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Boxtrolls – Le scatole magiche: Recensione in Anteprima

Venezia 2014 | dopo i deliziosi Coraline e ParaNorman torna l’americana Leika con Boxtrolls

pubblicato 30 Agosto 2014 aggiornato 30 Luglio 2020 22:42

Nata negli anni ’90 l’americana Laika è balzata agli onori delle cronache cinematografiche nel 2009, quando incantò il mondo grazie a Coraline e la porta magica, suo primo lungometraggio in stop motion. Nel 2012 la piacevole conferma firmata Paranorman, primo ‘cartoon’ da sala ad avere un vero e proprio coming out al suo interno. Ebbene passati 48 mesi la ‘Aardman a stelle e strisce’ torna al cinema con un nuovo lungometraggio di plastilina, presentato in anteprima mondiale alla Mostra del Cinema di Venezia.

Fuori Concorso e ovviamente in 3D, Boxtrolls – Le scatole magiche nasce dal romanzo illustrato Here Be Monsters! (Arrivano i mostri!) di Alan Snow. Diretto a quattro mani da Anthony Stacchi e Graham Annable, il film ha confermato gli incredibili passi avanti fatti dalla tecnica passo uno, ormai fluida persino nei movimenti un tempo ‘a scatti’. Nel 2006 il trionfo agli Oscar di Wallace & Gromit: La maledizione del coniglio mannaro, per un genere, quello del frame by frame, che ha poi raccolto altre 6 nomination negli 8 anni successivi, senza però mai più mettere mano all’ambita statuetta.

Più infantile, meno visionario e tenebroso ma soprattutto meno ritmato dei due precedenti titoli, Boxtrolls ci porta nel mondo formaggioso di Pontecacio, cittadina d’epoca Vittoriana i cui abitanti sono letteralmente terrorizzati dai Boxtrolls, mostriciattoli ‘coperti’ da una scatola che vivono nelle fogne, per poi uscire allo scoperto di notte per rubare i bambini, mangiarli e distruggere tutto quel che trovano sulla propria strada. O almeno questo credono gli sciocchi abitanti del paese, visto e considerato che i Boxtrolls hanno timore persino della propria ombra, sono amabili e docili, ma soprattutto teneri nei confronti di un bimbo appena nato a loro ‘consegnato’. E per anni coccolato. Dei mostri agli occhi di non li conosce, con l’intera comunità che da’ loro la caccia per sterminarli una volta per tutte. Se non fosse che quel bimbo ormai cresciuto faccia di tutto per aiutarli, sognando l’arrivo di un netto cambiamento. Da parte degli umani….

L’accettazione del diverso, la distinzione tra buoni e cattivi, il concetto moderno di famiglia. Temi tutt’altro che inediti per il mondo dell’animazione moderna, in questo caso ripresi con grazia e perfezione tecnica dalla Leika, ancora una volta meritevole di applausi per l’enorme lavoro portato a termine, di fatto ‘citato/omaggiato’ dopo i deliziosi titoli di coda con un’imperdibile scena aggiuntiva. Per riuscire a rendere ancor più credibile la plastilina i genii della Leika hanno integrato l’RP (Rapid Prototyping) e il CG (Computer-Generated) nel loro moviemaking, facendo così interagire tra loro 3D, stop-motion, disegni a mano e CG ibrido. Il risultato visivo stupisce, mentre ciò in cui pecca Boxtrolls va scovato nello script, meno ironico ed ‘adulto’ rispetto ai due precedenti film, ma soprattutto meno denso di inventiva ed azione. In alcuni momenti la fantasia vola alto, basti pensare alla prima discesa nel sottosuolo da parte dei Boxtrolls, con la meravigliosa chiamata alla ninna che arriva dritta al cuore, così come i silenzi conditi da inspiegabili grugniti che accompagnano la crescita del piccolo Eggs. Poi la corsa scala le marce ed inizia ad incontrare i primi dossi, rallentando vistosamente.

La motivazione che porterà il ‘villain’ ad essere dannatamente crudele nei confronti dei buonssimi ma spaventosi Boxtrolls lascia alquanto a desiderare, tra formaggi da divorare, cappelli bianchi da conquistare, allergie alimentari da dover sopportare, e uno straordinario Ben Kingsley nei panni di doppiatore d’eccezione. Tra padri mancanti, padri presenti solo fisicamente e padri acquisiti, il nuovo lungometraggio Leika spalanca le proprie porte alle moderne famiglie che potremmo etichettare come ‘non tradizionali’, tanto dall’aver infilato una coppia di genitori gay nel trailer di lancio e un’autentica drag queen all’interno della pellicola. Tutto questo dopo il coming out cinematografico del 2012. Se ad Hollywood c’è uno studios d’animazione che non ha timore di affrontare tematiche glbtq, ebbene quello studios si chiama Leika. ‘Chiunque può cambiare‘ il messaggio di fondo veicolato dalla pellicola, in un’animata caccia al ‘mostro’ che ovviamente riuscirà ad andare oltre le apparenze estetiche, abbattendo maschere nonché preconcetti e inutili timori.

L’impressione, dopo le ottime critiche ricevute da Paranorman che non hanno inspiegabilmente fatto rima con incassi (solo 107 milioni di dollari worldwide dopo esserne costati 70), è che i produttori abbiano voluto mantenersi dentro limiti d’età più dettagliati e meno rischiosi, puntando con forza ad un pubblico più infantile, meno impressionabile e più facilmente conquistabile dai teneri e meravigliosi Boxtrolls, che in quanto a merchandising possiamo prevedere faranno furore. Il risultato, tutt’altro che malvagio ma innegabilmente al di sotto delle possibilità Leika, si può quindi definire poco più che soddisfacente, e sicuramente inferiore tanto al capolavoro Coraline quanto all’applaudito e sottovalutato Paranorman.

Voto di Federico: 6.5
Voto di Antonio: 6

Boxtrolls – Le scatole magiche (The Boxtrolls, Uk, 2014, animazione) di Anthony Stacchi, Graham Annable; con Ben Kingsley, Isaac Hempstead-Wright, Elle Fanning, Dee Bradley Baker, Steve Blum, Toni Collette, Jared Harris, Nick Frost, Richard Ayoade, Tracy Morgan, Simon Pegg – uscita giovedì 2 ottobre 2014.

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