ha per protagonisti cinque personaggi che sono già tutto un programma. Assieme fanno faville, seriamente. La vena comica di Gunn si sposa perfettamente alla definizione delle loro relazioni turbolente. Sono personaggi che in altre situazioni mai sarebbero stati assieme, ma che devono per forza agire in gruppo nonostante le loro differenze “aliene”. Ad esempio: Peter ama usare metafore, ma Drax non le capisce e prende tutto quello che il ragazzo dice alla lettera…

Ma chi ha visto Super sa anche che Gunn non è soltanto vena anarchica, dialoghi brillanti e risate garantite (attenzione al modo in cui s’inserisce la citazione di Footloose): il regista è capace di attimi di improvvisa e inaspettata profondità. Qualità che si ritrovano anche in Guardiani della Galassia, e che regalano calore e “umanità” a dei personaggi che potevano benissimo restare delle macchiette. Vero anche che certe trovate possono apparire stucchevoli, ed è altrettanto vero che alcune trovate sono molto prevedibili.

Meno prevedibile è però la modalità con cui Gunn riesce a inserire questi elementi di ricercata profondità all’interno di un tessuto da blockbuster già contaminato da un’idea personale di cinema. Il risultato è proprio come la serie di canzoni della musicassetta che Peter ascolta ancora oggi, l’Awesome Mix Volume 1: fresco come una serie di evergreen. E del 3D si può fare francamente a meno, perché non aggiunge nulla, anzi toglie brillantezza ai colori e spegne gli effetti speciali.

Perché poi appunto c’è lo spettacolo, certo. Che conta cinque mondi, centinaia di razze aliene diverse, combattimenti, armamentario sci-fi e un’intera galassia da esplorare. Più “guerre stellari” di così… I riferimenti all’universo Marvel sono tanti (attenzione alla scena del Collezionista), ma anche a chi non gliene frega nulla dei rimandi e del mondo dei cinecomics in generale potrà divertirsi un sacco. Al solito, restate fino alla fine dei titoli di coda.

Voto di Gabriele: 8
Voto di Antonio: 9

Voto di Federico: 9

Guardiani della Galassia (Guardians of the Galaxy, Usa 2014, cinecomic 121′) di James Gunn; con Chris Pratt, Bradley Cooper, Vin Diesel, Zoe Saldana, Lee Pace. Qui il trailer italiano. Uscita in sala il 22 ottobre 2014.